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Contratto Industria, firmato il Testo unico: ora il referendum   

da Daniele Bartolucci

Da una parte i numeri del settore manifatturiero, che continuano a mantenersi a livelli migliori degli anni precedenti, dall’altra la storica firma tra ANIS e tutte e tre le sigle sindacali (CDLS, CSDL e USL) del nuovo Testo Unico del Contratto Collettivo Unico Generale di Lavoro del Settore Industria. Le imprese manifatturiere continuano quindi ad essere protagoniste dell’economia sammarinese e del suo sviluppo. Il Testo Unico è un passaggio fondamentale di questo sviluppo, oltre che essere un fatto storico nelle relazioni sindacali e anche nel contesto normativo sammarinese: si tratta infatti del primo contratto ai sensi della Legge 9 maggio 2016 n.59 “Della libertà e attività sindacale nei luoghi di lavoro, della contrattazione collettiva e del diritto di sciopero”, la quale, in base al principio di rappresentatività, darà a questo contratto e solo a questo l’efficacia erga omnes per tutte le aziende e per tutti i lavoratori del settore. Dopo mesi di lavoro, un risultato importante, quindi, a cui ora manca solo il via libera dei lavoratori, chiamati tramite referendum a validare il nuovo contratto. “Si ricorda e si precisa”, premettono a tal proposito i firmatari del documento, “che il nuovo contratto comprende anche l’ultimo accordo di rinnovo siglato proprio quest’anno con validità 2022-2023, confermando quindi anche gli aumenti previsti per il biennio, rispettivamente del 3% per il 2022 e del 2,4% per il 2023”.

“PERCORSO IMPEGNATIVO, RISULTATO IMPORTANTE”

“La stesura del contratto”, commentano congiuntamente ANIS, CDLS, CSDL e USL, “ha richiesto diversi mesi di lavoro, dovendo raccordare i molteplici verbali di accordo che dal2002 si sono susseguiti partendo dal testo iniziale del1998. Un percorso di stesura reso impegnativo anche dalle sovrapposizioni che nel tempo si sono verificate, come ad esempio l’intervento della Legge 131/2005 che ha recepito gran parte delle intese raggiunte con l’accordo contrattuale. Tale stratificazione”, avvertono industriali e sindacati, “ha comportato una serie di complessità, evidenziando di conseguenza la necessità di rendere più leggibile e chiaro il contratto stesso. Il Testo Unico”, annunciano quindi con soddisfazione, “va in quella direzione ed è quindi un risultato importante per i lavoratori come per i datori di lavoro”.

Ma c’è anche un valore più evidente, per tutto il settore e non solo per i rappresentati (imprese e lavoratori) dalle parti firmatarie del Testo Unico: “Oltre a questo”, spiegano, “la Legge 59/2016 prevede, in base alla rappresentatività, che possa esistere solamente un unico contratto con validità erga omnes per ogni settore. Anche questo è un obiettivo di fondamentale chiarezza per tutto il sistema”. Il percorso ora deve però completarsi, perché “il successivo e definitivo passaggio, previsto dalla suddetta normativa”, spiegano sempre congiuntamente le parti firmatarie, “sarà quello di sottoporre il Testo Unico a referendum tra i lavoratori”. In pratica, “le organizzazioni sindacali formalizzeranno quindi il protocollo per il suo svolgimento e, dopo l’autorizzazione del Comitato Garante, si potranno svolgere le votazioni”.

La tempistica dovrebbe essere dunque abbastanza celere, anche perché, come ben evidenziato sopra, sono coinvolte tutte e tre le sigle sindacali, che su questo percorso hanno trovato una rinnovata e responsabile sinergia.

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