Home Dal giornale Editoriale: franchigia, San Marino tifa Svizzera

Editoriale: franchigia, San Marino tifa Svizzera

da Daniele Bartolucci

Paese che vai, frontaliero che trovi. La recente visita del Presidente Mattarella in Svizzera ha riacceso la luce sul tema del lavoro transfrontaliero e dato l’avvio (ridato, in verità) all’iter legislativo per la ratifica dell’Accordo bilaterale di cui si parla ormai da diversi anni e che dovrà dare soddisfazione alle aspettative dei due Paesi, che per quanto il tema sia lo stesso di cui si parlano anche San Marino e Italia, sono diametralmente opposte. Soprattutto per quanto riguarda gli obiettivi dichiarati dalla Svizzera, che non ha mai celato la sua necessità di diminuire il carico di lavoratori frontalieri in territorio (ma al contempo, vorrebbe più imprese, società e aziende). Su questo punto si basa il nuovo meccanismo, inserito nel nuovo Accordo, secondo il quale le tasse sul lavoro si pagheranno in uno solo dei due Paesi, ovvero l’Italia per i frontalieri italiani impiegati in Svizzera. Di fatto un disincentivo per questi lavoratori.

Ma come dicevamo, non tutti hanno le stesse aspettative. San Marino, con quasi 7mila frontalieri impiegati, non ha alcuna necessità di ridurre tale carico e, anzi, in funzione di un mercato del lavoro ristretto, persegue l’obiettivo di rimanere attrattivo. E allora perché dovrebbe tifare Svizzera? Perché nel DdL di ratifica dell’Accordo – come vincolo formalizzato in precedenza – è stato reinserito l’aumento della cosiddetta franchigia dagli attuali 7.500 a 10mila euro. Come noto, la caduta anticipata del Governo Draghi aveva interrotto l’iter. Ora ci riprova il Governo Meloni e anche senza tanti clamori, sicuramente a San Marino c’è chi fa il tifo perché arrivi in porto questo provvedimento.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento