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Ontani, il “tramand-attore” della creatività

da Redazione

“Mi sono compiaciuto di alterità, tutte le dualità, le trinità, le trilogie, il doppio, ho cercato di esprimerlo sotto il segno del simulacro (…) un viaggio d’identità conservando la mia fisonomia, giocando su degli elementi simbolici, elementari minimi e trasformando e dedicando all’altrui identità una mitologia appunto di tempo infinito, eventualmente rifinito e definito secondo anche degli elementi di semplicità. E ho proiettato le mie fantasie proprio per non vivere un elemento di condizionamento della quotidianità”. Una delle fantasie di Luigi Ontani (sue queste parole) è custodita all’interno della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea della Repubblica di San Marino e si intitola “L’uccello all’appello del cappello”, acquisita nella Collezione dello Stato di San Marino nel 2002. 

Nell’opera “L’uccello all’appello del cappello” – acquerello su carta del 1995 – è possibile immaginare che Ontani si autorappresenti, travestendosi con il costume del giullare medioevale per rappresentare in primis il ruolo dell’artista, che in tutte le epoche è l’inventore e “tramand – attore” di creative narrazioni.

Luigi Ontani (Vergato, Bologna, 1943) è tra i principali artisti italiani e tra i più importanti artisti del Secondo Novecento. Anticonformista e poliedrico utilizza il proprio corpo sia come performer – in modo autobiografico e rappresentativo – sia sperimentando le più svariate tecniche manufatte e tradizionali (fotografia, pittura, scultura con diversi materiali: porcellana, vetro soffiato, cartapesta, legno). Ha spesso anticipato l’uso di tecniche in seguito adottate da altri artisti, i primi video super 8 in bianco e nero sono stati girati dal 1969 al 1972. Con l’opera “Ange Infidele” del 1968 Ontani inizia il suo approccio con la fotografia. Fin dall’inizio le opere fotografiche si contraddistinguono per alcuni elementi caratteristici: il soggetto è sempre l’artista che ricorre al proprio corpo e al proprio volto per impersonificare temi storici, mitologici, letterari e popolari; il formato scelto solitamente è quello della miniatura o della gigantografia, e ogni opera è considerata unica. Inizia quindi la sua carriera artistica negli anni Settanta, emergendo per i suoi Tableux vivants (quadri viventi). Si tratta di performance filmate e fotografie, in cui Ontani veste le sembianze di personaggi: da Pinocchio a Dante, da San Sebastiano a Bacco, da Garibaldi a Shiva, passando dalla mitologia classica alla iconografia religiosa. In questo periodo elabora formalizzazioni dell’opera attraverso piccoli filmati e l’utilizzo della fotografia acquerellata. Dagli anni Ottanta in poi, la sua ricerca sarà maggiormente indirizzata alla produzione di opere ad acquerello su carta e di sculture prevalentemente in ceramica. È per molti anni artista di punta dell’attività espositiva della Galleria L’Attico di Fabio Sargentini a Roma, spazio d’avanguardia e di sperimentazione di rilevanza internazionale. Compie frequenti viaggi in India, Indonesia, Giappone e Messico, trasportando l’orizzonte estetico di queste visioni culturali nelle sue rappresentazioni visive e nelle sue performance. A Ontani vengono dedicate negli anni numerose mostre personali e retrospettive presso importanti gallerie e musei di tutto il mondo come: MoMA PS1, New York; De Appel, Amsterdam; Sonnabend Gallery, New York; Lucio Amelio, Napoli; ICA, Londra; Kunsthalle, Basilea; Museo Internazionale della Ceramica, Faenza. È inoltre presente in diverse edizioni della Biennale d’Arte di Venezia: nel ’72, nel ‘78, nell‘84, nell’86, nel ’95 e nel 2004. 

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