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Alberto Chezzi, l’artista con l’hobby del commercialista

da Redazione

Per il suo addio, Alberto Rino Chezzi, ha scelto la strada che conosceva meglio: il colpo di pennello. Un po’ come quando terminava le sue opere: “Dai, passate da me che vi faccio vedere la mia ultima creazione”. Così, all’improvviso. Perché Alberto (il secondo nome, Rino, non lo citava mai) era, come si definiva lui stesso, un “artista che aveva l’hobby del commercialista”. Un hobby che lo aveva portato a ricoprire numerosi incarichi di prestigio sia nelle associazioni sia nelle istituzioni, tra cui la presidenza del Comitato Amministratore FondISS, o il sindaco revisore di tantissime aziende ed enti, come per il Consiglio dell’Università della Repubblica di San Marino. Ma era l’anima creativa, comunicativa, grafica e “di penna” quella che amava mostrare e presentare maggiormente, quasi che la sua professione di commercialista fosse “un inciampo”, qualcosa che gli era capitata tra le mani, piovuta dall’alto o dagli anni dell’Università: una sensibilità che lo ha portato a collaborare più volte anche con San Marino Fixing, per cui ha scritto numerosi articoli. Un collega a tutti gli effetti (era l’attuale Presidente dell’USGi, l’Unione Sammarinese Giornalisti e Fotoreporter) che sapeva unire la scrittura alla comunicazione visiva: dalle opere presentate alla “10. Mostra Internazionale di Architettura” della Biennale di Venezia quasi 15 anni fa ai suoi “Angeli custodi” personalizzati dove chiamava amici e conoscenti per farli stendere a terra in modo da tracciarne il perimetro. L’arte quindi quale simbolo di crescita individuale e collettiva e strumento di pace nel mondo. È per questo che siamo sicuri che se un giorno ci fosse toccato ricordarlo, lui stesso avrebbe voluto essere “scritto” tra le pagine della cultura e dell’arte del nostro settimanale.    

Nel 2016 ci contattò per annunciarci un suo evento davvero particolare, una mostra intitolata “21 Retrospective ciaccaezetazetai+Neosim” (“ciaccaezetazetai”, lo spelling del suo cognome, era il suo nome d’arte) dove avrebbe presentato un “Decalogo del Neo simbolismo” che racchiudeva la sua idea non solo di arte, ma anche di vita. Tra le dieci perle, ne scegliamo una: “Libertà e Amore sono il Tutto e il Tutto ricomprende anche la Libertà e l’Amore”. La libertà di essere com’era, libero di esprimersi, di sognare, di dare una forma materica e colorata alla sua fantasia. Libero di preannunciarci i suoi impegni culturali nel suo modo, unico, che aveva: voce bassa, quasi sussurrata, alle volte serioso e alle volte sorridente, con un’aria “finta affannata” come se quella sua interpretazione dell’arte l’avesse pescata in fondo al mare e ne fosse risalito solo qualche attimo prima, stranamente asciutto e vestito in maniera un po’ dandy.

La redazione di San Marino Fixing – Daniele Bartolucci, Roberto Parma e Alessandro Carli – si unisce al dolore dei familiari e di tutti quanti lo hanno conosciuto. Ciao Alby, che ti facciano compagnia tutti gli angeli custodi che ci hai donato.

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