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Ora la “sovranità energetica” diventa una priorità

da Daniele Bartolucci

L’aumento del gas ci sarà e non sarà indolore, nonostante non si parli più del 120% per le imprese, ma di un 30% medio a seconda degli scaglioni. Nel frattempo che la delibera venga pubblicata, però, sono già stati fissati i nuovi tariffari di diversi servizi gestiti dall’AASS, a partire da quelli della raccolta dei rifiuti delle utenze non domestiche, dei trasporti e della funivia. Oltre alla nuova tariffa delle bollette cartacee che passa da 0,50 a 1,25 euro. Ma se questa è l’urgenza del momento (e non è detto che AASS riesca a far quadrare i conti del suo bilancio, visto che aveva chiesto molto di più), diventa prioritario intervenire su tutto il sistema perché si esca dalla totale dipendenza dall’esterno, che è la condizione che San Marino si è purtroppo costruita in tanti, troppi anni di mancati investimenti energetici. Su questo fronte, dopo gli appelli ripetuti da ANIS nei mesi scorsi, sembra si stia sbloccando qualcosa. O comunque, la politica sembra aver recepito tali indicazioni, tanto che i partiti di maggioranza hanno iniziato a spingere con forza il Governo che sostengono verso quel piano strategico energetico che non può prescindere dagli investimenti in impianti di produzione energetica: fotovoltaico in territorio, in primis, ma anche altre tecnologie che si potrebbero sviluppare fuori dai confini.

GLI AUMENTI SU ENERGIA E ALTRI SERVIZI

Il gas aumenterà del 30% di media rispetto alle attuali tariffe, mentre l’energia elettrica verrà indicizzata. Finisce così l’ennesimo round tra l’Autorità di Regolazione per i Servizi Pubblici e l’Energia e l’Azienda Autonoma per i Servizi di Stato per i Servizi Pubblici, dopo mesi di trattative, audizioni, dati di bilancio e valutazioni dei mercati internazionali. L’11 novembre, spiegano i membri dell’Autorità, Marco Affronte (Presidente), Marco De Luigi e Marco Silvagni, “sono state completate le Delibere relative alle tariffe di energia elettrica e gas. Come già preannunciato, la tariffa dell’energia elettrica sarà indicizzata e quindi varierà col variare del costo della materia prima, mentre quella del gas sarà fissa, e comporterà aumenti in media del 30% rispetto alle tariffe attuali. Nell’arco di pochi giorni le Delibere saranno pubblicate sul sito dell’Autorità; esse contengono tutte le motivazioni e tutti i passaggi che hanno portato alle decisioni prese”. In attesa della pubblicazione in oggetto, sul sito dell’Autorità sono state pubblicate nel frattempo le delibere per le nuove tariffe dei servizi “trasporti e funivia”, dei “Servizi di Igiene Urbana c/o Centro Multiraccolta, e anche della “Revisione tariffa per la stampa e spedizione bollette”. Un’azione generale, quindi, che riguarda tutti i servizi di AASS (in precedenza, oltre a gas e luce, era aumentata anche la tariffa dell’acqua) che, come da bilanci degli ultimi anni, sono costantemente in perdita.

PSD, PDCS E RETE CHIEDONO UN PIANO

“Superate le emergenze al centro del programma di governo e quella imprevedibile della pandemia è giunta l’ora di definire un’agenda di governo che sappia concretizzare una visione, una traiettoria che tenga assieme la soluzione dei problemi strutturali e lo sviluppo economico”. Parte da questa visione il PSD nel confermare la sua volontà di dare al Paese una “direzione programmatica” anche sul fronte energetico, dopo che già un anno fa – quindi prima della crisi generata dal conflitto in Ucraina – aveva lanciato la sua proposta di investimenti strategici, anche fuori territorio. Perché, spiegano, “il ragionamento è più complesso del solo punto delle bollette”. Di fatto, avverte il PSD, “la posizione della Repubblica di compratore monopolista, tramite AASS, di gas ed energia elettrica, senza produzione interna se non quella meritevole ma insufficiente da fotovoltaico privato e senza l’appartenenza al Mercato Unico Europeo, ci pone in una situazione di vulnerabilità come mai prima”. “Il punto fondamentale, però, è non circoscrivere tale attività alla questione dei costi: è banale che servirà un intervento pubblico per far quadrare i conti dell’AASS e quelli dei cittadini, meno banale, ma più risolutivo è invece agire per diminuire la dipendenza energetica ed innalzare lo status di San Marino. Avevamo già scritto in proposito nell’ottobre del 2021 ma ora il tema è impellente: è necessario produrre energia da fonti rinnovabili ben più di ora e presto, attraverso impianti in Repubblica e altrove. Lo Stato deve fare la sua parte arrivando a coprire in due o tre anni quanto allora produrrà il privato ma soprattutto dovrà partecipare alla costruzione di impianti di produzione elettrica da rinnovabili, solare, eolico o altro non è il punto, in collaborazione con enti esterni per compensare una quota ancora maggiore di consumi fino ad arrivare alla indipendenza elettrica. Solo così faremo la nostra parte per combattere contemporaneamente il caro prezzi e vincere per la nostra quota parte la sfida del riscaldamento globale. In questo percorso”, aggiunge il PSD, “suggeriamo di identificare strumenti finanziari che uniscano le forze del pubblico e quelle dell’imprenditoria: dobbiamo tenere conto che diverse nostre aziende hanno necessità di coprire i propri consumi tramite fonti rinnovabili, è una questione di regole europee e di immagine, oltre che economica. Siamo certi che ANIS e non solo sarebbero attivi protagonisti di una trasformazione di questo tipo”.

Sulla stessa linea anche il PDCS, che proprio in questi giorni ha diramato una nota in cui annuncia che “non siano più rinviabili le analisi e le scelte politiche riguardanti gli investimenti nelle infrastrutture energetiche, che sole, consentiranno di modificare sensibilmente la situazione di San Marino, verso una progressiva sostenibilità ed autonomia energetica della nostra Antica Repubblica”. Ancora più diretto il Consigliere di RETE, Giovanni Maria Zonzini, che nel suo intervento in Consiglio Grande e Generale ha ribadito la sua posizione a favore di una nuova strategia energetica, che comprenda quindi investimenti e non solo acquisti dall’esterno: “Il nostro Paese sta avviando il proprio ingresso nello spazio istituzionale europeo. E proprio l’ingresso in ambito europeo ci può aprire delle prospettive per finanziare progetti infrastrutturali di produzione di energia, ma questo sarà nel medio periodo. Bisogna immaginare a pensare in prospettiva e a mio avviso non può che esserci il perseguimento dell’autonomia energetica”.

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