Home Dal giornale Frantoio, Flavio Benedettini: “Raccolta oltre le aspettative”

Frantoio, Flavio Benedettini: “Raccolta oltre le aspettative”

da Alessandro Carli

“Gli olivi quasi non richiedono cura; non aspettano / la falce ricurva e i tenaci rastrelli una volta / che si sono abbarbicati alla terra e levati all’aria; / lo stesso terreno, se scisso da un dente adunco, fornisce / umore bastevole, e lavorato dal vomere pesanti frutti. / Nutri perciò il pingue olivo gradito alla Pace” scrisse Virgilio nel secondo libro delle “Georgiche”. Ulivo che è ben “nutrito” anche a San Marino, come conferma Flavio Benedettini, il Presidente della Cooperativa Olivicoltori Sammarinesi che riunisce circa 320 soci e un “patrimonio” di 75 mila ulivi.

Il sole è quasi alto e il caldo “abbraccia” il frantoio. “Quest’anno abbiamo iniziato la raccolta il 10 ottobre, in netto anticipo rispetto al passato quanto si ‘partiva’ attorno al 20-25 ottobre e si andava avanti sino a Natale. La curiosità, cioè quello che si riesce a testare nell’ambito agricoltura e in particolar modo negli ulivi e nell’olio, è che questa coltura ‘assorbe’ i risultati del cambiamento climatico, dell’aumento delle temperature. Come detto, non avevamo mai aperto il frantoio così presto. Le olive che ci hanno conferito sono arrivate già mature: il ‘termometro’ piuttosto mite ha accelerato la stagionatura. Quando la pianta va in crisi idrica, abbandona il frutto”.

Estate che sta continuando con una “ottobrata” meravigliosa. “Quest’annata è un’autentica sorpresa anche per noi: con la siccità dei mesi ‘centrali’ pensavamo di non raccogliere nulla e invece gli ulivi si sono ‘confermati’. Gli ulivi sono vegetali di grande sopportazione, piante cioè molto resistenti che durano migliaia di anni”.

Se per il “consuntivo” occorre aspettare la chiusura, le prime due settimane danno già qualche preziosa indicazione: “Il raccolto è al di sopra delle nostre aspettative” prosegue Flavio prima di soffermarsi sulla qualità. “L’oliva del 2022 è particolarmente sana e quindi avremo un olio di ‘carattere’ tipico delle estati che hanno avuto mesi di sole. L’ulivo, lo ricordo, è una pianta che ama il sole”.

Le varietà più classiche e consolidate – Frantoio, Leccino – da qualche anno sono state affiancate da alcune più ‘rustiche’, come ad esempio Sursina, Brugnola e Brisighella che, come spiega il Presidente della COS, “raccontano e rappresentano la biodiversità del nostro territorio. Abbiamo capito che è importante recuperare le nostre ‘radici’, il nostro passato. Un concetto ben radicato nei soci. “Anche chi ha un piccolo giardino ha la sua pianta o le sue piante di ulivo perché appartengono alla nostra memoria. I tanti piccoli agricoltori sono accomunati da questa passione ‘di famiglia’: potano, zappano, raccolgono, magari solo nei fine settimana. Il ‘momento’ dell’oliva diventa anche un ‘momento’ generazionale con i nonni che danno sì consigli ai figli e ai nipoti ma anche si rimboccano le maniche e faticano”. Una fotografia che non può non portare ad una manciata di magnifici versi di Pablo Neruda: “Il prodigio, la capsula perfetta dell’uliva che riempie il fogliame con le sue costellazioni: più tardi i recipienti, il miracolo, l’olio. Io amo le patrie dell’olio”. Come San Marino.

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