Home Dal giornale Le “Ingannevoli apparenze” di Frittella: un giallo vintage

Le “Ingannevoli apparenze” di Frittella: un giallo vintage

da Alessandro Carli

Basterebbe la definizione data al primo romanzo di Livio Frittella (“giallo vintage”: i riferimenti ad Agatha Christie non sono casuali) per accendere il sorriso dello Stregatto (ai tempi di Lewis Carroll era comune il detto “To grin like a cheshire cat”, quindi “Sorridere come un gatto del Cheshire”).

Del resto, dentro “Ingannevoli apparenze” – pubblicato da Robin nella collana Robin&sons – gli ingredienti british ci sono tutti, a partire dal Regno Unito dove il maggiore inglese Arthur Cartwright si appresta a festeggiare il suo 70esimo compleanno in famiglia.

Il libro del giornalista professionista del Giornale Radio RAI parte da qui: mr. Cartwright si è lasciato alle spalle un passato di scampati pericoli e lutti dolorosi, culminato – appena un anno prima – con la perdita della seconda moglie Chantal. Orfano di madre, Arthur ha vissuto infanzia e adolescenza in un dorato isolamento, nella quiete di Wordingham, con un padre lontano e distante, assorbito nella gestione delle sue piantagioni nelle Antille. Trasferitosi nell’eden tropicale dopo la morte del genitore, il protagonista scopre a sue spese come un’isola dall’apparenza paradisiaca può trasformarsi in un inferno. Ma, si sa, anche un’esperienza negativa può riservare risvolti esaltanti, come la conoscenza dell’amico Lionel e il felice incontro con Esther, una ragazza da sposare. Ritornato in patria alle soglie del secondo conflitto mondiale, vive una vita agiata nel suo “buen retiro” nella campagna inglese; rallegrato dall’amore per le sue consorti (Esther prima, Chantal poi) e per i sette figli. E ora, a Wordingham, la festa di compleanno sta per iniziare. Il clima di euforia, però, si trasforma presto in un vortice di emozioni contrastanti e, tragedia dopo tragedia, rivelazione dopo rivelazione emergono segreti inconfessati, retroscena nascosti, verità inimmaginabili capaci di ridisegnare la realtà, confermando – ancora una volta – quanto ingannevoli siano le apparenze.    

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