In attesa della relazione ufficiale (che verrà pubblicata a novembre), la delegazione del FMI, guidata dal Capo Missione Borja Gracia, ha fatto il punto sui dieci giorni di incontri con la politica, le associazioni, le parti sociali e datoriali della Repubblica di San Marino. L’istituzione internazionale ha riconosciuto al Monte Titano “risultati economici notevoli”, decisamente “sopra le aspettative” ma ha suggerito la massima attenzione in quanto il 2023 sarà difficile per tutti i Paesi, soprattutto per quelli europei in quanto è attesa una “forte inflazione e l’inasprimento delle condizioni finanziarie internazionali”. Questo contesto difficile, ha aggiunti il FMI, “unito al rollover dell’Eurobond, richiede un’ulteriore costituzione di riserve. Il mantenimento dei livelli sani di bilancio e del settore finanziario è fondamentale per preservare la stabilità e la fiducia di un’economia ‘euroizzata’ come quella sammarinese. In particolare, dovrebbero essere approvati e attuati senza indugio un ambizioso consolidamento di bilancio e ulteriori sforzi per affrontare gli elevati NPL e migliorare la capitalizzazione delle banche”.
Negli ultimi due anni l’economia sammarinese ha registrato una crescita robusta, con un mercato del lavoro rigido, un aumento della fiducia e una notevole stabilità. La forte domanda esterna ha stimolato il settore manifatturiero e la ripresa del turismo ha portato un’attività economica in crescita che, unita a una maggiore fiducia ha fatto aumentare i depositi pubblici e del settore bancario, ma anche le riserve internazionali.
“Con l’aumento dei prezzi dell’energia” però, ha sottolineato il Capo Delegazione del FMI, “l’inasprimento delle condizioni finanziarie e la crescente incertezza globale, si prevede un rallentamento dell’attività”.
L’aumento dei tassi di interesse globali, l’elevato debito pubblico e il rinnovo dell’Eurobond nel 2024 “richiedono un percorso ambizioso per la politica di bilancio, nonostante l’indebolimento delle attività economiche”.
Dato l’indebolimento delle attività quindi “le autorità dovrebbero conservare l’extragettito quest’anno per costituire depositi pubblici, resistendo al contempo alle pressioni sulla spesa. In futuro, il rafforzamento di bilancio richiederà un aggiustamento di bilancio da parte dell’amministrazione centrale pari al 2% del PIL nei prossimi tre anni per raggiungere un saldo primario dell’amministrazione centrale del 2,5% del PIL, integrato dalla riforma delle pensioni”.
Tra le altre annotazioni del Fondo Monetario Internazionale anche la “necessità di sviluppare una strategia completa di gestione del debito che supporti la sua sostenibilità e contribuisca a sviluppare un mercato interno del debito nel medio termine”. Per quanto riguarda le banche, “la redditività e la capitalizzazione sono migliorate ma permangono sfide significative”. Dopo aver ricordato che “vi è stato un ritardo nell’attuazione della strategia di riduzione degli NPL”, il FMI ha affermato che “il mantenimento di livelli sani di riserve di liquidità del settore finanziario è fondamentale per preservare la stabilità e la fiducia”.
La crescita della Repubblica di San Marino comunque è stata più alta rispetto alle aspettative: “Dall’estate 2020 è migliorata l’occupazione ed è scesa la disoccupazione”.
Ma non bisogna fermarsi. E il FMI crede con fermezza che l’agenda delle riforme del lavoro e delle pensioni di quest’anno e dell’IGR (attesa per il 2023) siano “indispensabili”.
ENERGIA
“La risposta delle autorità ai prezzi elevati dell’energia consente di far funzionare i segnali di prezzo, sostiene i gruppi vulnerabili e attenua le perturbazioni macroeconomiche”. Così il FMI sul gas. “Grazie alla combinazione di un contratto a lungo termine per il gas firmato l’anno scorso e di contratti tempestivi per l’energia elettrica, integrati da operazioni di copertura poco prima dell’impennata dei prezzi, San Marino è riuscita ad assicurarsi aumenti dei prezzi delle importazioni di gas e di energia elettrica significativamente inferiori a quelli europei per quest’anno e per il prossimo. Ciò ha permesso alle autorità di adeguare le tariffe ai livelli di recupero dei costi, ma ben al di sotto dei paesi vicini, con costi di bilancio minimi, evitando l’impatto macroeconomico potenzialmente dirompente associato ad aumenti tariffari senza precedenti. I piani delle autorità di trasferire i prezzi dell’energia importata ai consumatori l’anno prossimo continueranno a evitare i costi di bilancio e a preservare la solidità finanziaria dell’AASS”.