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Fitch Ratings “declassa” il Monte da “BB+” a “BB”

da Alessandro Carli

Fitch Ratings ha declassato il Long-Term Foreign-Currency Issuer Default Rating (IDR) di San Marino a “BB” da “BB+”. La prospettiva è stabile.

FATTORI CHIAVE

Il downgrade dell’IDR sammarinese riflette i seguenti fattori chiave di rating e i relativi pesi: un indebolimento della flessibilità di finanziamento di San Marino a causa del deterioramento delle condizioni dei mercati finanziari internazionali, che si aggiungono ai vincoli di finanziamento fiscale preesistenti. Il fabbisogno di finanziamento lordo aumenterà notevolmente nel 2024, quando scadrà l’eurobond da 340 milioni di EUR (21,8% del PIL previsto). Mantenere l’accesso al mercato internazionale sarà una sfida a causa dell’accresciuta pressione sui mercati obbligazionari globali e dell’aumento dei rendimenti sovrani. La linea di base di Fitch Ratings “è ancora che il governo prefinanzierà sui mercati internazionali nel 2023, ma l’incertezza è aumentata. Anche in caso di mancato raggiungimento dell’emissione internazionale, i mercati locali e le riserve di liquidità consentirebbero il rimborso senza una nuova emissione di Eurobond, sebbene ciò comporterebbe un sostanziale deterioramento delle condizioni di liquidità”.

L’agenzia internazionale poi si è soffermata sulla debole flessibilità di finanziamento. Le opzioni “interne”, inclusi i depositi governativi e i finanziamenti bancari, “si sono recentemente rafforzate, ma rimangono limitate a causa delle persistenti debolezze del settore bancario sammarinese e del basso livello di sviluppo del mercato obbligazionario nazionale. La capacità degli istituti di gestione del debito è limitata”.

Come per altri titoli sovrani, i rendimenti dei titoli di Stato sull’Eurobond sono aumentati negli ultimi mesi e probabilmente aumenteranno ulteriormente nei mesi a venire a causa del continuo inasprimento delle politiche nella zona euro. Tuttavia, l’impatto è mitigato da un carico di interessi complessivo basso, con pagamenti/ricavi per interessi previsti al 4,8%, ben al di sotto della mediana “BB” prevista del 9,4% nel 2022. Le due obbligazioni perpetue ora rappresentano il 37% del debito pubblico totale, portando tassi di interesse molto favorevoli e non creando ulteriori rischi di rifinanziamento per il governo.

LO SHOCK ENERGETICO

L’economia sammarinese risentirà dell’impatto della crisi energetica sull’Italia e sull’eurozona. La società di servizi pubblici si è assicurata una copertura finanziaria a lungo termine, che aiuta a contenere i prezzi del gas naturale, e una copertura a breve termine per fissare i prezzi dell’elettricità nel 2023. Tuttavia, San Marino rimane esposto a una situazione in cui l’energia è razionata come gas naturale per il 2023 non sono ancora garantite le forniture. Il Paese è allacciato alla rete del gas italiana e non dispone di proprie fonti energetiche domestiche o capacità di accumulo. Il grande settore manifatturiero sammarinese (circa un terzo del PIL) sarebbe duramente colpito in una situazione in cui l’energia è razionata.

I PUNTI DI FORZA

Il rating “BB” di San Marino è supportato da livelli di reddito elevati con un PIL pro capite più vicino ad “AAA” rispetto alla mediana “BB”. Il rating beneficia inoltre di un settore delle esportazioni resiliente e di un’ampia posizione creditoria netta sull’estero, nonché di un sistema politico stabile. Il rating è gravato da un elevato onere del debito e da una scarsa qualità degli attivi nel grande settore bancario. Anche le dimensioni molto ridotte dell’economia e la capacità amministrativa limitata, nonché i problemi di qualità dei dati e il basso potenziale di crescita sono punti deboli fondamentali.

CONSOLIDAMENTO FISCALE

“Il disavanzo di bilancio finale per il 2021 è stato inferiore alle attese durante la nostra ultima revisione (4,1% del PIL rispetto al 5,7% della nostra revisione di marzo)” si legge nel report. Per la prima volta dal 2011, il governo non ha avuto bisogno di iniettare ulteriori capitali nel settore bancario, anche per la banca statale Cassa di Risparmio, vista la migliorata situazione del settore bancario. Carisp ha stanziato 5 milioni di euro al suo Fondo per i rischi finanziari generali, che dovrebbe in una certa misura aiutare a proteggere il governo dal sopportare perdite future. “Prevediamo un disavanzo del 2,1% del PIL per il 2022, sulla base dell’ultima revisione di bilancio di giugno. A differenza di altri paesi europei, il bilancio sammarinese non prevede alcun sostegno fiscale su larga scala per compensare famiglie e imprese per la maggiore inflazione (non energetica). Il governo sosterrà la perdita della società di servizi pubblici, ma si prevede che sarà di 5 milioni di euro (0,3% del PIL). Prevediamo inoltre che i salari del settore pubblico aumenteranno solo moderatamente il prossimo anno e che l’aumento dell’inflazione e l’aumento delle entrate della sicurezza sociale del settore privato compenseranno principalmente l’impatto negativo della crescita economica più debole”.

IL COMMENTO DI GATTI

Il Segretario di Stato per le Finanze e il Bilancio Marco Gatti non si aspettava un downgrade. “San Marino è troppo penalizzato da questi eventi esterni che, non riguardando solo il nostro Paese, comunque troveranno una soluzione. Facendo parte dell’Eurozona San Marino non sarà abbandonato, io non distolgo l’attenzione dai prossimi interventi che devo portare avanti in attuazione del programma di governo e del piano di riforme che abbiamo da tempo definito”.

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