“Ho fatto uno strano bagno quando mi sono lavata lo sporco del campo di concentramento di Dachau nella stessa vasca da bagno di Hitler a Monaco”. Lei è Lee Miller, fotografa, corrispondente di guerra per Vogue e modella, bravissima e fascinosissima. Il 30 aprile del 1945, assieme a David Scherman, si reca in Prinzregentenplatz, a Monaco. David la “ferma” e le dona un’ulteriore immortalità. La vasca e il fondale sono uniformi, decorati cioè con la stessa fantasia di piastrelle, di forma quadrata, bianche ma non candide. Su una sedia posta sulla destra del fotografo fa capolino una sedia sulla quale sono stati piegati con cura i suoi vestiti.
Lei è nuda. Senza indumenti. O almeno, è “immaginariamente” nuda: la sponda della vasca la copre. Alla sinistra di David, appoggiata tra la vasca e il muro, una foto del Führer. Lee si insapona la schiena, distratta, quasi annoiata. Ma forse è solo in posa. Davanti alla vasca si scorge un paio di scarponi insozzati di fango, appoggiati su un tappetino consumato e sporco. Il fango lo ha raccolto nel Campo di Concentramento di Dachau mentre testimoniava la liberazione del lager ad opera delle truppe yankee.
Una serie di fotografie di Lee Miller (tra cui quella della vasca da bagno di Hitler) impreziosiscono la 31esima edizione del SI Fest di Savignano sul Rubicone (FC), aperto anche nei weekend del 17-18 settembre e 1-2 ottobre e diretto, artisticamente e per il primo anno, da Alex Majoli.
Lee Miller è ospitata all’interno dell’Istituto Comprensivo “Giulio Cesare” (via Galvani, 4) mentre la seconda mostra davvero interessante è “appesa” in uno spazio della scuola primaria “Dante Alighieri” (corso Perticari, 55/57) e si intitola “Fotofinish”: qui una serie di pennelli verticali, che ricordano le pellicole lasciate asciugare, “fermano” i frame di una serie di “arrivi” delle gare di atletica leggera (foto in alto a colori: Gianmario Baldassarri). E se per la potente e poderosa “Cracolândia” di Luca Meola, straordinario viaggio nel Sud America a ricercare facce e squarci che ti entrano negli occhi occorre recarsi al Consorzio di Bonifica, l’unica vera “esposizione” del centro di Savignano si trova nella Vecchia Pescheria. Basta il nome, Marco, dove Marco è Pesaresi, straordinario fotografo riminese che ha saputo essere anche “autore” di scatti poeticamente inarrivabili. Di storie che si raccontano senza l’obbligo della scrittura.
Sullo spessore delle fotografie e degli autori che innervano l’edizione 2022 del SI Fest i giudizi sono sempre soggettivi: possono piacere come no (personalmente “Delhirium” di Andrea de Franciscis non ha incontrato i miei favori). Semmai è oggettivo il senso di “vuoto” del centro storico di Savignano sabato sera 10 settembre: apprezzabile il progetto di “esportare”, di “decentralizzare” le mostre in luoghi desueti (come le scuole) ma che ha prodotto una desertificazione dell’agorà e delle vie adiacenti, con Piazza Borghesi quasi vuota già dalle 20 in poi.