A volte è il momento di lasciare tutto alle spalle e andare avanti.
A volte è il momento di stare fermi, anche se le idee erano già in movimento.
In certe occasioni bisognerebbe parlare apertamente, guardando bene gli interlocutori negli occhi.
In certe occasioni bisognerebbe mordersi la lingua, sorridere e rimanere zitti.
Non c’è giorno in cui non siamo chiamati a fare delle scelte.
Non c’è momento in cui non ci troviamo davanti a un bivio.
È difficile valutare tutte le opzioni, quando hai una manciata di secondi per decidere.
E quando hai tempo a disposizione, il rischio è di non prendere mai una decisione definitiva.
“Sempre più viviamo sotto il segno di Hemes, dio della porta, della soglia della città, ma anche dei crocevia, degli incroci” sostiene il filosofo e antropologo francese Marc Auge.
Ma lo scontro più forte, nel momento della scelta, è tra razionalità e audacia. E il campo di battaglia siamo noi stessi.
Lo spiega molto bene Paul Auster in “Diario d’inverno”: “Ogni volta che arrivi a un bivio il tuo corpo cede, perché il tuo corpo ha sempre saputo quello che la tua mente non sa, e benché scelga di cedere, sia per mononucleosi o per gastrite o per attacchi di panico, il tuo corpo ha sempre sostenuto in gran parte il peso delle tue paure e delle tue battaglie interiori, incassando i colpi a cui la tua mente non vuole o non può reggere”.
Poi c’è un altro equilibrio importante da rispettare nel momento della scelta, è quello tra ascolto e solitudine.
Sono importanti le voci delle persone che ti stanno accanto, delle persone che stimi o che ritieni sufficientemente oneste da esprimere un parere non vincolante. Poi, però, bisogna dar spazio alla propria voce, perché sia libera di dire sì o no. Senza pretendere che tutti capiscano e apprezzino.
Perché davanti a una scelta importante si è soli. Ma non è una solitudine che fa soffrire. È la necessità di creare un pochino di spazio per prendere la rincorsa, prima di spiccare il salto che comunque necessita delle tue gambe e che sulle tue gambe atterrerà. Non su quelle di qualcun altro.
Perché – come scriveva il filosofo greco Eraclito – “Ogni giorno, quello che scegli, quello che pensi e quello che fai è ciò che diventi”.