Le ferie sono finite quasi per tutti e quasi tutte le imprese stanno riaprendo.
Imprese che, dopo la chiusura di agosto, si ritrovano ad avere “in pancia” quantitativi residui o nulli di rifiuti.
Cosa fare e come comportarsi quindi in questi ultimi mesi che ci separano dalla fine dell’anno?
Il mio consiglio è quello di ripartire con il piede giusto mettendo quindi in campo tutta una serie di “buone pratiche” per “snellire” i processi di smaltimento e di accumulo che spesso, anche per mancanza di tempo e per le stringenti esigenze di lavoro, talvolta vengono un po’ lasciati da parte.
In attesa di tornare a pieno regime – la mente non scatta subito e spesso certi automatismi necessitano una “oleata” -, è opportuno rimettere mano ad alcune aree specifiche e ad alcune attenzioni che agevoleranno il processo di gestione degli “scarti”.
A partire dalle aree di stoccaggio, che vanno ripristinate se già esistenti (anche attraverso un lavoro di attenta e profonda manutenzione), oppure che vanno create ad hoc, sempre in conformità con le disposizioni RT.
Medesima attenzione va posta poi nella cartellonistica e nella segnaletica: più chiara e standardizzata è, più è facile da leggere. Non solo da noi, ma anche dagli eventuali clienti sammarinesi o esteri.
Altrettanto importanti poi sono le cosiddette “strisce”, quelle cioè che delimitano le aree e evidenziano gli spazi preposti.
Ripulire le aree in cui si lavora, renderle accessibili – capita che non siano del tutto ordinate, anche per distrazione – permette di risparmiare tempo.
Naturalmente non va mai dimenticata la classificazione della natura dei rifiuti, fondamentale per capire “cosa si ha in casa” e come smaltire secondo i protocolli.
Non posso infine non soffermarmi sulla stretta attualità, i rincari energetici, che sono una vera spada di Damocle che pende sulla testa degli imprenditori.
Basta un po’ di attenzione e i costi si possono abbassare.
Non di tanto, certo, ma anche un 1 o 2 o 5% è già qualcosa.
Dall’acqua – quando ci si lava le mani è importante chiudere il rubinetto mentre ce le si strofina – al caffè della pausa (IAM fornisce i raccoglitori per categoria; buttare tutto nel “rusco”, oltre a danneggiare l’ambiente, è una spesa in più e un incremento dell’energia che si deve impiegare per lo smaltimento), passando i carburanti.
Certo, la mattina non sempre si è loquaci e si preferisce viaggiare da soli, però pensare a caricare in macchina qualche collega, magari alternando il veicolo settimanalmente, a fine mese ha il suo “peso”.
La pausa di agosto, più o meno lunga, ha permesso a molte persone di ricaricare le batterie, di staccare e ossigenarsi.
Cerchiamo di ripartire al meglio quindi: lavorare in un ambiente “attento” all’ambiente e alla salute dei dipendenti (ricordo che i rifiuti sono comunque rifiuti e che alcuni possono essere anche pericolosi) ha effetti positivi sia sulla produttività che sulla qualità stessa della vita.
Un luogo di lavoro che agevola il lavoro è senza dubbio più piacevole e “sano”.