“… dal ribollir de’ tini / va l’aspro odor dei vini / l’anime a rallegrar”. Allegre ma a metà sono quelle dei circa 100 soci conferitori della Cantina di San Marino: la vendemmia 2022 ha risentito della siccità (e quindi la quantità è abbastanza contenuta) ma di contro “entreranno” nelle bottiglie ottimi vini dal punto di vista della qualità. Così racconta l’enologo Michele Margotti. Prima di conoscere nei dettagli i numeri, spazio alla vendemmia. “Abbiamo finito la raccolta del Merlot dopo aver fatto quella delle basi spumanti, dello Chardonnay tardivo e del Moscato. I primi di settembre partiamo con la Ribolla, i primi Sangiovesi e il Biancale. Rispetto allo scorso anno abbiamo un ‘anticipo’ di 5 o 6 giorni su tutte le raccolte”. Come detto, il meteo ha penalizzato la quantità. “Indicativamente dovremmo raggiungere i numeri del 2021, poco più di 6 mila quintali. La resa si aggira attorno al 60%, quindi meno di 4 mila ettolitri di vino. Guardando alla media degli ultimi 10 anni siamo attorno a un 30% in meno”.
La siccità, un problema anche per la terra. “Veniamo da un inverno poco piovoso, una primavera normale e un’estate molto calda e senza pioggia. Queste ‘variabili’ hanno influito molto sul lavoro e sulla produzione dei soci e dei loro 120 ettari di terreno coltivato a vigne. I viticoltori hanno dovuto fare un lavoro molto importante e dispendioso in campagna per gestire la carenza di acqua. Tra la fine di luglio e i primi di agosto, ma solo nella parte più alta della Repubblica, ci sono state alcune precipitazioni che hanno dato respiro alle piante. Dopo ferragosto, a Montegiardino, la grandine ha fatto qualche danno”.
Nonostante le avversità, le “anime” raccontate splendidamente da Giovanni Pascoli nella poesia che “apre” la rubrica sono “allegre”. “Siamo comunque ottimisti, la pioggia, seppur scarsa, ha influito sulla qualità. I viticoltori ‘soffriranno’ sì una resa ridotta in termini di volumi ma avremo ottimi prodotti” prosegue Michele Margotti prima di approfondire cosa si intende per qualità. L’annata 2022 difatti prevede un’ottima maturazione e quindi una gradazione alcolica ma non solo. “Le bucce sono molto importanti. In quelle ‘bianche’ si cela il patrimonio aromatico, in quelle rosse invece il colore e i tannini nobili”.
Lo sguardo della Cantina San Marino già da qualche tempo è proiettato verso il futuro. “Già da qualche tempo abbiano predisposto un programma che prevede una ventata di rinnovamento senza dimenticare le nostre radici. Siamo al lavoro per recuperare e valorizzare il patrimonio autoctono del territorio”.
Intanto tra gli scaffali della “Casa del Vino” della Repubblica di San Marino fanno capolino molte etichette nuove. “La clientela è in crescita e spesso ci chiede oggettistica ad hoc per eventi e manifestazioni. Oggi la tendenza è quella di regalare il vino ‘personalizzato’, un ‘qualcosa’ che rimane, qualcosa di piacevole per passare una buona serata in compagnia”.