Home Dal giornale Due regine a confronto: Elisabetta II e Vittoria

Due regine a confronto: Elisabetta II e Vittoria

da Alessandro Carli

Nell’anno in cui ricorre il Giubileo di Platino di S. M. La Regina Elisabetta II, la Repubblica di San Marino si è unita alle celebrazioni per riaffermare le amichevoli relazioni tra i due paesi e ha conferito a Sua Maestà la Gran Croce dell’Ordine di San Marino, consegnata a Buckingham Palace dai Capitani Reggenti nel corso di una storica visita avvenuta nel marzo 2022. In continuità con l’approfondimento delle relazioni bilaterali, San Marino ha aperto al pubblico la mostra “Vittoria-Elisabetta II, da regina a regina. Rapporti bilaterali tra San Marino e Regno Unito 1899-2022”.

La mostra è patrocinata dagli Eccellentissimi Capitani Reggenti, S.E. Oscar Mina e S.E. Paolo Rondelli ed è organizzata dalle sezioni dell’Istituto di Cultura, dell’Archivio di Stato e della Biblioteca di Stato. Il percorso espositivo comprende sei vetrine che ripercorrono i rapporti tra San Marino e i sovrani inglesi, come il Trattato di estradizione dei criminali del 1899, il giubileo d’argento di Re Giorgio V, l’incoronazione di Giorgio VI sino all’assegnazione del Gran Collare alla Regina Elisabetta II all’inizio di quest’anno.

Elisabetta II è sul trono del Regno Unito dal 1953.Ha battuto il record di 63 anni, 7 mesi e 2 giorni della sua trisavola, la regina Vittoria.

La mostra sarà visitabile a Palazzo Pubblico sino a domenica 4 settembre, dalle 9:30 alle 18:00 salvo chiusure per impegni istituzionali.

Elisabetta II, suo malgrado, è “finita” anche in un libro di Alan Bennet che si intitola “La sovrana lettrice”: se vi capita tra le mani, potrete ricredervi sulla sua personalità apparentemente algida (che non si scioglie nemmeno al sole). Succede che Her Majesty, un giorno come tanti altri, incroci una biblioteca ambulante che stranamente è parcheggiata davanti alle cucine reali. Lì dentro vivono il bibliotecario e un inserviente, giovanissimo e imberbe, impegnato a leggere. Si chiama Norman ed è, si scoprirà, un “figlio della Luna”. Elizabeth II chiede in prestito un volume. E si accende la miccia: come una febbre, la passione in lei inizia piano piano a crescere. Quando è matura (sia la fiamma per la lettura che lei stessa – Alan Bennett la “ferma” attorno agli 80 anni) e ha bottinato qualche autore di ottimo lignaggio e sostanza (Hardy, Forster, McEwan, Ishiguro, Nabokov, Roth), a una cena di gala come tante – e quindi pallosissima – chiede al Presidente francese se ha mai letto Jean Genet e poco dopo domanda al Ministro degli Esteri se ha sfogliato Marcel Proust.

“Dite tutta la verità, ma ditela insinuandola: l’importante è girarci attorno” dice, con accento inglese (che ovviamente si può solo immaginare: il libro di Bennet è tradotto in italiano) a un certo punto Elisabetta II. “Chi mai può essere al di sopra della letteratura? Sarebbe come essere al di sopra dell’umanità”.

“La lettura è disordinata, dispersiva e sempre invitante. Il ragguaglio esaurisce la questione, la lettura la apre” azzarda sempre lei, quasi fosse una Oscar(a) Wilde. Perché Elisabetta è letteratura, odore di polvere tra le pagine, copertine ingiallite, occhi stanchi che si sono persi negli interstizi bianchi che separano le parole.

Non è certo al 100% ma ci si va vicini quando si fa combaciare la figura del Primo Ministro del Regno Unito che compare nel libro con l’altezza e i tratti somatici di Tony Blair: Alan Bennett lo definisce come un uomo d’azione ma di scarsa cultura, che pensa al futuro senza aver fatto tesoro delle esperienze storiche.

“Quando cominciamo un libro lo finiamo. Ci hanno educate così. Libri, purè, pane e burro: bisogna finire quello che c’è nel piatto. Del resto i libri, come certo saprà, è raro che inducano ad agire. In genere confermano solo quello che, magari inconsapevolmente, si è già deciso di fare. Si ricorre ad un libro per avere conferma delle proprie convinzioni. In altri termini per chiudere un capitolo – per declinare l’invito a entrare nella gabbia dei leoni neri”.

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