Home Dal giornale Editoriale: UE, si guardi a Malta, non alla Grecia

Editoriale: UE, si guardi a Malta, non alla Grecia

da Daniele Bartolucci

L’Accordo di Associazione all’Unione Europea sta – finalmente – monopolizzando il dibattito politico e non solo, ma ancora emergono dubbi e timori rispetto ad una serie di barriere (soprattutto burocratiche) che il mercato unico potrebbe imporre a San Marino. Barriere che, in verità, l’Unione non ha mai imposto a nessuno, come è facile verificare leggendo i vari Accordi che sono stati finora ratificati. Anzi, come emerge dall’ultimo Quaderno di studi dell’Università proprio su questi Accordi, sono tante e diverse le deroghe e le concessioni date ai vari Stati, proprio nell’ottica di includere anche quelli più piccoli e, spesso, anche più deboli, o per dimensioni o per economia. San Marino, in questo, non ha quindi da temere nulla. Semmai è come ci arriverà a questo Accordo che deve far riflettere, con quali aspettative e quali garanzie, tenuto conto che – come è stato detto anche nel dibattito Consigliare – probabilmente ciò che si vorrebbe difendere, o si voleva difendere in passato, era meglio non difenderlo proprio (dal segreto bancario in giù). Questo significa valutare bene cosa si voglia diventare, partendo ovviamente da ciò che si è: San Marino non è la Grecia che “spendeva e spandeva” truccando i conti, ma potrebbe essere trattata come la Grecia laddove si presenti con una serie di riforme non fatte e debiti insostenibili. Dall’altra parte, come è stato citato in questi giorni, l’esempio virtuoso è più a sud e si chiama Malta: il piccolo Stato-isola, proprio grazie all’appoggio della UE è diventato in pochi anni un paradiso economico. E non aveva la manifattura di San Marino, che è un plus da valorizzare.

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