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ANIS: “L’obiettivo è la competitività del sistema”

da Daniele Bartolucci

“Il mercato del lavoro così come tutti gli altri ambiti che interessano le imprese e in generale tutte le riforme, devono essere trattati con lo sguardo rivolto alla competitività del sistema sammarinese, perché quello è il vero obiettivo che ci deve coinvolgere tutti, datori di lavoro come lavoratori. Questo significa, nell’ottica di un’integrazione sempre più forte nel mercato unico europeo, prima di tutto mettere le imprese nelle stesse condizioni di operare che hanno i loro competitor, ma allo stesso tempo si devono preservare e rafforzare quei fattori positivi che il nostro sistema può garantire oggi: non abbiamo tantissime leve di attrattività, per cui occorre evidenziarle e costruire un nuovo sistema di regole che, per quanto conformi ai dettami europei, permettano a San Marino di mantenersi attrattivo e appetibile, per le imprese che già ci sono e per quelle che vorranno insediarsi sul nostro territorio”. Parte da questi concetti il ragionamento di William Vagnini, Segretario Generale di ANIS, nell’affrontare la riforma del mercato del lavoro, su cui si sta discutendo in queste settimane dopo la presentazione della prima bozza alle parti economiche e sociali. “Una riforma”, avverte Vagnini, “che si interseca in più parti con le altre, soprattutto quella delle pensioni, ma anche e soprattutto con il percorso che il Paese sta affrontando per giungere ad un Accordo di Associazione con l’Unione Europea”.

Perché oggi parlare di mercato del lavoro significa parlare di competitività del sistema economico sammarinese?

“Il nostro Paese, per dimensioni e popolazione, ha ovviamente una capacità limitata di fornire le necessarie competenze a tutte le imprese, in particolare quelle manifatturiere. Un dato storicizzato, oramai, che si riflette in un numero di frontalieri importante, superiore alle 6mila unità. Per questo dovremmo avere un sistema veloce, trasparente e fortemente attrattivo verso queste professionalità, aumentando i fattori competitivi e limitando quelli che invece ci penalizzano, come ad esempio il tetto pensionistico che non aiuta di certo nella ricerca di dirigenti e manager. Tutto questo, poi, a fronte di una disoccupazione interna che è scesa in questi mesi arrivando al 2,69%, che se da un lato è un risultato molto positivo, dall’altro pone le imprese in una condizione ancora più complicata nel reperire le figure necessarie. Anche per questo, già l’anno scorso, abbiamo stimolato una riflessione su queste dinamiche, condividendo con il Governo e i sindacati la possibilità di derogare alle normali regole del collocamento, addivenendo ad una sostanziale liberalizzazione delle assunzioni, che sta effettivamente agevolando le imprese in questa fase di forte domanda che proviene dai mercati internazionali. Riuscire a soddisfare questa domanda è l’obiettivo prioritario e per farlo occorre essere veloci, flessibili e competitivi”.

Anche in Europa si assiste alle stesse dinamiche?

“Dai dati e dalle indicazioni che provengono dalle nostre imprese associate questa fase è caratterizzata da una crescita importante, è vero, ma anche da una sempre più evidente difficoltà determinata da due fattori: reperire le materie prime è sempre più complicato e i rincari degli energetici che le imprese stanno subendo non si riescono a ribaltare completamente sui prezzi di vendita. Questo sicuramente vale anche per le imprese di tutti gli altri Paesi dell’area europea, con la differenza che loro certe problematiche che stiamo affrontando noi oggi le hanno già superate da tempo, oltre al fatto che possono sfruttare incentivi, finanziamenti e risorse che San Marino purtroppo non ha. A parte questo, che comunque è discriminante, i nostri competitor possono contare anche su sistemi di regole che agevolano la loro operatività. Gli stessi che, al contrario, penalizzano in qualche modo le nostre imprese, che sono costrette a subire queste regole per poter operare sul mercato unico”.

Da qui la vostra spinta ad un Accordo di Associazione che, in via preliminare, cancelli questi oneri?

“Sicuramente questo è un obiettivo, ma la trattativa in corso ne deve avere anche altri. Allinearsi a certi standard e direttive deve infatti tradursi, per le imprese e per i cittadini, nell’avere finalmente le stesse condizioni degli altri. Ma dobbiamo evitare che tali nuove condizioni siano peggiorative rispetto a quelle attuali, perché in alcuni ambiti potrebbe accadere. Per questo abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere al Governo e alla delegazione sammarinese un maggiore coinvolgimento, proprio per condividere perplessità, obiettivi e soluzioni”.

Lo stesso vale per il mercato del lavoro?

“Sicuramente ci sono questioni tecniche e burocratiche che dovranno essere valutate alla luce delle direttive europee ed è ciò che ci è stato spiegato nei primi incontri sulla bozza di riforma. Le stesse questioni che verranno affrontate nel convegno del prossimo 19 luglio organizzato dalla Segreteria al Lavoro con l’Università. Quello che ci preme sottolineare è però che l’Europa e le sue regole ci sono sempre, non solo a fasi alterne: le imprese europee hanno molti strumenti di flessibilità, ad esempio, che noi non abbiamo. Così come hanno la possibilità di utilizzare altri canali per le assunzioni, oltre al collocamento pubblico, che è l’unico che abbiamo a San Marino. Se parliamo di stesse condizioni, dobbiamo ragionare su tutte le regole e gli strumenti presenti e utilizzati in Europa, non solo alcuni”.

Un principio che vorreste seguire anche nelle altre riforme, giusto?

“Per le nostre imprese associate, come è emerso anche nella recente Assemblea Generale, l’IVA è una di queste. Reputiamo imprescindibile l’introduzione di questo strumento nel nostro sistema delle imposte indirette, non solo perché è più equo della sola imposta monofase e garantirà un gettito maggiore allo Stato, ma perché è lo strumento principale dell’interscambio sui mercati internazionali, da cui discendono poi tutti gli altri strumenti, a iniziare dall’Intrastat europeo. Anche in questo caso, è fondamentale avere le stesse condizioni degli altri, ma questo non toglie che, tramite una trattativa puntuale e onesta che tenga conto delle nostre peculiarità e dimensioni, si possano garantire al nostro sistema dei margini di manovra. Altri Paesi li hanno ottenuti, San Marino deve fare altrettanto”.

LIBERALIZZATE TUTTE LE ASSUNZIONI

Con la delibera n. 1 del 6 luglio 2022 della Commissione Lavoro e la circolare n. 06 dell’Ufficio Attività Economiche dell’11 luglio 2022 è stata formalmente e completamente liberalizzata l’assunzione nominativa di personale non iscritto alle liste (lavoratori frontalieri).

“Un risultato”, spiegano da ANIS, “reso possibile dalla diminuzione repentina del tasso di disoccupazione interna, arrivata ben sotto il 3% in queste settimane. Un dato a cui hanno contribuito, più di ogni altro settore, le imprese manifatturiere, che in quest’ultimo anno hanno assunto centinaia di nuovi lavoratori, tra cui moltissimi residenti”. Questo sforzo, che rispondeva alle rinnovate richieste del mercato, ha di fatto azzerato le liste del collocamento, rendendo appunto possibile liberalizzare le assunzioni proprio perché non ci sono praticamente più sammarinesi disponibili ad essere assunti. “Le imprese che rappresentiamo”, spiegano quindi da ANIS, “sono ripartite prima di quelle di altri settori, cavalcando una ripresa che è partita già nel corso del 2020. Ripartenza che aveva necessità urgente di reperire le professionalità e le competenze sul mercato del lavoro. Da qui la nostra richiesta, poi condivisa dai sindacati e dalla politica, di rendere più libere le assunzioni. Non solo per l’industria”, sottolineano da ANIS, “ma per tutti i settori”.

Di fatto l’assunzione di personale frontaliero è completamente liberalizzata fino al 30 settembre (tecnicamente “è ammessa la comunicazione nominativa per i lavoratori non iscritti/non iscrivibili per tutte le mansioni”) e a partire dal 13 luglio è già disponibile anche la procedura on-line sul portale Labor nella sezione Assunzione Personale – Assunzione lavoratori non iscritti.

La circolare dell’Ufficio Attività Economiche spiega che, nell’ambito della comunicazione nominativa (Modulo H), la presentazione della stessa “produce gli effetti di avvio al lavoro dalla data di decorrenza dell’assunzione che: non può essere retroattiva; la data di avvio non può essere postdatata oltre il 5° giorno lavorativo rispetto alla data di convalida per il decorrere dei tempi di istruttoria perentori disposti dalla norma; restano invariate le disposizioni applicative contenute all’art.4 del Regolamento della Commissione Lavoro deliberato in data 8 luglio 2021 (pubblicazione dell’annuncio di lavoro)”.

Di contro, “se nei controlli successivi da espletarsi nei 10 gg successivi alla convalida si rileva la presenza di Accordo di Mobilità, CIG, non rinnovo di personale per mansione uguale/affine o per contrasto insanabile con la normativa vigente l’Ufficio procederà con provvedimento di revoca e comunicherà immediatamente, tramite mail, sia al datore di lavoro che al lavoratore la risoluzione del rapporto di lavoro che dovrà avvenire entro cinque giorni dal ricevimento della comunicazione, fatti salvi gli effetti prodotti fino alla revoca”.

L’Ufficio Attività Economiche – Sezione Lavoro resta comunque a disposizione per attività di assistenza telefonica dalle 10.00 alle 14.00.

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