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Editoriale: chi ha paura dei robot?

da Daniele Bartolucci

Anno 2022, la paura dei robot dilaga. Se non fosse una battuta, ci sarebbe da preoccuparsi. Eppure è ciò che molti pensano (o hanno pensato) quando l’ISS ha annunciato l’intenzione di dotarsi di questa nuova tecnologia per alcuni interventi chirurgici, che da un lato porterebbe più operazioni a San Marino e dall’altro eviterebbe che molti sammarinesi si debbano operare fuori confine come invece fanno ancora oggi. Nel mezzo, la preoccupazione per i costi altissimi e anche un po’ per il personale che verrebbe sostituito dalle macchine. Una paura questa, che nel 2022 non ha ragione di esistere. Le macchine e i robot sono già da anni in mezzo a noi e non ci hanno sostituiti. Anzi, è vero il contrario: le macchine, sempre più evolute e sempre più intelligenti, hanno portato ad un innalzamento delle competenze e capacità dell’uomo, soprattutto dei lavoratori. In pochi anni si è visto come anche i lavori da operaio siano diventati iper tecnologici, digitali se vogliamo, dovendo come minimi padroneggiare un minimo di comunicazione con computer e tablet. Lo stesso vale negli uffici e in tutti gli altri lavori. Non serve essere progressisti per dire che laddove la tecnologia avanza, cresce l’azienda e crescono anche le persone che ci lavorano. Anche perché, basta guardarsi le classifiche dei “best places to work” per vedere che ai primi posti ci sono sempre aziende hi-tech, non quelle dove l’uomo lotta contro l’arrivo delle macchine come fossero tutte Terminator. Semmai, e questo dovrebbe essere un obiettivo del Paese, occorrerà formare le nuove generazioni di lavoratori all’uso di queste tecnologie. La sfida è qui.

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