Home Notizie del Giorno Visto per voi a Santarcangelo Festival 2022: Teixteira, Calle, Siamo ovunque, Shugaleev

Visto per voi a Santarcangelo Festival 2022: Teixteira, Calle, Siamo ovunque, Shugaleev

da Alessandro Carli

Almeno per il primo fine settimana, almeno per gli spettacoli scelti e visti (quindi in maniera del tutto casuale), Santarcangelo Festival 2022 ha messo in scena una grande coerenza: il titolo della rassegna non esplicita il termine “teatro”, inteso nell’accezione di “parola”, di “testo”, di “narrazione”.

Gli appuntamenti “al chiuso” di venerdì 8 sono stati penalizzati da un guasto tecnico che ha fatto slittare di almeno mezzora l’inizio degli spettacoli (ma ci si è spinti anche più in là, sfiorando i 60 minuti per Ensaio para uma cartografia di Mònica Calle): poco male, tutto sommato: l’attesa è già una forma di drammaturgia. Drammaturgia che emerge bene in La peau entre les doigts di Catol Teixteira, assolo di movimento ospitato all’interno della palestra ITC Molari. In poco meno di 30 minuti l’artista perfomizza il processo farfallesco di un corpo che nasce tenia e che poi scopre le ali. Un lavoro unico – Catol, ingabbiata in una scatola disegnata dalle luci rosse, inizia a movimentarsi solo con le braccia per poi prendere vita, sgusciando tra il pubblico che la segue – in quanto la platea mobile “ricrea” fessure sempre nuove, inventate, causali.

In Ensaio para uma cartografia gli spettatori, decisamente raffreddati dall’umidità del parco Baden Powell, assistono alle prove del “Bolero” di Maurice Ravel: tredici attrici/musiciste danzano a singhiozzo, denudate dei vestiti e degli strumenti, le note “spezzate” del compositore francese (“spezzate” perché vengono sormontate dalla voce di un coreografo che parla in tedesco). Una performance che spinge sulla ripetitività dei movimenti e che, coerentemente con l’intenzione, si manifesta un po’ troppo ripetitiva.

Con Siamo ovunque – progetto ideato e prodotto da Dreams Come True, Hichmoul Pilon Production, collective anthropie e collettivo Siamo ovunque (Bologna), con il contributo di molte/i autrici e autori – il festival di Santarcangelo torna a promuovere un’azione sociale, etica e dialogante: piazza Ganganelli si trasforma in un’agorà in cui gli spettatori vengono invitati a leggere (e qualcuno anche a interpretare, solo con la voce), una manciata abbondante di testi.  Sabato 9 luglio alle 19 la scelta degli spettatori è ricaduta su “Caminar para sanar”, “Storie di una lotta”, “Un muro popolare in Bolognigna”, “Restare”, “Legala bene”, “Avere cura della propria rabbia”, “La spettanza non coincide con l’erogazione”, “Questa scuola ha bisogno di una rivoluzione” e “Pirateria quotidiana”. Testi di frontiera, scritti per accendere una luce sul disagio sotterraneo spesso (e volutamente) dimenticato dai media.

Luce, o meglio, una torcia potente, illumina anche 375 0908 2334 / The body you are calling is currently not available, azione performativa di Igor Shugaleev “internata” nella Casa della Poesia. In 60 minuti – ben visibili e scanditi da un countdown proiettato su uno schermo, l’artista bielorusso sensibilizza il pubblico e gli fa spalancare gli occhi sulla mancanza di democraticità che innerva il suo Paese. Preannunciato da qualche frame “sparato” sul muro, Shugaleev e altri performer se ne stanno inginocchiati con le braccia dietro la schiena e la fronte appoggiata a terra, a “rappresentare” non tanto una forma di “rappresentazione” ma realtà, la vita, quello che accade a chi non è allineato al potere.    

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