Home Dal giornale “Quando dipendenti e manager pensano al bene dell’azienda come se fosse la loro”

“Quando dipendenti e manager pensano al bene dell’azienda come se fosse la loro”

da Daniele Bartolucci

Formazione e consulenza, unite all’esperienza di chi certe necessità le ha già affrontate e vissute in prima persona. L’attività di Corsi.it si basa su questo tipo di servizio, ovvero “offrire realmente le cose che servono”, come ripete spesso il fondatore, Giulio Marsala, alias J.L. Marshall. Ma la differenza sul mercato non si limita ai tanti imprenditori e manager di successo che si immedesimano in docenti e mentor, ma riguarda anche la scelta degli stessi e delle necessità – appunto – che possono soddisfare. “Ad esempio”, spiega Marsala, “molte imprese lamentano che i propri collaboratori sembrano tenere poco al successo aziendale, e questo si riscontra sia nelle imprese private che nella Pubblica Amministrazione. La domanda che imprenditori e chiunque ricopra un ruolo dirigenziale dovrebbero porsi è: perché un collaboratore dovrebbe tenere al bene dell’azienda come se fosse la propria?” La risposta è che “è un problema innanzitutto di mancanza di consapevolezza di alcuni meccanismi su cui tutti noi tendiamo a soffermarci troppo poco. Infatti il collaboratore inizia a pensare al bene dell’azienda come se fosse la propria quando capisce che il proprio successo, e non parlo solo del successo professionale, ma anche del proprio successo come individuo, passa per forza anche dal successo dell’azienda. Lo spiega bene ad esempio Giorgio Chiellini nel corso ‘Mentalità vincente nei team’, che è parte del master MBA di Corsi.it dedicato ad aziende, professionisti e Pubblica Amministrazione. Non è dunque solo la fama come calciatore ad interessarci, ma proprio l’esperienza ai massimi livelli di un leader, Capitano della Juventus e della Nazionale campione d’Europa. Lo stesso vale per Riccardo Illy, che può parlare con più senso di altri riguardo l’etica nell’impresa, essendo la Illy Caffè un’azienda pioniera in questo ambito. Oppure Tomaso Trussardi, che è in grado di trasmetterci contenuti unici quando si parla di far vivere e crescere un brand per generazioni, come è accaduto a loro. Il nostro approccio non si basa infatti sull’offrire accademia, o comunque non solo quella, ma soprattutto ‘pillole di esperienza’: anche per una questione di produttività e di maggior ritorno dell’investimento della nostra formazione. In tal senso, per tornare al tema iniziale, riteniamo che chi ha vissuto in un’organizzazione vincente per molti anni come Giorgio Chiellini sia in grado di raccontarci i dettagli pratici che hanno permesso a quell’organizzazione di essere vincente, e che lo possa fare forse meglio di un tradizionale docente che parlasse degli stessi argomenti”.

Ad esempio Chiellini parla anche di valore, quello dei giocatori a seconda della squadra in cui militano, come quello dei gol segnati in serie A piuttosto che in serie B: “In pratica il valore di mercato del giocatore, ma anche la percezione del valore che egli ha di sé, cambia in base alla squadra dove milita e al successo che questa ottiene a livello sportivo e non solo sportivo. Questo di per sé è già un primo motivo per cui ha senso pensare al successo dell’azienda come parte del proprio successo, ma poi c’è un secondo motivo, forse anche più importante”, avverte il CEO di Corsi.it. “Ci sono persone che vedono il lavoro come una parentesi tra due momenti di vita vera, le quali per molti motivi non vedono l’ora di finire la giornata lavorativa e non vorrebbero mai iniziare il giorno successivo. In pratica vivono una situazione dove non sentono di crescere e non si trovano bene. Questo è deleterio per la persona, ma anche per l’azienda. Per questo acquisire una mentalità imprenditoriale può aiutare a risolvere entrambi gli aspetti: da una parte aiuta il collaboratore ad avere una visione rispetto all’importanza di fare la differenza in una organizzazione, e questo crea un senso di ‘scopo’ che è necessario per la soddisfazione di ognuno di noi”. Non solo: “Dall’altra spinge il collaboratore verso una crescita professionale che alimenta il miglioramento della performance e tra l’altro viene sempre accompagnata anche da una crescita personale. Questo fa la differenza, qualunque sia l’ambiente in cui si lavori”, avverte Marsala. “Lo abbiamo visto e testato in tanti anni di attività nelle piccole e grandi aziende private, sia per i manager che i dipendenti, ma anche per la Pubblica Amministrazione. Anche per questo abbiamo voluto proporre un progetto formativo di questo tipo alla Segreteria di Stato all’Industria, coinvolgendo tutto lo staff in un percorso che potesse dare elementi tecnici ed esperienziali per migliorare la loro organizzazione interna, approfondendo anche determinate soft skill trasversali come possono essere la gestione del tempo e le relazioni tra colleghi, proprio per accrescere in loro, fatte le dovute distinzioni rispetto al settore privato, quella mentalità imprenditoriale di cui parlavamo prima”.

“Si tratta di un’opportunità interessante che abbiamo voluto cogliere per ampliare i percorsi formativi che comunemente vengono attivati nella nostra P.A.”, spiega il Segretario di Stato Fabio Righi. “Nel contesto delle visite della Segreteria agli operatori abbiamo avuto occasione di conoscere il prodotto formativo realizzato dalla realtà imprenditoriale rispetto al quale ci è stata data la possibilità di effettuare una prova concreta che di certo ci ha permesso di poter avere ancor più precisa contezza del servizio offerto. Di certo, lo strumento per chi ha stretti contatti con il mondo imprenditoriale e ha a che fare con dinamiche virtuose come l’organizzazione e la gestione del tempo, delle riunioni e di altri momenti che mettono insieme in pratica i membri di un team, può contribuire a migliorare le performance tanto del mondo privato come quello del mondo pubblico. Senza snaturarne ovviamente il ruolo e le funzioni, ma individuando e intercettando quelle best practice che sono trasversali ed efficaci in entrambi gli ambiti”.

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