Politiche energetiche. Queste due parole messe insieme hanno un significato molto importante oggi, anche alla luce del conflitto in Ucraina che sta esasperando i mercati degli energetici, già messi a dura prova da diversi mesi da una domanda di energia rilanciata dopo i lockdown del 2020 e del 2021. Il problema, però, non è nato dal niente oggi o qualche mese fa, bensì da anni si cercava – spesso invano – di nasconderlo. E con esso la scarsa lungimiranza di tanti Paesi nel non pianificare la propria autonomia energetica (vedi l’Italia, ad esempio), o perlomeno di assicurarsi la garanzia degli approvvigionamenti necessari.
Il problema, insomma, oggi è esploso in tutta la sua drammaticità, ma proviene da lontano. Fa bene quindi il Segretario Lonfernini a ribadire come certe tematiche siano sempre state prese un po’ troppo sottogamba, così come – insieme ai colleghi Canti e Gatti in particolare – fa benissimo a coinvolgere l’AASS e gli altri stakeholder (anche le imprese private, quindi) in una nuova strategia per il futuro, che aumenti la capacità produttiva interna laddove possibile (con le rinnovabili) ridando un po’ di autonomia al sistema sammarinese.
Così come è comprensibile che si aumentino le tariffe agli utenti, stante i rincari dei mercati.
Allo stesso modo è condivisibile l’intento di andare in aiuto di chi questi aumenti li subisce più di altri, con quello che già tutti chiamano il “Decreto Bollette”. Lo stanno facendo tutti i Paesi, è una cosa normale. Ma non è la soluzione. E’ solo la certificazione degli errori, mai così strategici, commessi in passato.