Cattolica. Teatro della Regina martedì 12 aprile. Gabriele Lavia ne “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello.
A.S: sappiamo bene prima di entrare che troveremo una platea devota perché si sa, Lavia è istrione riconosciuto che come entra in scena scatta l’applauso. Sappiamo anche che Pirandello ha nei suoi testi una garanzia di successo.
Insomma, stasera c’è poco da sbagliare ma, come sempre e come dicono a Marinella, io non mi faccio persuaso…
Su palco un telo grigio come la strada, quattro manichini e quattro sedie. E una piantana storta mi fa notare Castiglioni Silvio, alla mia destra. Quattro sedie vuote sul palco e quattro sole sedie vuote in platea.
Calano le luci. Sigla! Matilda Piana, la saracena, sta già istruendo la protagonista Beatrice tradita dal marito e mi sento tornare alle recensioni precedenti… Perché in teatro si grida? È obbligatorio? L’ha forse detto il professore?
La rossa Beatrice (mi ricorda Sarah Jane Morris, ha la stessa vociona, piena e carnosa, le stesse belle spalle) è una bella figura, nell’angolo, devastata nell’animo; può anche permettersi di non gridare. Poi entra lui, oh no, scusate… entra uno del Cluedo. E mentre zompettando ulula già io mi smarrisco e penso: perché i divani e le poltrone in scena hanno i piedi rotti?
Suona il campanello, tacciono le voci (almeno per sette secondi) e nel buio vedi sussurrar… Lui! Quello vero! E mentre lui, Lavia-Ciampa spiega le sue motivazioni sulle corde, ecco un relè che grida per strada in siculo… stop!
Improvvisamente lei, la rossa, scende di scena (bella la strada che costeggia il proscenio…) per tornarvi e c’è un carosellosiglaTv in cui si mettono tutti gattoni alla ricerca del denaro perduto. Stop! Vuoi non metterci balletto e canzoncine? sennò sembra vecchio teatro… Le grida sono contagiose, anche lei incassa… e che farà Lavia (foto: Tommaso Lepera), lo scrivano?
“Mi ha detto a pendagli…” chiede ancora il tenente Colombo – intervallo Cluedo con figurine che saltellano – qualche parolina sicula si potrebbe mica lassciari senza farle seguire la traduzione…? –torna il relè mercato di Palermo, torna la canzoncina e cala il sipario.
Intervallo. Secondo atto. Teresio ha finora capito ben poco se non che: 1 – si urla. 2 – si balla ma ecco che… oh! Entra il deus ex machina! Il calabrese! etc etc, la tendafondaleporta crolla, poi risale, il relè ritorna, Lavia termina il secondo lungo monologo ben modulato e tranquillo e di nuovo dilaga lo starnazzar e finalmente il finale che fa chiarezza sulla storia tutta: la rossa è pazza! E come fa a dire a tutti che è pazza? Facile: lo urla.
Teresio Massimo Troll