Home Notizie del Giorno Visto per voi a teatro: “Gli Altri. Indagine sui nuovissimi Mostri di Kepler-452”

Visto per voi a teatro: “Gli Altri. Indagine sui nuovissimi Mostri di Kepler-452”

da Redazione

In attesa di vedere se martedì 12 l‘ormai secolare Lavia soddisferà la sua folla (e non ho dubbi in proposito…) mi trovo a ripensare alla performance di Nicola Borghesi del 5 aprile alla Sala Snaporaz di Cattolica: Gli Altri. Indagine sui nuovissimi Mostri di Kepler-452.

L’inizio è allarmante: il protagonico entra dalla platea ovvero ‘fantasia vacans’; video e terminologia e scene che ci hanno insegnato a masticare e digerire le nostre TV e i social come ‘autentiche’ anche senza certificazione.

La mia vicina di posto già minaccia di salire sul palco e schiaffeggiare il conduttore.

La scena sembra in effetti un provino di Zelig o non so quale altra bidonformat televisivo.

Poi, ecco una virata secca. Il cronista indispettito minaccia di morte il pizzaiolo rattuso reo di aver apostrofato con termini tipo ‘cazzunnivorodipendente’ l’eroina della settimana (non ricordo il nome ma non mi sembra né italiana né islandese…). Indispettito per essere stato ignorato e disatteso sui canali telefonicionline. È grave! è come non rispondere a un messaggio su WhatsApp!

E qui la narrazione cronachistica si snoda fino al crescendo finale su più canali. Da quello più o meno autentico di Sicilia a quelli convenzionali che distinguono la vita di chi conta e di chi altro non è che massa mondezza problema qualunque colore, diciamo calcistico, abbia. La domanda Nicola l’aveva già fatta in anticipo “Io e voi, io e lui non siamo uguali! …O sì?…”. Poi si parla di Lampedusa, del volo temporale 1961-1980, di New York 2001. E intanto a Lampedusa girano l’isola in auto con la musica a palla e “basta la merda nei tubi”?

Il passo di Nicola è a tratti alla Gaber, a tratti dejavufintroppo. Mi infastidisce veder incollare le ‘variazioni’ di Gould ovunque. Non basta la parola per ‘variare’. E poi ancora: urlare è sinonimo di teatro? E allora? Mi devo fidare di quello che dice?

Ma quando dice: “Ci sono anch’io!” beh, questo mi basta. In queste quattro parole c’è una forza che è tutto. Più del senso, più del divertentissimo intervallo chat chat, più del moralino finalino.

Caro Nicola, in quel ‘ci sono anch’io’ c’è tanto e c’è un popolo intero di voci.

Teresio Troll

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