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Editoriale: La libertà non si cancella

da Daniele Bartolucci

La libertà non si cancella così facilmente. Quando si arriva a San Marino è impossibile non notare la scritta che campeggia in aria su quella struttura che appare leggerissima, ma anche solidamente ancorata alla terra. Ma non è indistruttibile. Come la libertà, che siamo ormai abituati a credere facile, una cosa leggera appunto, ma che senza un legame forte con la nostra cultura e il nostro agire quotidiano, rischia di cadere nell’oblio e lasciare spazio a ciò che abbiamo combattuto per anni, decenni, secoli. E che qualcuno combatte purtroppo ancora oggi…

Cancellare la parola libertà ha un valore simbolico che va oltre il vandalismo. Cancellarla significa negarla e negare tutto ciò che è stato fatto per conquistarla e anche per difenderla. Probabilmente viviamo tempi in cui il valore della libertà è annichilito dagli egoismi e dalla scarsa consapevolezza della sua leggerezza. Ci vuole molta fantasia per immaginare come si debba vivere davvero quando la libertà manca. Forse per questo, di fronte a scelte che non si condividono si usa sempre più spesso la parola dittatura, che simbolicamente è l’antitesi della libertà. Usare quella parola, però, scriverla o spiegarla a voce – se la si pesasse per il valore che ha nella realtà – è di gran lunga la libertà più grande che esista. Se si può usare, allora non esiste realmente. Quindi benvengano urla, strali e critiche feroci. Più ce ne sono, più raccontano di una società libera.

Benvengano anche gli imbianchini delle scritte: hanno il merito di risvegliare le coscienze, per ricordare a tutti che la libertà (quella conquistata, non ereditata senza sforzi) non si cancella con due pennellate..

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