Home Dal giornale Editoriale: Istituzione “ferita”. Ma da chi?

Editoriale: Istituzione “ferita”. Ma da chi?

da Daniele Bartolucci

Di fronte all’accusa di molestie sessuali non ci si può né nascondere né schierare dietro al facile garantismo. Però, proprio perché si sta parlando di una delle cose più infime e deplorevoli possibili, si deve avere anche consapevolezza che ci sono potenzialmente due vittime. La prima è chiaramente la donna che ha subito la molestia, nel caso in cui si appurasse questa verità: una donna che va protetta, perché non diventi a sua volta vittima anche della gogna mediatica che partirà, eccome se partirà. La seconda potrebbe essere l’accusato stesso, nel caso in cui emerga la sua innocenza. Chi sarà la vera vittima tra loro lo stabilirà il Tribunale, ovviamente. Ma c’è anche una terza vittima, non potenziale, ma già gravemente “ferita” come avverte il Congresso di Stato, che annuncia: “Faremo di tutto per difendere la più alta Istituzione del Paese”. E questa è la Reggenza. La stessa che per legge non può essere accusata durante i 6 mesi, ma proprio per questo andrebbe chiarito bene chi l’ha ferita: il Reggente, che molestando ha tradito il ruolo che ricopre? La donna vittima delle molestie perché l’ha detto a qualcuno? O la stampa che ne ha dato notizia, denunciando di fatto pubblicamente il Reggente e attivando la delegittimazione di cui si lamentano ora tutti?
Per chiarezza: le tutele ai Reggenti non cancellano affatto comportamenti illeciti durante il mandato, ma li rimandano al termine dei 6 mesi. Termine che scade a fine marzo. Pochi giorni prima del “liberi tutti” (di venire accusati formalmente, ma anche di difendersi, perché ora il Reggente non può farlo), invece, scoppia lo scandalo. Tutto normale.

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