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San Marino, ANIS chiede più competitività e sviluppo

da Daniele Bartolucci

C’è un po’ di insoddisfazione da parte degli imprenditori ANIS all’indomani dell’incontro con il Governo della scorsa settimana. Un po’ perché si tratta di un confronto richiesto da quasi sei mesi, a cui si sono presentati, pare, solo due Segretari di Stato, più un terzo in un secondo momento, e nessun rappresentante della maggioranza. Ma soprattutto perché sul tema dell’incontro, ovvero le politiche industriali che Governo e maggioranza vogliono portare avanti, “le risposte non sono state esaustive”. E questo, “nonostante tutti riconoscano il valore del settore manifatturiero”, per cui “gli interventi dovrebbero essere conseguenti, mentre a volte sono penalizzanti per le stesse imprese”.

LE PREOCCUPAZIONI E LE RICHIESTE DI ANIS

Il riferimento va a diverse decisione prese dal Governo e/o dalla maggioranza che avevano, come noto, fatto preoccupare ANIS, la quale aveva appunto chiesto questo confronto proprio per comprendere quali fossero gli intendimenti su una tematica così fondamentale per lo sviluppo non solo delle singole imprese o di un comparto in particolare, ma in generale del Paese stesso. “Nonostante sia ormai chiaro a tutti”, aveva avvertito la Presidente Neni Rossini nell’intervista rilasciataci a gennaio (vedi Fixing nr 1), “che l’economia reale ci ha salvati, mantenendo alti i livelli occupazionali, gli investimenti e quindi anche il gettito fiscale, non abbiamo visto tanti interventi in funzione e a favore di quello sviluppo economico che risolverebbe gran parte dei nostri problemi. Anzi, al contrario, abbiamo dovuto prendere atto di provvedimenti e intenti opposti a questa stessa idea, come se lo sviluppo dell’economia reale fosse un problema e non un bene, come se l’impresa fosse un nemico e non un pilastro della nostra società. Il Governo e la maggioranza che lo sostiene, che politica economica vogliono portare avanti? E’ questa in sintesi la domanda principale a cui chiediamo di rispondere con estrema chiarezza”.

Perché oltre alla storica “esigenza degli imprenditori di poter contare, come presupposto per lo sviluppo, su regole chiare, certezza del diritto e tempi di risposta celeri”, ci sono questioni più alte da affrontare. In verità, anche su quelle appena menzionate, non si può dire che ANIS sia pienamente soddisfatta, visto che questi “temi sono oggetto di proposte di riforme non più procrastinabili”. Il riferimento è alle grandi riforme ferme al palo (pensioni, IVA, mercato del lavoro ecc) e a quelle in corso d’opera (come la revisione dell’IGR, ad esempio). L’elenco delle cose fatte, stando a quanto trapela dall’incontro, non è molto lungo: per quel che riguarda le imprese industriali, infatti, ANIS avrebbe evidenziato  la fatturazione elettronica e l’intervento (temporaneo, ndr) sulla liberalizzazione delle assunzioni. Troppo poco, par di capire.

RIFORME E RECUPERO DI COMPETITIVITÀ

La preoccupazione degli imprenditori di ANIS è quindi rivolta a quella “mancanza di un piano complessivo di riforme e interventi necessari a ridare competitività al sistema e alle imprese”, da tempo oggetto delle loro richieste e su cui, purtroppo, non ci sarebbero stati passi in avanti. Nel mentre, ci sono anche le altre urgenze, su cui è stata condivisa, comunque,  la necessità di realizzare anche degli impianti in territorio per quanto riguarda la produzione di energia elettrica. Come annunciato anche dal Governo, infatti, si sta valutando questo tipo di intervento ed è stato garantito che queste valutazioni  vedranno il coinvolgimento di ANIS.

E’ chiaro che gli Industriali si aspettino dunque un cambio di passo, anche perché la situazione attuale non permette tentennamenti, ma anzi, occorre mettere in campo azioni tempestive e lungimiranti, anche per ridare la necessaria fiducia a imprese e cittadini per affrontare le difficoltà del presente e soprattutto le grandi sfide del futuro.

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