Home Notizie del Giorno Visto per voi a al Moderno di Savignano: “Benvenuti” a teatro

Visto per voi a al Moderno di Savignano: “Benvenuti” a teatro

da Redazione

Spengono le luci. Voce fuori campo molto in campo e siccome c’è campo, la voce si schiera contro il putincellulare fastidioso in particolare per la sua ‘lucina’ insopportabile che, invero, illumina il volto del telefonaro e non il palco.

Poi ancora il buio e voci di uccelli. Ed ecco i campanellini di una pinocchiesca musica.

Ricordo di Benvenuti questa sua felice frequentazione musicale che anni fa me lo presentò sul palco a drummeggiare su una botte o scatolone che fosse. Lo stesso palco dove chiuse lo spettacolo di quella sera con una ruggente Axis, bold as love.

E dopo i campanellini pinocchieschi un altro suono ancora: un vecchio telefono! …no… è il campanello della porta! “È aperta! Spinga! È difettosa!”.

Entra lo sprovveduto intervistatore (un bravo Paolo Cioni che dà corpo a quella che sembra una strip di Andrea Pazienza) e la vicenda si snoda. Ma lo spazzolino è guasto, il due è patrono, essere o non essere, Giano bifronte è o no il guardiano delle porte? I dubbi si ammucchiano sul povero intervistatore e sul pubblico. Cos’è? Una scena del crimine, il bunker di un folle, la caverna di un genio marcito in serial killer?

Pausa: una tisana. Alla malva. Ci sarà un veleno nascosto dentro?

Non sto a spiegarvi la trama di “Chi è di scena” di Alessandro Benvenuti, visto mercoledì 2 marzo a Savignano sul Rubicone, esattamente al Teatro Moderno (foto: Riccardo Vannelli).

Quella la trovate in qualsiasi copiaincollaweb. Puntualizzo solo che soggetto e regia sono dello stesso Benvenuti. Un monologo in effetti ma con cento personaggi dalla chiave della porta allo scrosciare dello sciacquone.

Bevuta la tisana la narrazione riprende ad un ritmo che è un casanovarock. Anche Cioni entra nel ritmo. L’inizio è il rito preparatorio dello stregone e l’apprendista quaglione segue ogni istruzione e distruzione e distrazione, come un cane fedele. Ma il mago è già a motore caldo e si apre un assolo che è una serie di lettere, parole, frasi: intelligenza del campione a tutta velocità.

“Ho perso il conto delle stronzate che ho detto”, dice Alessandro ma è un ‘conto’ serratissimo senza sbavature. Gli stop li detta solo la maggiore concentrazione che lui improvvisamente verifica: mi segui? Alessandro ti divora in uno e centomila bocconi perché lui non è grande: è Magno.

Benvenuti a teatro.

Teresio Massimo Troll

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