Home Notizie del Giorno Visto per voi a teatro: “Montagne russe” con Tedeschi e Colombari

Visto per voi a teatro: “Montagne russe” con Tedeschi e Colombari

da Alessandro Carli

Scena classica: un uomo affascinante di mezza età con moglie e figlio in vacanza a sciare, una meravigliosa ragazza. Si incontrano al bar una sera, bevono qualcosa e poi continuano l’incontro a casa di lui. Tutto farebbe presagire la concretizzazione di un cliché quando, ovviamente alla fine del secondo atto (lo spettacolo dura un’ora e mezza compreso intervallo) si rivela la vera intenzione della fanciulla, ovvero quello di incontrare colui che anni prima aveva sedotto sua mamma sino a regalarle una gravidanza.

“Montagne russe”, diretto da Marco Rampoldi e che vede nei panni dei due protagonisti Corrado Tedeschi e Martina Colombari, il 1 marzo è ripartito dal Teatro Petrella di Longiano dopo una pausa forzata (causa Covid) di circa un anno: “bomboniera” gremita (Martina è di Riccione e ha giocato “quasi” in casa: a fine pièce, visibilmente emozionata, ha parlato in dialetto romagnolo a un Corrado “provato” dalla performance ma felice e pronto a raccontare al pubblico che il padre dell’attrice è più giovane di lui) e attenta a seguire l’avanzamento del plot, la luce sulle reali intenzioni di Juliette, dapprima si presenta come escort, poi come giornalista, poi come estetista, infine come figlia di una relazione adolescenziale tra Pierre (Tedeschi) e la madre.
Un paio di “inciampi” nella recitazione della Colombari, che di norma farebbero arricciare il naso, in questo caso danno un senso di veridicità e di autenticità all’interpretazione, di umanità (bello avvertire l’emozione di un’artista che torna in scena dopo una lunga fermata: gli occhi lucidi dei due quando la luce ha illuminato la platea raccontano molto più di quello che si potrebbe pensare) ad un intreccio sociale, ad una storia che ha le parole e i silenzi della vita vissuta. La chiusa è un messaggio di speranza: Pierre, per recuperare l’irrecuperabile (l’aver lasciato la madre di Juliette), chiede alla ragazza cosa vorrebbe fare assieme a lui. Un giro al luna park, sulle montagne russe, e poi uno zucchero filato. Ad un patto però, cioè che lei non lo chiami “papà” ma “Pierre” (c’è pur sempre da difendere una reputazione agli occhi dei propri simili, no?).

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