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Editoriale: Achille, da “tallone” a campione

da Daniele Bartolucci

Achille Lauro rappresenterà San Marino all’Eurovision, ma dietro questa notizia c’è molto di più e fermarsi alle polemiche da quattro soldi che provengono dall’Italia è un errore. E’ mettere a nudo il “tallone d’Achille” che San Marino fa fatica a proteggere da anni. E’ il suo punto debole, quello su cui l’Italia e gli italiani (non tutti) puntano quando si nomina l’antica Repubblica, su cui hanno ancora appiccicato l’etichetta di inaffidabilità se non di furbizia. In questi contesti mai si parla della terra della libertà, non del Paese che ha dato rifugio a Garibaldi e ospitato migliaia di sfollati durante la Guerra, o del distretto industriale che dà lavoro a 6mila frontalieri ogni giorno. Ma non si parla nemmeno del perché Achille Lauro rappresenterà San Marino all’Eurovision. Perché ha vinto una gara. Come – né più né meno – han fatto Mahmood e Blanco a Sanremo, che non è proprio il concorso più pulito e trasparente della storia. Da che pulpito, insomma…
Il fatto che abbia vinto un italiano, però, fa parlare e sparlare anche  sul Monte Titano, al grido di un “prima i sammarinesi” che è l’altro punto debole da sempre. Perché mettere artisti sammarinesi in competizione con artisti  stranieri già affermati è una gara impari, “che si sa già che perdiamo”.

Quindi la competizione è una cosa da evitare? La competizione, restando al contest, ha portato a San Marino centinaia di cantanti, ha  stimolato e fatto crescere quelli che vivono qui e ha alimentato interesse per tutto il Paese. Però è “l’è na bruta ròba” e qualcuno non tiferà nemmeno per Achille Lauro, che è il suo campione in questa sfida.

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