Home Notizie del Giorno Visto per voi a teatro: una smorfia tagliante chiamata Fullin

Visto per voi a teatro: una smorfia tagliante chiamata Fullin

da Redazione

Il teatro è come il ristorante. Ci sono dentro cento cose, diverse fra loro e tutte, secondo il proprio gusto e la propria conoscenza, assolutamente allettanti e piacevoli. Sfumature, odori, immagini, suoni. Stasera siamo entrati in una divertente sala civettuola con lasagne, profumi e merletti subito riconoscibili e strizzatine d’occhio alla nouvelle cuisine. In cucina ci sono, ovviamente, due sorelle; la più anziana, una vera anfitriona, comanda. La seconda, più giovane e spigolosa, illustra, indica, precisa, accompagando lo spettatore al suo posto. C’è tutto; da quello che lo spettatore comprende al volo (certe battute sono sparate letteralmente, facili facili anche per chi guarda la TV) e si aspetta di trovare (un mio ristoratore asserisce e sostiene giustamente che se fai una cucina perfetta e singolare, in Italia, riviera adriatica docet, chiudi in due mesi) alle divagazioni di cronaca e di consuetudine banalwebmediaticaitalica. Fino ad intemperanti tocchi che prima di tutto divertono i gestori della tavola.

Ecco. Se il tuoi palato è nelle righe di questi momenti il sorriso è inevitabile e molto più soddisfacente della battutaccia a soddisfare “questa l’ho capita anch’io…”. Secondo regola per cui lo spaghetto non va mai lasciato solo, il ritmo è tenuto serrato: una battuta seguita da una smorfia, una smorfia sottolineata da una battuta. Non è una cucina complicata, anzi. Elementare…Il gusto per il tagliente è secco come una ghigliottina. Il manico c’è. Si sa, la mano è più importante degli ingredienti che sono in effetti ben pochi. La mano ovvero il mestiere.

Cuoca e cameriera hanno obbedito subito ad un luogo comune: il ristorante lo fanno gli uomini. Alessandro Fullin è uno chef straordinario e Simone Faraon è il suo degno aiuto. Di e in-dipendentemente dai generi, dal livello tecnico-scenografico, dalla profondità del testo, dalla novità della messa in scena e dal talento dei protagonisti, il teatro è uno spazio dove, sempre, il cuoco e il servizio fanno la differenza.

Posso pensarla come voglio sulla pièce ma “Le sorelle Robespierre” di Alessandro Fullin, visto al Teatro della Regina il 24 febbraio, è uno spettacolo che ti fa venir voglia di tornare a teatro anche la sera dopo. 

Teresio Massimo Troll

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