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Enrico Gaudenzi: l’analisi dell’equilibrio richiede autorevolezza

da Enrico Gaudenzi

L’economista John Maynard Keynes teorizzò nel Novecento la teoria del Welfare state: se lo stato interviene con sussidi di disoccupazione e favorisce grandi lavori pubblici, la conseguenza sarà più consumi e la ripartenza basata su maggiore produzione di beni richiesti dal mercato. Ciò genererà più assunzioni e più entrate (fisco e previdenza) per le casse governative e riporterà il bilancio in equilibrio. La strada che tracciò furono le prime linee di interpretazione su fenomeni economici in contrasto con chi lo precedeva. Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) di Mario Draghi 120 anni dopo Keynes analizza 6 missioni (nell’ambito del Recovery Fund europeo) per la ripresa economica e l’equilibrio: digitalizzazione/innovazione/competitività e cultura, transizione ecologica, infrastrutture per mobilità sostenibile e interconnessa, istruzione e ricerca, politica attiva del lavoro con inclusione sociale e coesione territoriale ed infine salute. Entrambe le teorie hanno l’obiettivo di risollevare una situazione di crisi dando stimolo alla produzione, all’impiego e alla crescita del PIL tramite lo Stato ma non necessariamente da parte dello Stato. Al di là di essere in accordo o in disaccordo con le teorie il risultato è stato e sarà sempre quello di dare un codice di comportamento, una gerarchia di sistema e una pratica di gestione del lavoro, in una parola autorevolezza. Il termine si contrappone al concetto di autorità (una carica che serve al sistema per essere funzionante, che organizza gestisce e fa eseguire i ruoli). Calandoci in una realtà aziendale è fondamentale l’esistenza di un manager che con autorevolezza (gravitas in latino) sappia interpretare la visione imprenditoriale e faccia gravitare spontaneamente il sistema e il gruppo a comportamenti volti alla missione e agli obiettivi richiesti. In che modo? Con analisi e interpretazione del dato, con studio ed esperienza o come disse Keynes “tenere saldamente il controllo centrale  dell’economia al fine di programmare e pianificare”. Attuale anche 100 anni dopo vero?

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