Home Dal giornale “La fatica è l’alimento degli spiriti generosi”

“La fatica è l’alimento degli spiriti generosi”

da Simona Bisacchi

Arriva prima o poi il momento di fare due conti. Non in tasca, in testa. E ti accorgi che per mettere un po’ di ordine serve un’ispirazione.

Un’intuizione. Una parola –  fosse anche una sola parola – in grado di dare forza, incoraggiamento. Occorre qualcuno che ti sieda a fianco, ti offra una tazza di caffè fumante – per me una cioccolata, grazie – e ti dica semplicemente “Non arrenderti”. Un monito così comune, così banale, ma che diventa un’indicazione importante quando le difficoltà prendono il sopravvento e non c’è trucco offerto dal mondo che ti sollevi un po’. Non arrenderti.

“La fatica è l’alimento degli spiriti generosi” scriveva Seneca nelle lettere a Lucilio.

Il pensiero inchioda, anche se le gambe vanno avanti: non permetterglielo.

Non lasciarti andare in un torpore di dolore e insoddisfazione che rischia di prendere piede dentro la tua casa.

Non crollare davanti ai fatti – per quanto penosi – vai avanti, fidati, affidati, cammina.

Non restare legato a quello che è accaduto, non spaventarti per quello che accadrà.

Prosegui e scopri piano piano quello che sarà, perché non c’è sfera magica in cui sia inciso il futuro.

Permetti alle tue aspirazioni e alle tue speranze di procedere, senza sosta.

I conti non tornano, si sa.

Nella testa, come nelle giornate.

Poi però c’è qualcuno che ti si siede accanto, butta la calcolatrice dal finestrino del treno, e affronta il viaggio con te.

E c’è ancora un bicchiere di vino per brindare, anche se io continuo a preferire una cioccolata calda, grazie.

Allora brindiamo.

A chi non si arrende anche se gli altri hanno fatto un bel po’ di gol.

A chi si impegna per cercare di essere degno di quelle persone straordinarie che si sono scelte come esempio.

A chi fa di tutto per essere un po’ meglio di ieri.

A chi ha lasciato per strada le illusioni e si è tenuto stretto i sogni.

A Tolkien che ci ricorda che “Noi sappiamo di coloro che proseguirono, non di coloro che abbandonarono”.

E a te che forse non te la stai passando granché bene e avresti tanto bisogno di due parole di conforto.

Non arrenderti.

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