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Consiglio Grande e Generale, 19 Gennaio mattina (report SMNA)

da Redazione

Nella seduta della mattina prosegue il dibattito sui decreti in materia di misure per il contrasto alla diffusione Covid-19 e a seguito del riferimento del Sds per la Sanità sull’andamento della pandemia. Sono 59 gli iscritti a intervenire. Sotto la lente, in particolare, le misure previste dal decreto legge 14 gennaio 2022 n.3 – Rafforzamento delle disposizioni per il contrasto alla diffusione del contagio da COVID-19, su cui non mancano posizioni di distinguo tra gli stessi consiglieri di maggioranza, in particolare su green pass e super green pass, e per cui si annunciano emendamenti con proposte di modifica al testo da parte dei gruppi a livello bipartisan.

Il dibattito- e il successivo esame per la ratifica dei decreti- proseguirà nel pomeriggio.
Di seguito un estratto degli interventi della mattina.

Comma 14

a) Riferimento del Sds di Stato per la Sanità e de congresso di Stato in merito alla situazione pandemia Covid 19 e successivo dibattito

b) Ratifica Decreti -Leggi in materia di misure per il contrasto alla diffusione Covid-19.

Fernando Bindi, Rf: “L’ennesima trattazione di decreti anti covid dovrebbe farci riflettere almeno su un punto: non sarà pensabile, anche a livello scientifico, una trattazione della pandemia all’infinito, senza tenere conto che sulla base dei dati scientifici che emergono, ci sono molte probabilità che il fenomeno diventi endemico. Il che, al di là della contingenza dei decreti da fare in modo ravvicinato, porta a iniziare a ragionare su quali risorse dovremo fare i conti per il futuro della nostra sanità. Ci troviamo di fronte a un cambio di paradigma e dobbiamo ragionare- come micro Stato più di altri- attorno alcuni temi: coniugare la sicurezza della salute e far funzionare allo stesso tempo un’economia che della sicurezza è direttamente figlia. Non ha molto senso continuare a fare l’azione che il governo fino adesso ha fatto. Quando penso che una delle soluzioni è affidare a una signora, per 106 mila euro, la ricerca di finanziamenti per il nuovo ospedale, non mi sembra ci sia molta prospettiva. Da soli non riusciremo ad impostare un ragionamento serio sulle nostre possibilità. Abbiamo avuto la fortuna di avere una struttura sanitaria in grado di andare al di là delle certezze della politica e di salvare il nostro modello di vita in qualche modo. Le modifiche già intervenute sui decreti da approvare dimostrano che le pressioni che arrivano dalla società ci dicono che non si può seguire l’onda di chi vuole ignorare il fenomeno e allo stesso tempo bisogna tenere presente che gli attori in campo sono parecchi, con aspirazioni contraddittorie. Nostro compito è coniugare dimensione scientifica, realismo e le nostre possibilità e guardare un po’ più in là rispetto le delibere di bassissimo livello, attorno a una soluzione dei nostri problemi sanitari attraverso il conferimento di incarichi di dubbia credibilità e dubbia competenza. Se non riusciamo a superare- anche se vincessimo la guerra contro il covid- il senso provvisorietà ed emergenza ,non andremo molto lontano. I problemi tra un anno e due saranno aggravati”.

 
Alessandro Bevitori, Libera: “Il Segretario sa che la situazione in ospedale è fuori controllo. C’è una escalation di toni, offese personali, che condanniamo. Volendo cercare di essere propositivi, però dobbiamo dircelo: qui non sta funzionando niente, dai servizi basici alla possibilità di parlare con il proprio medico, la pediatria che, se si chiama, non risponde nessuno e bambini non hanno assistenza. Ci sono famiglie che si spostano fuori territorio dove le cose funzionano. Segretario, lei ci ha messo impegno, probabilmente è vittima di chi sta decidendo dietro di lei, ma oggi è l’emblema di cosa doveva essere Rete al governo, che doveva cambiare e sistemare tutto e invece ha fallito. Non ha avuto sufficiente coraggio. Noi certe politiche le avremmo approvate. Invece si trova in una maggioranza litigiosa, virando a destra e sinistra, facendo la pantomima delle dimissioni, creando caos nel paese. E ne va la salute dei sammarinesi. Noi come Libera ci stiamo interrogando se questo è una cosa voluta. Se si voglia creare in realtà disservizio per arrivare alla privatizzazione del nostro Iss. In caso, davanti a politiche di privatizzazione dell’Iss troverete in Libera il più grande nemico che si possa incontrare”.


Miriam Farinelli, Rf: “L’enorme quantità di nuovi casi, dovute al fatto che il virus incontri una popolazione troppo numerosa, ancora, di non vaccinati, crea difficoltà nella cura dell’ospedale e nella cura dei malati non covid. Si rischia di saturare la struttura ospedaliera anche per il fenomeno della variante omicron. In questo contesto si conferma la validità dei vaccini. I dati dell’Istituto superiore ella sanità dimostrano come l’efficacia rispetto forme di malattia severe risale al 98% con la dose booster. I vaccini futuri dovranno essere più efficaci nella protezione delle infezioni, non sappiamo se omicron sarà l’ultima variante, ma è improbabile. L’attenzione va su casi gravi e sui decessi, nonché sulla protezione dei sistemi sanitari. E’ importante sottolineare la forte riduzione dei casi di malattia grave e morte grazie alla vaccinazione. In un momento difficile della pandemia,  i Servizi territoriali danno segni di grave sofferenza, l’ospedale ha limitato gli interventi chirurgici programmati e il personale sanitario è ormai allo stremo. Dobbiamo smettere tutti di atteggiarci a tuttologi- infettivologi, con una buona dose di buon senso riusciremo a dare istruzioni non fuorvianti che al contrario minano la credibilità della classe politica”.

 
Mirco Dolcini, Dml: “Noi di Dml, attraverso i nostri suggerimenti, abbiamo contribuito ad evitare nel nuovo decreto misure eccessive come il lockdown e il green pass esteso a tutte le categorie lavorative. Ma non siamo soddisfatti, perché permane la logica del super green pass. Noi sosteniamo la logica dell’uso corretto delle mascherine, l’uso continuo del gel, aereazioni e sanificazioni che molti locali purtroppo hanno abbandonato. Siamo per misure restrittive, ma mai che creino discriminazione. Del nuovo decreto c’è molto da dire. Ad esempio, riteniamo sia necessario modificare la procedura di  somministrazione della dose booster. Se è vero che le categorie più a rischio sono gli anziani, non si capisce perché sono somministrate a chi si  prenota prima, magari giovani, e non agli anziani in via prioritaria. Anche il Protocollo Iss per la Scuola, che manda in Dad i ragazzi non vaccinati, si fonda su una logica che non comprendo. Parliamo qui di giovani, fascia non a rischio. Il Sds all’Istruzione ha evidenziato comunque come il protocollo scolastico sia in continua evoluzione e confidiamo in lui per un cambiamento, conoscendo il suo buon senso. Quindi la Circolare Cons che ha portato la distinzione tra vaccinati e non vaccinati dai 16 ai 12 anni per me. svilisce lo sport e suoi principi. Continuo a non accettare il ritorno alla sospensione delle visite dei degenti in ospedale e tanto altro ancora. Le cose da dire sono tante e lo faremo poi negli emendamenti. Il tempo è tiranno e allora vorrei evidenziare il comma di un articolo tristemente rappresentativo della necessità di un diverso approccio che si dovrebbe avare nella stesura dei decreti. In questi giorni gira una battuta nel paese sul green pass, viene definito come la “Corazzata Potëmkin” per il ragionier Fantozzi. Leggendo l’articolo 10 comma 6 del decreto salto sulla sedia. Da qui alla battuta di Fantozzi è stata data valore di legge.  Il comma infatti recita che l’utilizzo dei servizi igienici all’interno della attività è consentito unicamente ai soggetti in possesso dei documenti, super green pass fino al 31 gennaio, dopodichè sarà accettato il green pass. Se un turista è in centro storico e ha una impellenza fisiologica potrà cercarsi un bagno pubblico o se ne va a casa. Ma se è una impellenza pazzesca, potrà entrare in un bar e usare i servizi solo se ha il super green pass fino al 31 gennaio, poi solo con il green pass, altrimenti dovrà “imbrattare suolo pubblico”. Un certo modo di scrivere decreti mi spaventa molto. Simboleggia che qualcosa non va. Non è comma utile a fini sanitari. E’ sproporzionato. E’ solo un comma punitivo e sicuramente è un comma incivile”.

  
Stefano Giulianelli, Pdcs: “Lo scontro sociale che stiamo assistendo negli ultimi giorni nella nostra Repubblica merita un’attenzione particolare. Da questo Consiglio devono scaturire ragionamenti con la finalità di mettere le cose in chiaro e per invitare la cittadinanza a una estrema prudenza in un contesto in cui i casi di contagio sono in costante aumento. In Italia si prevede il picco dell’ondata tra due settimane. Siamo in un momento di estrema emergenza. Non mi ritrovo in molte critiche fatte, personalmente ho avuto necessità di contattare Pediatria e non ho avuto problemi. Rigetto L’accusa del consigliere Bindi e l’accusa di impreparazione. Ci siamo trovati casi di oltre 1700 contagi al giorno, e per fortuna le ospedalizzazioni sono minori di altre ondate. Rigetto le critiche sulla cattiva volontà, sono fandonie dire che c’è volontà di privatizzare l’ospedale, fandonie che non devono trovare terreno fertile in questo dibattito. Sul decreto n. 3: sono perplesso sulle misure previste nell’articolo 6, quando introduciamo il super green pass per l’accesso a determinate attività e servizi, ritengo questo tipo di misure per contrastare  il covid debba essere rivista. E’ una mia posizione personale. Sono favorevole alla vaccinazione, sono per la massima prudenza e per l’utilizzo corretto dei presidi di sicurezza individuale, ma non condivido quello che si prevede nell’articolo 6. Sarei favorevole a emendamenti in grado di armonizzare questa misura all’interno del contesto che stiamo vivendo”.

 
Adele Tonnini, Rete: “Mi chiedo se è possibile che lo scontro porti a offese personali, offese agli operatori che si impegnano a dare servizio alla cittadinanza ogni giorno. Siamo arrivati a 1.300 positivi qualche giorno fa. Tali dati hanno portato l’Iss a chiedere misure per il contenimento del contagio, cosa che andava fatta già con il decreto di dicembre e che non si è potuto fare per le scelte dei singoli partiti. Ognuno purtroppo spinge per una sua posizione personale. L’Iss è in una situazione anomala e dovrebbe godere piena fiducia. Quando lo staff medico suggerisce modifiche a decreti e azioni che possono portare fuori dalla 4^ andata, dovrebbe essere ascoltato. E’ chiaro ci sono problemi nei settori sanitari, ma l’attacco è sempre rivolto alla Segreteria e non a chi dirige certi settori. La politica non può entrare nel merito di protocolli sanitari e scienza medica, non possiamo fare altrimenti che fidarci, se no finiamo di alimentare lo scontro di cui abbiamo avuto contezza anche oggi, con interventi ascoltati, da cui mi dissocio. Detto questo, i problemi ci sono e mi chiedo a che punto sono i progetti portati in Commissione 4^. Ricordo il pieno appoggio del Segretario affinché tutti quei progetti fossero portati celermente per risolvere le problematiche. Auspico si possa arrivare alla normalizzazione dei contagi, sicuramente arriverà con la bella stagione. Credo lo scontro non serva a nessuno e chiedo a tutta la politica di far lavorare serenamente l’Iss”.


Guerrino Zanotti, Libera: “La relazione del Segretario ci rimanda alla validità di quanto da sempre sostenuto da Libera: la necessità di rendere sempre più efficace la campagna vaccinale, per affrontare una pandemia che non molla la presa e ci mette di fronte a numeri importanti, in qualche modo dei ricoveri in isolamento e in terapia intensiva. Rispetto alle richieste del Gruppo emergenze per l’obbligo vaccinale e il lockdown, siamo ancora oggi in situazione di incertezza. Se da una parte, così come riconosciamo, va dato valore a quanto arriva dal mondo scientifico per adottare misure ritenute necessarie, siamo purtroppo ancora ostaggio delle divisioni della maggioranza. Non ci sto a sentire che è l’opposizione che crea malcontento e incendia piazze. Libera ha votato l’ultimo decreto covid in Aula, non venite a dirci che siamo noi che fomentiamo la piazza. Tutti i problemi che oggi abbiamo sul clima di scontro nel paese derivano proprio da divisioni interne alla maggioranza. Questa è un’emergenza sanitaria e non ce ne rendiamo conto.   Dalla maggioranza non arriva un messaggio univoco ai cittadini. Più si aggiungono i ritardi nell’arrivo dei vaccini e anche le dimissioni che ha presentato il Segretario. Se pensiamo che il suo gesto sia dettato dal fatto che aveva sposato una certa linea sui decreti- che noi possiamo anche condividere- il risultato è stato che i decreti ora sono frutto di un compromesso che li rende di difficile applicazione. Ma la responsabilità della Sanità è sua, Segretario. Oggi siamo qui a parlare dell’ennesimo decreto con le ennesime divisioni. Oggi un membro di maggioranza lo ha quasi ridicolizzato”.

 
Matteo Rossi, Npr: “Condivido lo spirito critico, l’analisi e tutto quello che vogliamo fare come Parlamento, ma non mi ci ritrovo nel tentativo di dover trovare ad ogni costo linee di pensiero alternativo e comunque forzate. Non credo che maggioranza e governo lavorino in antagonismo per la pandemia, noi dobbiamo combattere con chi rischia la vita, per cui ci sentiamo di essere prudenti, ma non per partigianeria politica, perché in ballo c’è la salute e la vita. Con il decreto credo si siano messe in campo soluzioni sotto certi aspetti anche un po’ troppo morbide. L’unica soluzione per uscire dalla pandemia, se ne usciremo mai, è la vaccinazione. Ma non è il politico che lo dice, mi baso- come ogni collega al parlamento e al governo- sui dati. I dati ci dicono che più gente vacciniamo, più gente sta bene, meno gente va in terapia intensiva e meno gente muore. Non trattiamo la pandemia con principi ideali, noi guardiamo i numeri. Perciò, non cadiamo nella banalità di dire che ‘il turista senza green pass non può andare in bagno’, di creare un dibattito sterile giusto per prendere una manciata di ‘like’ sui social, non è una partita politica. Non facciamo politica sulla questione sanitaria. E’ un appello che faccio a me, ai colleghi di maggioranza e di opposizione. Secondo me con il decreto potevamo avere maggior audacia. Sono a favore di green pass e super green pass, però dobbiamo mettere le persone nella condizione di essere vaccinate, serve armonizzazione con il contesto sanitario, che il vaccino ci sia e che la prenotazione sia efficiente. Lavoriamo insieme per essere più efficienti e per non essere attaccabili”.

 
Matteo Zeppa, Rete: “Mi dissocio completamente dall’intervento del collega Mirco Dolcini. Utilizzare il microfono in questo modo è deleterio e non fa bene a nessuno, se non alla propria volontà di volersi sfogare su tematiche che comunque sono state difficili. Il Segretario ha dato numeri impietosi e reali di quello che sta vivendo la struttura ospedaliera e chi ci lavora. Ci sono dati che definiscono l’impatto della variante Omicron, completamente differente dalle precedenti. E’ qui che bisogna affidarsi alla scienza e agli scienziati. Analizzando i dati della sanità e dell’Iss si può affermare che è importante il dato delle prime due dosi che la cittadinanza sammarinese ha fatto, senza imposizioni. L’84,79% dei residenti a San Marino ha completato il ciclo vaccinale, sapendo benissimo che non esclude dal contagio, ma può dare differenze, anche con omicron: altissimi contagi ma ospedalizzazioni inferiori. Manca un 15% da ricercare nella popolazione under 12 e nelle quote di cittadini che hanno deciso volontariamente di non vaccinarsi o di coloro che per patologie proprie non possono vaccinarsi. Con Omicron sono cambiate le regole del gioco. Da Natale si è avuta una tempesta dei contagi, il picco il 12 gennaio con 1804 contagiati a San Marino. E’ come se l’intero Castello di Faetano fosse contagiato. In pochi giorni più di mille contagi. I numeri delle chiamate dei cittadini sono mostruosi. Siamo tutti pronti a criticare tutto quello che viene fatto, non tenendo conto che se salta l’ospedale- e non è una minaccia, ma una possibilità- salta tutto, anche l’economia. E chi qui dentro dice che l’economia deve andare davanti alla salute pubblica, non posso condividerlo. Qui non deve essere una battaglia politica, ma di civiltà. Abbiamo solo un ospedale e non può essere solo un ospedale covid. La salute va garantita a tutti”.

  
Iro Belluzzi, Npr: “Spero quanto prima si possa fare una riflessione sulla sanità, su come la vorremo e come dovrà essere rivista. San Marino ha un ospedale solo, vero, ma bisogna dare continuità alla salute dei cittadini con interazioni e accordi quantomeno con le Regioni a noi vicine. La situazione della pandemia ha messo in luce le difficoltà del sistema: medicina di base, territoriale, penso anche al servizio in cui svolgo la mia professione, il servizio farmaceutico. Le farmacie distribuite sul territorio sono la metà rispetto l’Italia, con un terzo di addetti. Dobbiamo investire sulla comunicazione, non sempre omogenea: siamo andati dall’essere un Paese covid free ad essere un Paese sull’orlo del baratro. Non sarebbe male adottare una delle ipotesi indicate dal comitato tecnico scientifico sull’obbligatorietà della vaccinazione, per chi può assumerlo ovviamente. Limita più le libertà personali l’obbligo vaccinale o tutti i decreti e le limitazioni previste in essi?”.

 
Luca Boschi, Libera: “Chi usa la pandemia per qualche ‘like’ in più non viene dall’opposizione, ma dalla maggioranza, tanto che i suoi colleghi più volte sono stati costretti a prendere le distanze. Noi abbiam appoggiato il precedente decreto e probabilmente anche con questo, ma alla cittadinanza manca programmazione. Tra qualche mese tutti sappiamo che andremo probabilmente verso la 4^ dose, ma allora perché non dirlo? Essere ottimisti non significa nascondere l’evidenza. E’ questo favorisce chi strumentalizza, i no vax. Lei, Segretario, deve spiegare alla popolazione perché si è dimesso, se no passa ed è passato il concetto che, a ridosso dell’emanazione di un decreto covid, che si dice lei voleva più severo e qualcun altro no, sembra si sia dimesso per questo e non ha ottenuto comunque niente. Perché il decreto è rimasto tale, e lei è comunque rimasto lì. Ci dica perché allora i motivi delle dimissioni sono state superate. Altro peccato che le imputo è quello di far vivere il paese da due anni in eterna emergenza, senza visione di programmazione. I letti in terapia intensiva sono gli stessi di due anni fa, i centralini sono gli stessi e i servizi sono gli stessi di due anni fa. E non funzionano. La invito a interrogarsi, di fronte l’attuale situazione. Servono persone credibili e autorevoli. Lei ha ancora fiducia nel comitato esecutivo? Se no, li sostituisca. Abbiamo bisogno di un comandante nel pieno della fiducia dei cittadini”.

 
Maria Catia Savoretti, Rf: “I dati del Segretario poteva darli rispondendo a una nostra interrogazione in cui abbiamo posto tante domande in modo dettagliato. Ci saremmo aspettati in diversi in quest’Aula un’analisi più politica sull’accaduto e come il governo intende muoverci sul continuo propagarsi del virus. E avremmo voluto avere la relazione almeno un giorno prima, per esaminarla con maggiore attenzione. E’ un dato di fatto: la struttura sanitaria è al collasso. Basta leggere i post dei cittadini sui social o solo fare una telefonata ai numeri indicati…tanti i disagi che ancora oggi si devono affrontare. E non esiste solo il virus, ma tante altre patologie. I sacrifici qui li abbiamo fatti tutti, certe scelte non si possono fare dalla sera alla mattina senza valutare le conseguenze. Non possiamo più permetterci di trovarci impreparati. Alcune scelte risultano poi incomprensibili: mi riferisco alla riduzione della durata del green pass, senza che ci fosse disponibilità dei vaccini. Per non parlare del decreto di venerdì scorso. Mi dovete spiegare l’introduzione del green pass rafforzato per soli 13 giorni per accedere in certi luoghi e locali.. mi auguro una spiegazione ci sia”.


Carlotta Andruccioli, Dml: “Non voglio ergermi a tuttologa, ma certe scelte che prendiamo impattano sulla vita dei cittadini. Qualcuno ha interesse di farci passare a chi sfrutta la pandemia per dei ‘like’, ma la mia forza politica non è nata per trovare facile consenso. Il problema oggi sono i numeri dei contagi o le ospedalizzazioni? La misura del ‘tutti a casa’ sarebbe insostenibile, negheremmo l’importanza dell’esserci vaccinati nell’ultimo anno. Obiettivo non deve essere più quello, in via prioritaria, al contenere l’aumento dei contagi, ma dobbiamo concentrarci sui casi da seguire e prendere misure per limitare i numeri di questi casi, proteggendo le fasce più fragili con misure anche drastiche. L’opinione sul green pass di Dml è già stata ribadita: è inefficace per fermare il virus, cosa per cui è nato. Ha contribuito a creare una falsa sicurezza. Altro aspetto che mi preme e il non creare scontro sociale: vedere tifoserie da una o l’altra parte è preoccupante. Posso non condividere la scelta di chi non si vaccina per determinati motivi, ma il rispetto delle persone non deve venire meno e in Aula dobbiamo dare buon esempio, non alimentando strumentalizzazioni. Su piano vaccinale: bisogna recuperare o ritardi. Lo scorso anno la campagna vaccinale era stata organizzata molto bene, dando priorità a categorie fragili e a rischio. Perchè in questa fase non sono state seguite le priorità e senza un ordine delle vaccinazioni? Ci sono 20enni già vaccinati  e 60enni in attesa”.

 
Denise Bronzetti, Gruppo misto: “Spiace rivedere riprodotto qui in Aula lo scontro del paese, per posizioni tutte legittime. Dovremmo tutti quanti interrogarci su quanto sta succedendo dentro e fuori confini: non può costantemente ripetersi lo scontro no-vax e pro-vax. Le motivazioni contrarie al green pass non sono il più delle volte di chi è contrario alla vaccinazione, ma perché è uno strumento non sanitario che non mette a riparo dal contagio  ed è sotto gli occhi di tutti.  Anche le persone vaccinate con terza dose oggi contestano le misure che spesso vengono adottate in maniera non congrua e al di fuori della logica. Nel momento in cui nel decreto si dice che non si possono usare i bagni della ristorazione se non si ha la ‘carta magica’ si ha un esempio lampante di come non si usi più un minimo di razionalità”.

 
Fabio Righi, Sds Industria: “Ho ascoltato con attenzione i contributi in Aula, credo uno in particolare abbia dato l’immagine chiara delle posizioni di ambo le parti, quello del consigliere Andruccioli. Non è vero che la Segreteria all’Industria sia contro le misure anti covid e che voglia che San Marino diventi terra di nessuno. Non mi sono sottratto come Segretario ad assumere misure che hanno portato, anche se con difficoltà, risultati. Il lockdown era stato richiesto già nel 2020 come più recentemente: se avessimo recepito le misure pure e semplici degli organismi tecnici, avremmo dovuto chiudere completamente il Paese e non lo avevamo fatto neanche nel 2020. Non sono contento che oggi abbiamo 14 ospedalizzati. Dovremo cercare di averne zero, ma considerata la situazione, è una gran risultato che l’ospedale sia salvaguardato nelle ospedalizzazioni e che il vaccino abbia avuto un ruolo enorme in questo. Ma non ha bloccato i contagi. Ci sono sensibilità e punti di vista diversi sulle misure che nei numeri non hanno permesso di giungere ai risultati preposti. L’ospedale sulle ospedalizzazioni in qualche modo ha tenuto. E i dati, nonostante l’esplosione dei contagi, sono confortanti, al 17 gennaio non si vedono ulteriori ospedalizzazioni  e si registra riduzione dei contagi. Unica cosa su cui mi trovo con una opinione diversa è la necessità di evitare di acuire lo scontro che si è creato. Poi sulle misure condivido che molte siano corrette e che altre potevano essere meglio contemperate, ma c’è un dibattito e un confronto da fare. Invito tutti alla collaborazione e a non cercare partite politiche in cerca di ‘like’, io non vedo questo”.

Teodoro Lonfernini, Sds per il Lavoro: “Spero ci troviamo tutti quanti ad analizzare il decreto covid come ultima istanza, rispetto la circostanza pandemica. Mi auguro sia davvero l’ultimo decreto emergenziale.  In pochi giorni abbiamo avuto 1800 e più cittadini contagiati, in una comunità di meno 35 mila residenti: i dati dell’Iss ci dicono che, di questi, 450 persone avevano sintomi pesanti. Erano sì domiciliati, ma con sintomi pesanti. Se non avessimo ascoltati indicazioni Iss e nel caso in cui, di quelle 450 persone, un 20-25% avrebbero avuto un aggravamento e fossero dovute ricorrere all’ospedale, cosa avremmo avuto? Qual sarebbe stato l’intervento in Aula di qualche consigliere? Sarebbe stata totale mancanza di responsabilità nella tutela della salute pubblica di tutti i cittadini. A fronte di dover commisurare la capacità di tolleranza su alcune misure come ultimo sacrificio, credo il decreto in approvazione debba essere assolutamente sostenuto. Deve portarci fuori dalle ultime settimane complicate e riuscire a farci dire insieme che il Paese, anche di fronte a un’ulteriore 4^ ondata, la sua struttura sanitaria e le istituzioni hanno saputo intervenire in modo adeguato per la nostra comunità. Poi, è logico, se analizziamo le grandi incongruenze di un’epoca pandemica, va da sé, che ci saranno tante cose che generano in noi tanti e più fastidi e perplessità. E lo testimonia anche il tempo impiegato dalla maggioranza nel realizzare il decreto”.

 
Emanuele Santi, Rete: “Oggi sono di fronte all’ennesimo dibattito consiliare sul covid e all’ennesimo decreto, a ancora oggi sento e provo disagio per interventi politici che pretendono di saperne di più della struttura ospedaliera e sono pronti a mettere in dubbio le misure suggerite dall’ospedale. Non è questione di far polemica vax o no-vax. Ci siamo affidati in questi due anni in modo opportuno a quanto ci diceva la struttura ospedaliera e, se oggi siamo riusciti a contenere i problemi, è perché abbiamo ascoltato disposizioni che ci davano. E anzi, forse siamo in ritardo con il decreto. Come abbiamo ascoltato da Farinelli, oggi abbiamo medici e infermieri allo stremo. Avremmo dovuto dare  loro risposte prima. E dalla relazione del Sds Ciavatta viene messo in luce che i non vaccinati sono una categoria di rischio e non è discriminazione. Quando la politica si mette a fare il dottore non fa un buon servizio al paese. Il decreto è tardivo, avremo potuto farlo15-20 giorni fa e dare un po’ di sollievo al nostro ospedale. Mi auguro le misuri funzionino e i livelli tornino a normalità che auspichiamo tutti, ma ora è inutile discutere delle virgole, c’è una emergenza da gestire”.

 
Oscar Mina, Pdcs: “Per alcuni l’ultimo decreto covid non ha accontentato tutti, mi pare paradossale definirlo l’ennesimo fallimento di politiche sanitarie di governo e maggioranza. Spesso si confondono diversità di pensiero con il contrasto a indicazioni del mondo medico-scientifico. Ho sentito che non siamo riusciti a tenere una posizione univoca. Confronto c’è stato, ma si sono tenute in considerazioni tutte le prerogative medico-scientifiche. Obiettivo è tornare alla normalità. I dati confermano che il rischio elevato che abbiamo è tra i non vaccinati. L’adesione alla vaccinazione quindi mi verrebbe da definire come atto morale per chi è maggiormente esposto e per chi si è vaccinato, garantendo anche chi ha fatto scelta diversa. Condivido i decreti e in particolare l’ultimo, non abbiamo altre strade, lo sosterremo fortemente. Al di là dei particolarismi emersi, ci auguriamo il virus si indebolisca e diventi endemico e che misure definite, anche qui dentro, come discriminatorie non ci siano più. Il resto mi sembra una guerra politica priva di sostanza. Il mio appello all’Aula è che il decreto venga assolutamente approvato”.

 
Vladimiro Selva, Libera: “La salvaguardia della salute conta anche perché, se abbiamo migliaia di persone a casa malate, sono un costo, non solo paghiamo la malattia, ma anche le attività vanno in sofferenza. I temi salute-economia sono collegati, investire sulla salute è fondamentale. E qui viene la critica: per tutelare la salute vi sono tutta una serie di presidi che, per tanti motivi, è evidente che oggi sono in difficoltà. Risulta persino difficile procedere a una cura il più delle volte, eclatante poi il fatto che il centralino non risponda”.

 
Andrea Zafferni, Rf: “Emerge dai dati che la protezione che il vaccino dà dal contagio sia piuttosto scarsa. Si vede che però protegge da manifestazioni gravi della malattia. Il rischio di complicanze è irrisorio fino a 39 anni anche senza vaccinazione, mentre cresce sopra le fasce di età dai 60 anni. Questi dati dovrebbero dettare due strategie: 1) non puntare su dosi continue di vaccini e green pass per limitare contagi. 2) spingere al massimo sulla vaccinazione over 50, in primis con capillari campagna informative, a partire dal contatto diretto con medici di base. E se non basta anche con forme coercitive, perché su queste fasce di età c’è il rischio consistente che si intasino i servizi in ospedale. Invece qui con il green pass si creano riserve accessibili solo ai vaccinati, pensando di poter limitare contagi. Ma così si limitano solo di più i giovani che hanno meno rischi, di contro si pone meno attenzione a quelli che sono meno a rischio e sono meno spinti a vaccinarsi per la logica del green pass perchè hanno una vita sociale inferiore a quella dei giovani. Così sulle terze dosi abbiamo liberalizzato le somministrazioni, agevolando di fatto i giovani rispetto ai più anziani che ancora aspettano i vaccini. Qualcuno dirà che queste sono posizioni no vax se si mettono in discussione le indicazioni date da tecnici. Semplicemente è necessario concentrare le vaccinazioni su chi ne ha effettivamente necessità, evitando di limitare la vita a chi ha meno rischi di complicanze, fino a 39 anni, visto che con il vaccino non proteggiamo dal contagio. Augurio che quando ragioniamo in Aula sui delicati equilibri tra diritti costituzionale torniamo a farlo sulla base dati e statistiche e reali accadimenti”.

 
Massimo Andrea Ugolini, Sds per la Giustizia: “E’ complicato contemperare le esigenze sanitarie con quelle economico-politiche, anche questo decreto cerca di dare soluzioni al fenomeno delle esplosioni dei contagi. Siamo arrivati a 1500 casi attivi in Repubblica, terapia intensiva e i ricoveri in questo momento non sono eccessivamente elevati, ma i potenziali di chi potrebbe avere bisogno di queste cure sono tanti,  di qui i provvedimenti. Come prima cosa occorre ringraziare la struttura sanitaria e il collega alla Sanità per tutto il lavoro che si sta protraendo da anni ormai.  E’ chiaro non esistono provvedimenti perfetti e che ci possono essere provvedimenti imperfetti, ma mettere in campo misure per ridurre numeri di terapia intensiva e le ospedalizzazioni e per mettere in protezione tutti è un nostro dovere. Vaccini: oggi sono finalmente arrivati e in pochi giorni si potrà procedere a vaccinare chi ha fatto richiesta di dose booster e vedere le diminuzioni di contagi nei prossimi giorni. Andremo a vedere tuti gli emendamenti, ma credo che la ratio di questo decreto sia tutelare la salute pubblica”.


Gaetano Troina, Dml: “Rivolgo un invito: quando ne avete la possibilità vaccinatevi. E’ solo il vaccino che ci ha permesso di limitare casi gravi e ricoveri. Questa è la posizione di Dml fin da inizio pandemia. Questo a scanso di ogni equivoco e maldicenza. Un ragionamento sui dati: oggi non è importante il numero dei contagi, che sono molto alti, che sono prevalentemente con persone con zero sintomi. E’ importante spiegare chi oggi è in terapia intensiva e viene ricoverato. Sul Green pass: siamo sempre stati critici su questo strumento. Sputnik: il vaccino ha funzionato e ha protetto i sammarinesi in un momento critico. Stiamo ancora lavorando per una proroga con l’Italia per chi ha deciso di fare un’altra dose Sputnik? I cittadini lo dovranno sapere, E ancora, la terza dose sarebbe stato meglio assicurarla prima agli anziani, concordo con Zafferani. Detto questo, non ci sembrano osservazioni fuori luogo e non ci sta bene venire additati solo per aver fatto proposte. Non è una questione politica. Non abbiamo mai fatto interventi per mero consenso. Mi sembra invece che qualcuno approfitti delle diversità opinioni per alimentare lo scontro. Ma attenzione, da una virgola a una parola di troppo in un decreto può chiudere un’attività. Per tutto questo non possiamo condividere alcune disposizioni del decreto 3, che non ci pare tenere conto della situazione attuale: le difficoltà nel mondo del lavoro, la discriminazione a scuola per alunni non vaccinati. Per noi alcuni protocolli vanno rivisti, a partire dalle quarantene, il servizio tracciamento va potenziato. Sono proposte di buon senso e continuiamo a volerli proporre, per questo abbiamo lavorato ad emendamenti per rendere più condivisibile il provvedimento”.

SMNA

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