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Il programma di riforme slitta ancora: 2022 anno decisivo

da Daniele Bartolucci

Il 2021 doveva essere l’anno delle riforme, ma tutto o quasi slitta al 2022 e al 2023. La deadline resta comunque il 2024, quando scadranno i titoli di stato per 340 milioni di euro emessi all’inizio di quest’anno, come ha ribadito il FMI e come hanno evidenziato anche i vari membri di Governo. L’obiettivo è dunque quello di arrivare a quella data con gli interventi principali già in vigore e capaci di produrre gli effetti auspicati, ovvero la sostenibilità economica (dello Stato e indirettamente di tutto il sistema economico e sociale sammarinese) e lo sviluppo economico, oggi ostaggio dell’arretratezza e dell’isolamento del Paese sotto tanti punti di vista. Il ritardo con cui si sta procedendo, pur con l’attenuante della pandemia, allontana sempre più questo obiettivo – come ha più volte ribadito ANIS, sempre più preoccupata dalla mancanza dai continui rimandi delle riforme – oppure, in chiave meno pessimistica, obbliga tutti a condensare gli interventi nello spazio di pochi mesi. Questo significa avere una pianificazione puntuale, ma soprattutto vincolante per tutti, per evitare che tutte le “agende” proposte – a volte perfino scritte e depositate – vengano rispettate. E’ il caso, non certamente l’unico ma sicuramente il più importante, del Programma Economico che annualmente viene redatto con il contributo di tutte le Segreterie di Stato in merito ai progetti da realizzare nei successivi mesi: quello per il 2022 è ufficialmente solo il secondo di questo Governo e, come avvenuto per quelli precedenti, le riforme che dovevano essere già completate sono state rimandate all’esercizio successivo. Dalle pensioni all’introduzione dell’IVA, passando per il nuovo PRG, l’Accordo di Associazione all’Unione Europea, il sistema bancario, il mercato del lavoro, la spending review e tanto altro.

Vediamo dunque l’avanzamento dello stato dei lavori dei singoli “cantieri”, evidenziando dove possibile le prossime tappe e scadenze.

RIFORMA DELLE PENSIONI: È L’ANNO DECISIVO?

Il sistema pensionistico e in generale quello previdenziale sono “insostenibili”. Lo dicono i numeri (sono già 12.500 le pensioni erogate e stante l’età media dei lavoratori e l’aumento dei prepensionamenti tale cifra è destinata ad aumentare) e lo dicono anche tutti i politici e le associazioni di categoria, preoccupati dall’enorme divario tra entrate e uscite nel bilancio dei fondi pensione. Un po’ meno i sindacati, che su questa partita giocano arroccati in difesa da anni, facendo leva sia sui “diritti acquisiti” (dei già pensionati), sia sulla scala di valori con cui determinare le priorità, che per loro partono dall’equità fiscale e dalla lotta all’evasione (su questo fronte, si vedrà subito dopo, c’è comunque un tavolo aperto e lì si vedrà realmente se c’è questa volontà o meno). Non una posizione intransigente, ma che palesa una certa sensibilità sul tema, ricordano alla politica che la riforma pensionistica avrà ripercussioni importanti sul consenso elettorale. E questo, fino ad oggi, è l’ostacolo più evidente ad una riforma che sotto tutti gli altri punti di vista è urgente e necessaria. Sono queste le posizioni che sono emerse nel corso degli incontri programmati dalla Segreteria alla Sanità, coadiuvati in parallelo dai tecnici incaricati delle analisi dei tati attuariali e delle proiezioni sui singoli interventi proposti. Incontri che sono proseguiti durante tutto il 2021 e che continueranno anche nel 2022, quando secondo le intenzioni del Governo si dovrà arrivare alla vera e propria riforma.

FISCALITÀ: IGR E IVA. MA ANCHE L’ATTESO ICE

La fiscalità sammarinese è ancora oggi una leva importante per attrarre investitori, imprese e residenti, ma nel tempo ha generato anche delle problematiche al Bilancio dello Stato sul fronte delle entrate e sul fronte dell’equità, ma anche allo stesso sviluppo economico se si pensa alle difficoltà nell’interscambio in mancanza di uno strumento come l’IVA (che comunque è e resta principalmente uno strumento proprio per l’equità fiscale).

Temi evidenti anche al Governo se è vero che ha in programma una revisione organica della normativa in materia di imposte dirette e in particolare sull’IGR: c’è già un gruppo di lavoro a livello tecnico da mesi e l’obiettivo dichiarato è quello di avviare il confronto sugli interventi ideati nei primi mesi del 2022, per arrivare ad un testo di legge entro giugno. Più o meno la stessa tempistica che dovrebbe seguire il perfezionamento dell’ICE-Indicatore della Condizione Economica (l’ISEE sammarinese, ndr), per diventare finalmente operativo e accompagnare ogni altro intervento di riforma su welfare e fiscalità.

Nel frattempo, però, manca sempre quel completamento della riforma fiscale del 2013, ovvero le imposte indirette. L’introduzione dell’IVA, che doveva essere completata già nelle more di quella riforma, viene spostata ancora in avanti, nonostante il monito del FMI e nonostante gli impegni assunti ogni anno. La (nuova, ndr) road map del Governo prevedeva nel Programma Economico depositato mesi fa che “di avviare il confronto preliminare sulle linee portanti ed indicative del progetto entro la fine dell’anno 2021, con presentazione del progetto di legge in prima lettura in Consiglio Grande e Generale nei primi mesi del 2022”.

Più o meno la riproposizione di ciò che era stato scritto nel documento dell’anno prima: “Il ritardo rispetto alla tempistica riferita nel precedente documento di Programma Economico è dovuto alla maggiore complessità e conseguenti ritardi del progetto fatturazione elettronica e alle ricadute negative sull’attività dell’amministrazione pubblica a seguito del perdurare dell’emergenza pandemica anche nel corrente anno”.

Ma gli incontri preliminari, almeno ufficialmente, non si sono visti. Nel frattempo dalla relazione alla Legge di Bilancio si evince che c’è “in programma di elaborare nel 2022 le preliminari proiezioni ed elaborazione dei dati afferenti un tale passaggio, analizzando l’impatto e conseguenze sul bilancio dello Stato e sulla nostra economia di una transizione da una imposta monofase ad una plurifase, eseguendo una valutazione di impatto su tutti i settori e comparti economici che caratterizzano il nostro sistema economico. Dalle risultanze di tali analisi si programmeranno i passi successivi”. Tradotto, l’IVA sarà operativa come minimo nel 2023. Ma occorre  rispettare questa road map.

SPESA CORRENTE ALTISSIMA SENZA SPENDING REVIEW

Altro capitolo delicatissimo, perché tocca un altro grande bacino di consenso come la Pubblica Amministrazione, è la spending review. Come per le pensioni, anche questa urgenza viene spostata puntualmente all’anno successivo, nonostante impegni formali, norme scritte e programmi presentati. E anche in questo caso i numeri sono evidenti: la spesa corrente è costantemente cresciuta negli ultimi anni, passando dai 509 milioni del 2011 ai 547 milioni della Legge di Bilancio presentata in prima lettura e in discussione proprio in questi giorni. Il dato conseguente, come noto, è che restino sempre poche risorse per le “spese in conto capitale”, ovvero per gli investimenti pubblici.

NUOVO PRG “INTEGRATO” CON LE DIRETTIVE COP26

Edilizia, urbanistica e infrastrutture: tre asset su cui pesa il ritardo del nuovo Piano Regolatore Generale, ma non solo quello ovviamente. Un PRG che dovrebbe e dovrà ridisegnare il territorio sammarinese dei prossimi decenni, attivando non solo le più innovative soluzioni per quanto riguarda le costruzioni e l’utilizzo in generale del suolo, ma anche lo sviluppo di determinate aree e l’altrettanto necessaria riconversione di altre. Pur considerando la complessità della materia, il progetto non sembra andare così veloce come si sperava, ma nel 2022 anche questo dovrebbe subire un’accelerazione, tenuto conto anche degli ultimi sviluppi sul tema della sostenibilità.

Dopo la COP26 di Glasgow, infatti, il Congresso di Stato ha dato mandato “al Segretario di Stato per il Territorio e l’Ambiente, l’Agricoltura di indirizzare e orientare le politiche ambientali verso la sostenibilità ed affrontare e sviluppare le seguenti principali tematiche, da attuarsi nel quinquennio 2021-2026, con particolare riferimento:  all’incremento del patrimonio arboreo e la riforestazione, rinaturalizzazione e manutenzione di fiumi e laghi attraverso la promozione del ricorso alle infrastrutture verdi e il ripristino, la tutela e il mantenimento di boschi ripariali; prevenzione dei rischi naturali, potenziamento dei piani di mitigazione del rischio idrogeologico, contrasto al consumo di suolo e al dissesto idrogeologico; promozione mobilità sostenibile, car sharing; alla razionalizzazione del trasporto pubblico; all’efficientamento energetico degli edifici pubblici; alla produzione di energie rinnovabili; alla promozione dell’economia circolare, prevenzione spinta della produzione di scarti e rifiuti, raccolta differenziata, gestione dei rifiuti, tariffa puntuale; a studi e ricerche sull’uso del compost in agricoltura biologica; alla gestione acque di approvvigionamento e sistemi fognati e depurativi, separazione delle reti e riduzione delle perdite di rete;  ad uno studio sull’introduzione del sistema della contabilità ambientale […] Infine”, si legge nella delibera 31 del 29 novembre “di aggiornare il Tavolo per lo Sviluppo Sostenibile sulle strategie e gli interventi che si intendono mettere in campo per contrastare il cambiamento climatico”. Interventi che andranno integrati al nuovo PRG, ha spiegato lo stesso Segretario Canti, annunciando anche il prossimo investimento di AASS in un nuovo impianto di compostaggio che servirà per gestire finalmente il rifiuto umido in territorio. Il tutto anche in vista del nuovo piano di gestione dei rifiuti che il Congresso ha deciso di avviare proprio in questi giorni.

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