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Consiglio Grande e Generale, 13 Dicembre pomeriggio (SMNA)

da Redazione

Nel pomeriggio inizia il dibattito in Aula sulla relazione finale della Commissione Consiliare d’Inchiesta “su presunte responsabilità politiche o amministrative che hanno coinvolto la Società Credito Industriale Sammarinese – Banca CIS e sulle crisi bancarie ed eventuali deliberazioni”. Ad aprire il dibattito il presidente della Commissione, Gerardo Giovagnoli, Npr,  che ha sottolineato la mancanza di una relazione finale unanime: “Gli aspetti che hanno riguardato la gestione del sistema bancario degli ultimi 4 anni- motiva- hanno determinato fratture politiche tra maggioranza e opposizioni, e non solo, che non hanno consentito di arrivare a quella conclusione condivisa”. Giovagnoli auspica comunque che il dibattito porti a “qualcosa di utile al Paese”, quindi elementi che portino a elaborare un ordine del giorno conclusivo. “E’ il momento di guardare avanti e trarre qualche elemento utile per le vulnerabilità del sistema- prosegue- che sono per lo più in relazione al suo isolamento internazionale”.  Dal dibattito, l’auspicio quindi che il Consiglio grande e generale esca dando linee politiche: “Il punto fondamentale è il rapporto con il grande Stato vicino”, quindi l’Italia. “Non possiamo rimanere da soli con 4 banche in ambito di accordo di associazione Ue e di apertura del debito estero”. E ancora: “Questa discussione deve riguardare quale ruolo vuole avere San Marino rispetto l’Italia, l’Ue e il resto del mondo”. Il dibattito proseguirà anche in seduta notturna.

Di seguito un estratto della prima parte degli interventi del pomeriggio.

Comma 3. Prosecuzione discussione sulla relazione conclusiva della Commissione Consiliare d’Inchiesta su presunte responsabilità politiche o amministrative che hanno coinvolto la Società Credito Industriale Sammarinese – Banca Cis e sulle crisi bancarie ed eventuali deliberazioni

Gerardo Giovagnoli, Npr, presidente Commissione d’inchiesta: “Nella relazione ci sono conclusioni parziali su cui la Commissione si è espressa all’unanimità, non ci sono le conclusioni finali, come nella relazione precedente, esito della prima parte dei lavori. E’ evidente che gli aspetti che hanno riguardato la gestione del sistema bancario degli ultimi 4 anni hanno determinato fratture politiche tra maggioranza e opposizioni, e non solo, che non hanno consentito di arrivare a quella conclusione condivisa. Mantengo comunque l’auspicio si possa uscire da questo dibattito con qualcosa che sia utile al paese. Può essere rappresentato da due elementi: il primo è la conclusione dei lavori della commissione, quindi un dibattito che faccia trovare elementi comuni su cui elaborare un Odg, sebbene ci siano state queste difficoltà. Ma mi vorrei soffermare su un fatto importante: siamo al 2021, dopo aver effettuato una lunghissima perlustrazione su quanto avvenuto nel settore bancario e finanziario, siamo di nuovo a un punto zero. Abbiamo riscontrato i problemi del sistema, li abbiamo vivisezionati e siamo tornati a 20 anni fa, dal punto di vista del numero delle banche e ancora di meno per il numero delle finanziarie, e siamo tornati ad avere una raccolta molto lontana da quella massima, meno della metà. Siamo arrivati a 5,6 miliardi. E’ un fatto che ci deve fare riflettere su come uscire dall’Aula per dire non solo a chi attribuiamo le responsabilità. La maggior parte banche sono state chiuse dal 2013, andando in là nel tempo. A parte Cis e Asset, i cui esiti sono ancora in discussione- con la legge sulle  risoluzioni bancarie e con gli esiti giudiziari rispetto ad Asset-  tutte le altre vicende sono in là nel tempo. Questa Commissione non ha potuto determinare grandi novità o la possibilità di andare, attraverso l’individuazione delle responsabilità, a recuperare le somme perdute. Anche sotto questo aspetto il sistema non ha funzionato. Siamo arrivati ad 8 anni dalla risoluzione di Ecb e non mi pare che su questo caso, come sugli altri, si sia individuato qualcuno che abbia pagato da un punto di vista penale o economico per quanto fatto. Di quel miliardo e mezzo conteggiato come danno per lo Stato, ben poco abbiamo recuperato e ben poco andremo a recuperare. 
Questa è una commissione politica, ad altri vanno altri compiti, ora però è il momento di guardare avanti e trarre qualche elemento utile delle vulnerabilità del sistema e che sono per lo più in relazione al suo isolamento internazionale. Pochi dati: Andorra su 5 banche ne ha 2 detenute da capitali esteri, per 56 miliardi di euro di massa amministrata. Il Liechtenstein ne ha quasi 400, di cui più della metà di clienti esterni, e hanno 13 banche e oltre 100 finanziarie. Monaco ha 130 miliardi di massa amministrate. Perchè? Perchè, a differenza nostra, non hanno sistemi sigillati all’interno del proprio Stato, né per le partecipazioni interne che dal punto di vista delle esposizioni esterne… Andorra ha 11 partecipate in giro per il mondo. Allora, credo che da questo dibattito si debba uscire anche dando linee politiche che, secondo me, la Commissione finanze deve tenere in considerazione, per come uscire da questo stato di quarantena che ci ha fortemente condizionato nei confronti con l’Italia. Il punto fondamentale è il rapporto con il grande Stato vicino che in tutti gli esempi citati ha a che fare con un livello di collaborazione o di controllo, ma che ha garantito che il sistema non implodesse da solo. Non possiamo rimanere da soli con 4 banche in ambito di accordo di associazione Ue e di apertura del debito estero. E’ impossibile che noi proseguiamo con uno stato di fatto di questo tipo. La politica deve discuterne,  questa discussione deve riguardare quale ruolo vuole avere San Marino rispetto l’Italia, l’Ue e il resto del mondo”.

 
Vladimiro Selva, Libera: “La mancanza di una sintesi finale nelle conclusioni è anche dovuta alle difficoltà, come singoli, di assumersi responsabilità così grandi. Una ricchezza bruciata per 1 miliardo e mezzo circa, noi diciamo questa cifra anche se alcune poste ancora sono in verifica, ci auguriamo i recuperi siano efficaci e che i recuperi non si trasformino in debito. Quello che però va detto ai cittadini è di partire dal conto finale: quanto ci è costato. L’ultimo paragrafo, ‘il conto è servito’ analizza, banca per banca, cosa ci è costata quella licenza: Banca Titano nel 2006, SMI, Credito sammarinese, Ecb, Asset… poi il maggior problema di tutto il sistema, Cassa di risparmio, da sola è sulle spalle dello Stato per oltre 850 mln di euro di buco, tra denaro e titoli redimibili superiamo abbondantemente il miliardo di euro anche per Cassa che è 4/5 volte tanto rispetto gli altri istituti tutti insieme.Dall’ultimo paragrafo, se si passa poi al primo, si comprendono meglio le basi che hanno generato tutto ciò. Senza normativa di vigilanza e sistemi di vigilanza adeguata, con le ultime 8 licenze rilasciate alle ‘banchette’ che arrivano per ‘le tangenti’, con quei governi che ci hanno portato quelle licenze, senza requisiti professionali e le competenze per fare i banchieri. Banchieri che hanno avuto in mano banche senza controlli, per raccogliere in modo facile grazie ai capisaldi di San Marino e impiegarli in malo modo. Poi nel 2005 il passaggio intermedio con la mancata firma con l’Italia, un momento gravissimo di responsabilità politica quando non si è voluto capire che il mondo stava cambiando, che bisognava limitare l’attività bancaria, la politica è stata debole e non ha avuto la capacità di fare le scelte andavano fatte per tempo e così da parte italiana sono partiti attacchi. Ercolani è stato colpito perché era fuori regola, così come lo era Cassa di risparmio, quando ha spostato tanti investimenti fuori, anche se Banca centrale lo diceva e Gatti ha mandato via per questo Caringi, Papi e Bossone, con il supporto di tutto il governo. Il problema oggi non è solo capire dove abbiamo sbagliato, ma anche come uscirne, quali sono le prospettive ragionevoli serie e prudenti per continuare a fare banca a San Marino. Sono convinto sia stato fatto molto, le nostre banche oggi sono in sicurezza, ma dobbiamo essere in grado di gestire l’integrazione con il sistema italiano in modo che permetta di far sopravvivere e rafforzare il nostro sistema bancario”.

Andrea Belluzzi, Sds per l’Istruzione: “Presidente e commissari lasciano all’Aula una importante analisi, per poter giungere a conclusioni politiche. Il lavoro si può ripartire in due parti: una fa una fotografia della storia, sul percorso del nostro sistema bancario e tutte le sue vicende. La seconda parte della relazione ci racconta invece del presente.  Nella prima parte mi chiedo: C’è o non c’è un’associazione a delinquere volta aimpossessarsi di Cassa di risparmio, dopo averla indebolita? Le responsabilità politiche sono enormi, la politica è stata debolissima. Leggendo la seconda parte invece le domande sono diverse e mi chiedo: come fare per rendere migliore il nostro sistema nel presente?  Questa seconda parte deve portarci alle conclusioni e alle scelte. Per l’altra parte, la prima, mi auguro la relazione faccia il suo percorso e sia trasmessa agli organismi giudiziari. La politica deve guardare invece alle scelte da fare oggi che spesso rinviamo. E’ su questo che all’Aula mi rivolgo per chiedere riflessioni, ed essere propositivi”.

 
Miriam Farinelli, Rf: “Nella relazione, quando si parla dell’ex segretario di Stato Celli ho fatto mettere delle note, per chiarire che non ho piena condivisione sulle considerazioni a lui riservate. Pur riconoscendo la sua esuberanza e gli errori, non condivido infatti il giudizio severo e le accuse a lui rivolte, frutto più di deduzioni e sillogismi che di prove. Dietro le azioni messe in atto dalla politica ci sono uomini e spesso bisognerebbe chiedersi le motivazioni di accanimento che portano alla demolizione di una persona, di cui non c’è bisogno, tanto più che ci sono elementi che non dimostrano la tanto presunta piena complicità con la ‘cricca’. Qui le supposizioni sono state trasformate in certezze. Anche le accuse di legami con la ‘cricca’ sono velleitarie. Quel governo era agli inizi ed era normale che ci si appoggiasse a Banca centrale.  La politica ‘forcaiola’ non mi appartiene. Se dovessimo fare l’elenco di tutti i politici in posizioni elevate che hanno fatto errori di valutazioni con superficialità, magari fidandosi di stuoli di consulenti ed esperti, la lista sarebbe infinta. C’è poi un procedimento a suo carico, e la commissione ha stabilito che non ha rubato e non ha intascato denaro. Gli errori commessi lo estrometteranno dalla politica per sempre e c’è già un processo in tribunale. Lasciamo che riprenda in mano la sua vita”.

Gino Giovagnoli, Pdcs: “La mia coscienza mi impone di intervenire, come me, molti cittadini provano stupore e rabbia su quanto emerso dalla relazione della Commissione di inchiesta. Tre aspetti posti in evidenza 1) il gigantesco buco patrimoniale che i dissesti bancari hanno provocato a danno della collettività. Il nostro paese ha dimostrato resistenza e coraggio nell’affrontare la crisi senza far perdere un euro ai correntisti 2) i dissesti verificati a causa di una piazza finanziaria non controllata e infiltrata di interessi grazie a politiche deboli, prima si sono date licenze poi sono state fatte le regole. 3) Ho appreso con stupore i contorni dei dissesti bancari, dalla relazione emergono dissesti lontani negli anni ma anche potentati economici con addentellati in ogni settore del paese, continuate fino a tempi recentissimi. Tanti attori politici si sono succeduti negli anni, appartenenti a tutte le forze politiche- eccetto Rete e Dml- e dovremo chiedere tutti scusa ai cittadini. Chiedo scusa per il Pdcs- che tanto bene ha fatto al paese- ma non è riuscita ad arginare questi fenomeni, ma rassicuro i cittadini. La Dc di oggi è moto diversa da quella del passato. Già nella scorsa legislatura si è adoperata con tutte le sue forze per contrastare le infiltrazioni emerse in relazione. Questa relazione mette in evidenza un dato confutabile: le catastrofi bancarie hanno trovato il loro apice nel precedente governo di Adesso.sm. E’ un dato di fatto, così tanti danni come quelli fatti al sistema bancario in soli 3 anni di governo non hanno precedenti nella storia di San Marino.  Commissari, avete fatto un lavoro accurato ma potevate essere più coraggiosi.  Ci sono chiare responsabilità diffuse su tutto il Ccr, il governo e la maggioranza che lo ha sostenuto.  Dc e Rete denunciarono atti normativi sciagurati e siete andati avanti comunque. Non è colpa non aver ascoltato e aver votato atti insensati?”.
Paolo Rondelli, Rete: “Il sistema era quello della filastrocca dei “dieci piccoli indiani”, vi leggo qualche strofa (…) ‘solo, il povero negretto in un bosco se ne andò e si impiccò” E’ quello che è avvenuto nel sistema sammarinese, ma il movimento che rappresento ne è stato sempre fuori e sempre vittima. Ricordo da membro del Cda della Fondazione Cassa di risparmio e della Società mutuo soccorso ricevetti le minacce di qualcuno, membro di un governo molto recente.  Mi minacciò apertamente… senza testimoni… perchè io secondo lui dovevo assecondare un certo disegno e non il bene dei due enti che rappresentavo. Sono orgoglioso di avere resistito, ne ho pagato le conseguenze ma torniamo al metodo applicato in quel momento. Alcun partiti ad un certo punto si sono tirati fuori, con l’espulsione di alcuni suoi membri, forse troppo tardi. Altri hanno operato per peggiorare la situazione, con una escalation dei soldi pubblici persi negli ultimi anni per proteggere un sistema sempre più malato e sempre più corrotto… cose che si sono perpetrate con acredine per chi si rivoltava contro questo metodo, è stato un disegno che ha continuato scientificamente negli anni. Le conclusioni nella relazione non ci sono, il fatto di essere arrivati alle firme all’unanimità porta con sé il non avere una vera e propria conclusione, ma ci sono elementi pesanti che portano a consiglieri che magari contemporaneamente lavoravano in una banca ed erano consiglieri, portava al governo e a Ccr. Al di là dei singoli, c’è però una responsabilità morale: queste persone devono provare profonda vergogna quando escono per strada, in ogni momento”.

Eva Guidi, Libera: “La relazione ci restituisce la fotografia di un ventennio, forse tra i più difficili dal punto di vista economico, una vera ubriacatura finanziaria, le banche contribuivano per un terzo alle entrate della Repubblica, per poi passare  ad un brusco risveglio e ai postumi drammatici della piazza finanziaria, avviata senza regole e strutture di controlli, in cui i famosi poteri forti – banchieri improvvisati che non erano banchieri che si sono affidati a finanziari con pochi scrupoli- che sono passati per la nostra Repubblica sfruttandola, con la politica troppo debole o collusa per altri versi. Ci tengo a fare differenziazione: ci sono anche aziende di credito che hanno continuato a operare in regime di maggiore regolarità ancora, oggi presenti nel nostro sistema. Sono stati fatti molti passi da allora ed è stato difficile muoversi per le sacche di resistenza. Una riflessione mi sento di farla in Aula, dopo aver letto tutti i passaggi della commissione: c’è stata una importante sottovalutazione nella precedente legislatura dei fatti denunciati, la precedente relazione ci mostra il quadro di ‘muro contro muro’, con la mancanza di dialogo che ha compromesso rapporti virtuosi tra partiti, è anche vero che i problemi di San Marino- e vorrei ripristinare una narrazione più obiettiva- si sono originati ben prima dalla precedente legislatura. E spiace ancora oggi si continui imperterriti con questa narrazione. Ci sono banche che avevano situazioni difficili, problemi grossi e reali con cui bisognava fare i conti, e la commissione ci dice che in questa situazione cercava di inserirsi un gruppo di speculatori e infiltrati che ruotava intorno al gruppo Confuorti. Gli infiltrati in Bcsm non erano stati nominati dalla precedente legislatura e si è cercato di rendersi conto della situazione e si è intervenuti. Vorrei che su questa parte potessimo convergere tutti. Interroghiamoci sul sistema bancario che oggi possiamo iniziare a proporre: ci serve una banca che apra i confini e una Bcsm che collabori con l’Italia e con altre banche centrali europee”.

 
Andrea Zafferani, Rf: “Ho apprezzato che ancora una volta ci sia stata presentata una relazione unitaria, per prendere con maggiore verità quanto contenuto. Poi una certa politica intende interpretare i fatti ‘pro domo sua’, con interventi di parte, ma credo la commissione abbia fatto un buon lavoro. Banca centrale è diventata operativa 4 anni dopo la concessione dell’ultima banca, prima di allora, senza un quadro normativo, i controlli erano impossibili. La relazione ci ha reso noto la strenua difesa dei capisaldi- segreto bancario e anonimato societario- anche quando gli orientamenti internazionali stavano radicalmente cambiando. Ci ha trasmesso l’incapacità di individuare per tempo la strada di accordi e le armonizzazioni internazionali. E ci ha infine reso nota la compromissione dei rapporti con l’Italia a causa di quei fatti, favorita da comportamenti consapevoli dei governi dell’epoca che annullarono all’ultimo la firma dell’accordo con l’Italia del 2006, che fu l’inizio della fine. Il punto è che oggi stiamo ancora gestendo le macerie di quelle scelte che hanno portato a immettere un miliardo e mezzo di euro nel sistema bancario per tutelare i risparmiatori. Il primo governo post 2008 ha dovuto gestire la montagna che crollava: black list italiana, grey list Ocse, procedura rafforzata Moneyval, tempesta che si superò sia grazie all’enorme impegno dei governi operanti da quella svolta post-2008, grazie all’impegno delle strutture tecniche ma anche grazie all’impegno di alcune forze politiche che con responsabilità, prima dall’opposizione poi da governo, si fecero carico delle problematiche createsi. Quella volta, non ci si limitò a buttarsi le responsabilità in maniera falsa come oggi, si fece sistema. Questo aiutò a superare quella tempesta perfetta. Un punto vi dimenticate sempre: quell’individuo, Confuorti, e la sua cricca è stato portato nel Paese nel 2016, da governo Dc-Psd, forse inconsapevolmente, ma mi sarei aspettato in questa relazione per esempio un’analisi più approfondita di questo aspetto. E quello strano bando che porto qui Grais senza requisiti, perché fini così? C’erano conoscenze, interessi e accordi? E’ solo uno dei tanti temi che andrebbero analizzati. Come gruppo chiederemo alla Commissione di inchiesta di continuare a lavorare per approfondire certi temi che per noi sono rimasti senza risposta. Ne cito due: le indicazioni delle persone politicamente esposte con posizioni in sofferenza presso il sistema bancario superiori a una certa somma. Su questo argomento non può esistere un segreto d’ufficio. Secondo tema è quello legato alle azioni di responsabilità di cui la relazione della commissione dà indicazioni, senza dirci come stanno andando a finire”.

 
Maria Luisa Berti, Npr: “Sicuramente la relazione sotto il profilo dell’analisi dell’accaduto è esauriente e dà una fotografia dettagliata di quelli che sono stati gli accaduti degli ultimi anni. Qui dobbiamo analizzare le responsabilità politiche che la gente soprattutto si aspettava di vedere. E su questo fronte, mi consentite, penso la relazione poteva essere un po’ più coraggiosa e andare un po’ di più nel dettaglio dell’accaduto. Ancor più quando sento il commissario Selva dire che delle tangenti con le concessioni delle licenze bancarie sono passate e questi elementi era bene metterli in luce. La spartizione c’è stata, indubbiamente, non diciamo nulla di nuovo. E su questo si poteva essere anche più incisivi, non solo sulle concessioni bancarie, ma quanti nulla osta del congresso sono rilasciati perché c’era qualcuno vicino al politico di riferimento? Tante cose sbagliate sono state fatte. La relazione dà input, crea dubbi sugli affidamenti concessi e sulle esposizioni bancarie, anche qui non si fanno i nomi e si espone tutti al dubbio…anche questo dato andava affrontato in modo diverso. Non è detto che tutto debba essere visto con un alone di fango a prescindere. Sicuramente è evidente che la relazione a firma congiunta sia stato un po’ un compromesso. E’ stato un modo di procedere sbagliato ma voglio cogliere il positivo: oggi dovremo uscire dal dibattito con la missione di non fare gli errori passati e avere il coraggio di sradicare le erbacce che creano problemi, ma soprattutto creare una serie di anticorpi normativi. Ieri siamo stati esposti sul sistema bancario ma un domani ci saranno tanti altri appetiti di investitori che cercheranno di condizionare il politico per avere utilità. Dobbiamo rivolgerci soprattutto alla cittadinanza perché quando andrà a votare i suoi rappresentanti cerchi di guardare con profondità l’etica di ciascun soggetto che andrà a rappresentarlo in questa Aula, non c’è norma che tenga se un soggetto è vulnerabile a certi interessi”.


Pasquale Valentini, Pdcs: “Sono in Consiglio dall’88 e ho attraversato questi accadimenti come consigliere e anche come Segretario di Stato. Non possiamo non riconoscere l’abbondanza dei dati messi a disposizione del Consiglio e il lavoro meticoloso fatto. A mio avviso, manca una chiave di lettura: questa questione adesso ‘tocca a noi’ . Il Consiglio, sulla base di questi dati ed emergenze, ha il compito di uscire dal dibattito su una base che ci porti ad evitare gli errori del passato. Siamo sicuri che siamo fuori da questa cultura? Si vede con chiarezza che attraverso il Consiglio grande e generale e l’amministrazione si possano creare le condizioni perchè quei passaggi avvengano nel massimo delle tutele e dei presidi. Eppure noi concepiamo il congresso di Stato come “chi è arrivato lì, ora fa.” Se non cambiamo, ci sottoporremo anche adesso nel rischio di finire in mano a dei pericoli. E’ un fatto che ci portiamo dietro perchè questa logica non sta cambiando. Nel frattempo, nel 2008, con grosse spinte dall’esterno, sono cadute tutte le resistenze e come governo ci siamo convinti di dover cambiare atteggiamento. La vicenda Caringi non ci dà idea che avevamo chiaro cosa fare all’inizio. Ma da un certo momento in poi, e lo garantisco come membro Congresso di quel tempo, non ci sono stati altri interessi predominanti su quello di recupera un rapporto corretto con l’Italia e con il contesto internazionale. Abbiamo chiuso quell’esperienza nel 2012, anticipatamente, ma dando la garanzia  ad Italia e all’estero che gli impegni presi li avremmo portati fino in fondo.  Nel 2013 tutti gli accordi con l’Italia sono stati ratificati all’unanimità: è stato un segnale fortissimo per riconoscere che l’amministrazione del nostro Paese era degna di fiducia. E non era scontati. Poi nel 2015 è iniziato qualcosa che ha fatto capire che quella continuità e direzione presa non era più tale e il governo che nasce dopo è stato un governo di “discontinuità”. E non è una bella cosa che ci portiamo dietro quando cambiamo governo in ordine ai percorsi virtuosi intrapresi e infatti la presero male questa discontinuità. Io sono ancora dell’avviso di non aver capito cosa è accaduto in quel momento: l’invadenza di Confuorti  e tutto quanto legato da Confuorti è qualcosa di diverso da tutto il precedente.  E adesso purtroppo abbiamo quel miliardo e mezzo sul groppone”.


Gloria Arcangeloni, Rete: “Tra gli anni ’90 e 2000, appaiono chiare le scelte scellerate compiute dalla politica sul sistema bancario, due in particolare: 1) si decise di puntare tutto sulla piazza finanziaria, basando tutto sul segreto bancario e sull’opacità di banche che spuntavano come funghi, autorizzate ad operare dal congresso di Stato senza verifiche. In Italia e in Europa si prendeva la direzione opposta di contrasto ai fenomeni distorsivi. 2) La seconda scelta scellerata: si decise di non firmare l’Accordo con l’Italia, la scelta politica ‘più dannosa del decennio’, che determinò uno strappo epocale e portò danni al nostro sistema da parte italiana. E’ evidente che tangenti, interessi personali, malaffare, omertà, commistioni tra delinquenti e politici hanno determinato la perdita di oltre un miliardo e mezzo di euro a discapito della comunità, minando la reputazione e la fiducia nei confronti dell’intera Repubblica. Non c’è mai stata una volontà determinata di far emergere i responsabili di questo disastro, basti vedere come negli anni non si sia mai proceduto con azioni di responsabilità per cercare i veri colpevoli, se non con questo governo che comunque ha posto le basi perché si procedesse nei confronti del Cda Romito e si è costituto parte civile nel ‘caso Titoli’ e spero in questo contesto ci sia un lieto fine.  Come cittadina e come esponente di Rete invito l’Aula e la classe politica ad iniziare a dare il buon esempio, non si può tornare indietro, ma si deve iniziare ad agire in maniera disinteressata, nell’esclusivo bene del Paese, in tutti gli ambiti: penso all’Iss, alle Aziende di Stato, alla Pa e tutti i settori che offrono servizi alla popolazione che ad oggi presentano problematiche diffuse proprio perché ancora gestite con logiche di partito piuttosto che nell’interesse collettività”.

 
Michele Muratori, Libera: “
Nella relazione si è fatta un’analisi a 360 gradi dello spaccato del sistema bancario sammarinese. Nel dibattito di oggi sarei intervenuto solo per esprimere l’auspicio che non si ripresenti una situazione come quella di un anno fa, durante la discussione sulla relazione sul dissesto di Banca Cis, in cui è stato falsificato l’esito di quella relazione dando una chiave di lettura unilaterale. Mi sembra di aver sentito da chi mi ha preceduto anche qualche intervento onesto, ma oggi non mi aspettavo niente di diverso: chi è adesso in maggioranza deve scaricare tutte le responsabilità e il miliardo e mezzo di debito del paese negli unici anni in cui non era sù al governo. In 30 anni di storia sammarinese, le malefatte sono tutte concentrate negli ultimi 3 anni. Ed è quello che scaturisce da questo dibattitto. Cosa che sappiamo benissimo non vera e solo chi è intellettualmente disonesto può venire quidentro a sostenere certe tesi. Sono curioso di vedere oggi l’Odg che verrà presentato e i partiti che lo sosterranno. E se quelle persone hanno il coraggio, insieme a noi, di firmare il nostro Odg dove condanneremo gli atti degli anni ’90. Abbiamo visto nella relazione è scritto che le banche sono state tutte e 8 concesse in pochi anni, 5 su 8 a ridosso di una crisi di governo. E’ la buona-uscita, – ‘una mazzetta’ ?- in determinati momenti storici. Questo era un sistema malato. E qualcuno lo ha sostenuto e noi oggi lo dobbiamo condannare. Io la responsabilità del mio governo e degli errori fatti me la prendo. Ma oggi mi auguro di vedere un odg fatto con onestà intellettuale, che condanni definitivamente il passato”.

 
Francesca Civerchia, Pdcs: “Rispetto alla prima relazione che aveva un perimetro più limitato e definitivo, l’indagine di Banca Cis, qui il mandato era molto più ampio, dovendo approfondire tutti gli istituti bancari-finanziari degli ultimi 30 anni. Fatti e documenti alla mano si evince  come la politica si è voluta e dovuta smarcare da un modello non positivo per San Marino, con atti normativi per raggiungere un sistema compliance internazionalmente condiviso. Il nostro sistema è stato aggredito da elementi esterni con intenti distruttivi nel paese, non solo nella legislatura passata. Nella relazione non c’è stata conclusione, ma quella che faccio io è che sono emerse tante responsabilità, anche del governo di Adesso.sm. E per onestà intellettuale occorre dirlo, come ci sono state denunce e procedimenti penali, oggi non si può non fare l’analisi degli ultimi anni quando si è visto che una maggioranza ha dato carta bianca a dei delinquenti: si è fatto chiudere Asset banca, si è svalutato il bilancio Carisp, svalutati i crediti Delta e si è chiuso gli occhi davanti tutte le prove prodotte per fermare le azioni del gruppo Confuorti-Grais-Savorelli. Quando parte di Adesso.sm ha staccato la spina era ormai troppo tardi perché il più dei danni erano stati fatti. Ricordo un momento importantissimo: un esposto di 10 consiglieri Pdcs che aveva tutti gli elementi per sventare il piano criminale ma non è stato preso in considerazione, è finito in un cassetto. La politica è responsabile, quando agisce, delle sue azioni, ma anche quando rimane impassibile di fronte a quello che succede, e non fa nulla, anche quando ci sono evidenze di gravità inaudita”.

Mirco Dolcini, Dml: “Magari mi sto sbagliando, ma durante la lettura della relazione ho sentito qualche commissario con qualche risolino, una battuta, magari dando intonazioni al limite del caricaturale ai virgolettati… non è una bella immagine che diamo all’esterno. Detto questo, dalla relazione emerge la spartizione bancaria della politica, la mancanza di anticorpi a ingerenze di virus esterni che avevano contaminato il sistema e la mancanza di una gestione seria. Il tutto ha portato alla perdita per il nostro Stato di oltre 1,5 miliardi, il Pil di un anno, troppo. Ora la partita continua con  il recupero Npl e operare per fondare una rete bancaria, ma anche con una conclusone della commissione di inchiesta. Qualcosa di più ci si aspettava. Non si è trovato unità forse nel dire che è stata una indecenza dei partiti che, nel bene e nel male, hanno fatto la storia passata del paese. Il dato politico: non si è riusciti a trovare una conclusione unitaria, e anche la politica attuale non ne esce benissimo”.

  
Fabbri Rossano, Gruppo misto: “E’ una relazione importante per il paese e che chiude il cerchio rispetto a un periodo nefasto durato  diversi lustri  e si tratta anche di una buona ricostruzione, quanto meno perché fissa gli eventi come accaduti. La politica è proprio sotto l’aspetto giudiziario che ha cercato, dalla fine della piazza finanziaria, di trovare soluzione ai propri dubbi. Forse qualcuno qui fuori, ma anche dentro l’Aula, dovrà chiedersi se è stato giusto delegare alla magistratura la storia politica del Paese o forse non era la politica stessa a dover scindere responsabilità giudiziarie da quelle politiche? Lì è stato fatto l’errore più grave che la nostra politica potesse fare. Emerge poi come nei momenti di forte attacco del paese, i due maggiori responsabili della politica di allora- mi riferisco a Gabriele Gatti e Fiorenzo Stolfi, cui il paese aveva dato ruolo di capofila dei due partiti più importanti- invece di proteggere il paese si davano dei ‘tangentari’ l’uno con l’altro in mondovisione. Non basta questa per dire che ci sono responsabilità politiche evidenti che non dovevano essere confuse con responsabilità penali? Non si doveva dare mandato a un giudice che ha fatto un lavoro a metà. Quando gli si è chiesto di completare il cerchio si è fermato. E’ stata giustizia? Non lo è stata. La politica ha abdicato al suo ruolo. E questa relazione, lacunosa sotto certi aspetti, non individua responsabilità politiche e demanda soluzioni al Consiglio grande e generale. Ma voi vi siete resi conto che il Paese non ha mai fatto un processo per un euro sparito dalla banche a danno dei sammarinesi? Oggi abbiamo fattispecie penali per queste situazioni  da poco più di una ‘guida in stato di ebrezza’. Credo sia ora di individuare pene adeguate per dissesti bancari e mi auguro quest’aula sia capace di portare avanti un Odg che quanto meno sottolinei questi aspetti. Ci sono altri aspetti della relazione che appartengono al modo di ragionare di qualcuno qua dentro: dispetti e dispettucci non rilevanti sono stati sottolineati a più riprese, altri aspetti che avrebbero meritato di essere sottolineati vengono taciuti. I debiti dei politici: o si mettevano i nomi dei debitori o così non ha senso, perché ognuno di noi è chiamato a dire ‘io non ho un euro di debito’. Ci sono aspetti che meritano un adeguato approfondimento perché questo lavoro non sia mera retorica e possa lasciare davvero un segno tangibile”.

 
Giuseppe Maria Morganti, Libera: “La relazione rappresenta un vero e proprio spartiacque che ha esaminato con precisione gli errori, alcuni anche molto gravi, e contemporaneamente offre la prospettiva di ragionare sul futuro. E l’ho ascoltato dal presidente Giovagnoli che ha indicato un percorso internazionale molto importante e dal consigliere Guidi che ha indicato un percorso su nuove potenzialità del sistema nel prossimo futuro. Politicamente abbiamo il compito di capire gli errori. Senz’altro il rilascio licenze lo è stato, con poco o nulla sistema di controllo. Altro grave errore è stata la difesa del segreto bancario anche dopo il 2001. Non c’è stato modo di convincere politici e mondo bancario che si doveva cambiare. La mancata firma con l’Italia è stato un momento drammatico, dal 2006 è iniziata la guerra con l’Italia che ha lasciato sul campo tante difficoltà per il nostro sistema. Le relazioni con l’Italia hanno portato all’emorragia di capitali…gli errori sono continuati anche dopo, con l’allontanamento Caringi, le dimissioni Papi-Bossone. Ci sono anche errori recenti, la mancata centrale rischi, l’attacco a Cassa di risparmio fatto da un finanziarie senza scrupoli, attacco fortunatamente sventato… che fare ora? Lavorare sul sistema internazionale perchè il nostro sistema sia assolutamente permeabile, attraverso processi di integrazione Ue e accettando controlli sul sistema bancario, allo stesso tempo fare nel nostro sistema  qualcosa che generi servizi con redditività, lavoriamo molto su questo e in prospettiva. E spero dalla relazione possa emergere questo significativo messaggio”.

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