Home Dal giornale CTSM: l’albero di Natale, una tradizione che si rinnova ogni anno

CTSM: l’albero di Natale, una tradizione che si rinnova ogni anno

da Alessandro Carli

“L’albero di Natale canta / sulla piazza bianca di neve; / l’albero di Natale / tu sei nella palla di vetro rosso; / ti ho messa nella palla di vetro rosso / con le mie speranze, le mie carezze / a tutti gli alberi di Natale / a tutti gli alberi / a tutti i balconi, le finestre/  i chiodi, le nostalgie / ho appeso la palla di vetro rosso”. Questo frammento di Nazim Hikmet, unito alle nevicate di fine novembre che hanno imbiancato la cima del Monte Titano, ci portano a respirare l’avvicinarsi del 25 dicembre. Una ricorrenza che il Consorzio Terra di San Marino, sia attraverso il Museo della Civiltà Contadina, scrigno dei saperi dei nostri nonni, che visitando il negozio del Centro Storico, ha nel cuore.   

Nella vetrina dello shop difatti spiccano tre alberi di Natale “artigianali” di dimensioni ridotte, realizzati con le pigne di cipresso “unite” con la colla a caldo, alcuni nastrini rossi e color oro, una base di cartone sagomata. Uno dei tre (facile l’accostamenti al numero dei Re Magi) è stato impreziosito da una “corona” di luci al led.

Gli “alberelli” creati con le pigne in passato erano un’alternativa a quelli più tradizionali e, a differenza di quelli “canonici”, potevano essere fatti anche dai più piccoli. Quelli “classici”, un tempo, coinvolgevano soprattutto gli adulti e venivano “impreziositi” dalla sensibilità “domestica” delle donne (non a caso è stata una donna ad addobbare, per prima, un albero di Natale: la regina Margherita nella seconda metà dell’Ottocento al Quirinale). Niente palline moderne tridimensionali: al loro posto, in alcune case, venivano allestiti “alberi golosi”, per la gioia dei bambini. Frutta secca o essiccata, dolci, caramelle. E se davvero l’albero viene allestito per l’Immacolata (e quindi c’è ancora qualche giorno), perché non farne uno omaggiando i nonni?

La frutta si presta molto volentieri a diventare un addobbo: basta tagliare a fette tonde qualche arancio o qualche mandarino, metterle sul termosifone ad essiccare per un giorno o due (questa operazione potrebbe essere fatta in pochissimo tempo in un forno microonde ma si perderebbe molta della magia) e poi, con un ago, si fa un buco dove far passare un filo per appendere i “dischi” profumati.

Un’altra ghiotta decorazione che farà la felicità di tutta la famiglia è un prodotto molto utilizzato nelle case: i biscotti. Ingredienti semplici e manualità: ognuno è in grado di “disegnare” con le dita una stella, un cuore, un “minialberello”. Prima di infornarli ricordiamoci di praticare un’incisione con uno stuzzicadenti in modo che, una volta cotti, il foro sia pronto per accogliere il filo.   

Le caramelle invece, un autentico carnevale di colori, possono essere racchiuse in piccoli fagottini di stoffa recuperata da un vestito vecchio, liso o non più di moda e appesi ai rami. Se poi si vuole far sorridere le nonne, perché non provare a fare le caramelle d’orzo. Occorrono solo due ingredienti per farle, lo zucchero e, naturalmente, l’orzo. 

Sempre guardando dentro la dispensa, ci si più sbizzarrire con la pasta, facile da colorare, con i tappi di sughero o con la carta stagnola avanzata. Spostandosi nei ricordi, come dimenticare i gomitoli di lana, filo e cotone, o i bottoni? Al posto delle solite palline lucide, perché non provare a formare delle piccole ghirlande coinvolgendo i propri figli? Il tempo trascorso con loro è prezioso: i più piccoli si sentiranno coinvolti in un progetto assieme ai genitori, i genitori torneranno per qualche ora bambini. “Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano” ci insegna “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry.

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