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Editoriale: restrizioni e libertà, ci osservano

da Daniele Bartolucci

Nuova ondata di contagi e nuovo Decreto anti-Covid. La storia si ripete. Tornano le restrizioni e le sanzioni, ma manca sempre un po’ di quella determinazione che in certe situazioni non guasterebbe. Se in Italia l’obbligo del Green Pass ha fatto incetta di critiche e manifestazioni contrarie, è pur vero che a distanza di qualche settimana tutti gli Stati europei hanno dovuto concordare con Draghi e la sua cabina di regia che forse quella è la strada giusta. E molti, in effetti, la stanno già seguendo: la Francia per prima, ma anche l’Austria che ha adottato il lockdown selettivo, nel senso che vale solo per i non vaccinati. Senza considerare che nel mondo diversi sono gli Stati che hanno reso obbligatorio non tanto il Green Pass, ma il vaccino stesso (USA in testa, per le aziende con più di 100 dipendenti e per tutti i dipendenti federali).  Detto questo, San Marino è sovrano del suo destino. Nel senso che può fare come vuole, ma non proprio come gli pare. Allo stato attuale delle cose, la libertà concessa in Repubblica è sfruttata quotidianamente dai no vax e dai no Green Pass, che qui possono mangiare dentro ai ristoranti e partecipare a tutti gli eventi che vogliono, senza restrizioni. Visto il precedente del Capodanno scorso, probabilmente occorre maggiore cautela nel monitorare questi flussi e anche maggiore prudenza nel disporre le varie restrizioni. Perché da fuori ci guardano. Guardano Rimini, osservato speciale da mesi come “capitale dei no vax”, in verità. Ma di fianco a Rimini, sulle mappe c’è San Marino. E a Roma si potrebbero chiedere perché l’obbligo del Green Pass viene così  facilmente eluso, a pochi passi da casa.

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