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IAM srl: digitale terrestre e ambiente, vanno in onda i RAEE

da Mattia Marinelli

La “corsa” è già iniziata un mese fa, più o meno, quando l’annuncio dell’arrivo del nuovo digitale terrestre ha fatto scattare la “caccia” alla nuova televisione o ai decoder che “leggono” il nuovo formato Mpeg4: ricerche sui siti di e-commerce per trovare l’occasione, l’inevitabile confronto con i prezzi dei negozi “fisici”, “tutorial” per capire come riprogrammare i canali, eccetera. Ma ai sorrisi di chi ama fare nuovi acquisti il rovescio della medaglia è a scapito del nostro ecosistema che, a “breve giro di posta” (siamo tutti consci che le apparecchiature elettroniche diventano velocemente obsolete e quindi vanno cambiate), si troverà inondato di rifiuti RAEE, non così facili da gestire e non del tutto riciclabili: infatti i materiali che vengono impiegati per realizzarli sono tanti e molto diversi tra loro.

In previsione dell’incremento degli “scarti” elettrici ed elettronici che ci verranno conferiti, noi di IAM ci stiamo già attrezzando: amplieremo gli spazi della nostra azienda preposti a questi specifici rifiuti, aumenteremo i volumi d’esportazione verso gli impianti italiani di riciclo, produrremo tutte le pratiche transfrontaliere necessarie per la corretta gestione. Questo ulteriore lavoro però, lo diciamo già da ora, comporterà un costo per nostri clienti, sia pubblici che privati.

L’argomento di questa rubrica ci offre il braccio per allargare la visione e portarla in un campo più filosofico (che per noi vuol dire “ambientale”): nulla contro l’avanzamento e l’ammodernamento tecnologico – “Sic transit gloria mundi” dicevano gli antichi romani – ma va detto anche che il consumismo e la natura fanno spesso a cazzotti. 

Si parla tanto di crisi ambientale – anche la Repubblica parteciperà alla COP 26 – UN Climate Change Conference of the Parties, il più grande vertice internazionale che riunirà sino al 12 novembre oltre 30.000 delegati tra cui Capi di Stato, rappresentanti di governo, imprese, esperti climatici e attivisti per concordare un piano d’azione coordinato per affrontare il cambiamento climatico; si tratta di un evento decisivo nella lotta ai cambiamenti climatici, oggi diventata una priorità globale, una sfida che tutti dobbiamo affrontare per salvare l’ambiente in cui viviamo – ma poi, nei fatti, i proclami rimangono solo nelle intenzioni.

Risintonizzandoci sulle televisioni – un esempio concreto di poca sincronia tra il dire e il fare – registriamo in Italia “l’incentivo rottamazione” che permette un bonus di 100 euro per l’acquisto di un nuovo TV  a tutti coloro che rottamano il proprio dispositivo acquistato prima del 2018 (quindi solo tre anni fa!).

E la “febbre” da nuovo apparecchio per vedere i programmi “meglio” (anche se sulla qualità preferisco non esprimermi) ha già contagiato anche il Titano.

È ovvio a tutti che smaltire un prodotto funzionante non è per niente ecologico, anzi, è solo uno spreco di risorse e un dispendio di denaro per lo smaltimento.

Ma davvero è più importante proseguire nello sviluppo tecnologico penalizzando la salvaguardia della Terra?

La questione ecologica è sulla bocca di tutti ma poi, alla fine, passa sempre in secondo piano, come se avessimo una soluzione alternativa al pianeta.

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