Home Dal giornale L’Università chiede la revisione della riforma del 2014

L’Università chiede la revisione della riforma del 2014

da Alessandro Carli

L’emergenza sanitaria ha toccato, com’era facile prevedere, anche l’Università degli Studi della Repubblica di San Marino. In occasione dell’apertura dell’anno accademico 2021-2022 il Magnifico Rettore Corrado Petrocelli ha parlato anche delle ricadute del Covid-19 (e di tanto altro, come ad esempio i corsi e le collaborazioni attivate nell’ultimo anno) sui numeri e sull’offerta formativa dell’ateneo del Titano. Ateneo che da quando è diretto da Petrocelli, ha quintuplicato il numero di studenti. “Due anni fa, “per la prima volta, abbiamo superato le 1.000 iscrizioni”. Nel 2020-2021 “abbiamo registrato una flessione” ma non generalizzata: alcuni corsi, come ad esempio ingegneria gestionale, anche lo scorso anno ha registrato numeri in crescita”.

Negli ultimi 12 mesi l’Università ha fatto vistosi passi in avanti: dall’apertura della nuova sede di Scienze Umane in via Antonio Onofri (“Così abbiamo sistemato tutti i dipartimenti” ha spiegato) alla biblioteca. Manca ancora la casa dello studente, ha detto rivolgendosi alle istituzioni prima di ricordare il “Piano di Solidarietà” volto a reperire al proprio interno le risorse indispensabili per consentire “la restituzione” di parte del Contributo Stato previsto e contemporaneamente andare incontro alle pressanti richieste degli studenti e delle loro famiglie di riduzione delle tasse di iscrizione. “Il Senato Accademico e il Consiglio dell’Università , nell’aprile 2020, hanno stabilito una riduzione, pari al 10% del totale su base annua di tutte le forma di emolumenti erogati dall’Ateneo” a tutto il comparto scientifico (quindi in primis al Magnifico Rettore stesso). “Unico caso in tutta Italia” ha affermato Petrocelli.

Nel 2021, così ancora il professore, “abbiamo aumentato le borse di studio” e ogni studente dei corsi di laurea ha potuto  ricevere 150 euro come atto di sostegno dell’Ateneo in considerazione degli effetti della pandemia sugli iscritti e le relative famiglie. Le somme, accreditate sulle SMaC Card consegnate al momento dell’immatricolazione, hanno una significativa ricaduta sul territorio sammarinese.

“Sono poi cresciute le convenzioni con l’estero e con soggetti pubblici e privati” ha aggiunto il Rettore per poi soffermarsi sul rapporto tra professori e studenti, 1 a 2, e sull’ammissione dell’Ateneo al Processo di Bologna, ora Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore: “Per entrare nelle Rete occorrono standard elevati” ha detto.

Il prossimo passo sarà quello di “riformare” e adeguare la Legge sull’Università, approvata  del 2014.

LA LECTIO MAGISTRALIS DI ANDREA RICCARDI

In occasione della cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2021 – 22 è stato conferito il dottorato di ricerca honoris causa in Scienze Storiche ad Andrea Riccardi, presidente della Società Dante Alighieri e fondatore della Comunità di Sant’Egidio, nonché ex ministro italiano per la Cooperazione internazionale e l’integrazione.

Andrea Riccardi in apertura ha ricordato la sua infanzia “rivierasca” e il legame con il Titano. Da piccolo, ha spiegato, “per me era sempre un’emozione salire sul Monte: una volta ho assistito un insediamento degli Eccellentissimi Capitani Reggenti. La storia della Repubblica di San Marino mi ha sempre ispirato in quanto ha sempre lottato per mantenere la propria libertà”.

A cura dello storico, la lectio magistralis dal titolo “Esiste un ‘mondo’ in italiano?”.

“Esiste un mondo in italiano, che non è solo in Italia. E’ a San Marino, è in Svizzera e in tante strade del mondo. Il mondo italiano è più grande della penisola stessa. E’ un mondo che ama il vivere italiano. Questo nostro umanesimo, che è arte, storia, cultura, ma è anche saper vivere”.

“In questi anni – ha proseguito Riccardi – mi sono accorto di un’attrattività della nostra lingua anche su gente non italiana d’origine. Ho coniato il termine ‘Italsimpatia’, per esprimere l’interesse verso l’italiano, la quarta lingua più studiata al mondo dopo inglese, spagnolo e cinese, anche se la ventunesima come locutori. Un interesse che si rivolge però anche alla cultura, all’arte, alla musica e al canto – in particolare legato all’opera cantata in italiano in tutto il mondo – al cibo come al design, alla moda e tanto altro: una simpatia, insomma, per il ‘vivere all’italiana’. Il mondo globale rappresenta una rivoluzione, non solo nelle comunicazioni o nell’economia, ma nella politica, nella vita, nei rapporti. Ha prodotto un mondo più vicino, ma non unito. Anzi, come reazione, tante identità sono risorte: fondamentalismi, nazionalismi e sovranismi, con un linguaggio conflittuale.  L’italiano può costituire una forza gentile, non prepotente, come una proposta umana e umanistica, un gusto della vita assieme agli altri”.

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