I complimenti che Gianfranco Angelucci ha rivolto a Davide Bagnaresi in occasione della presentazione del libro “Federico Fellini. Biografia dell’infanzia” (Edizione Sabinae) al Cinema Tiberio di Rimini (“Fa filologia sul Fellini” ha detto lo scrittore e sceneggiatore per il Maestro) sono un riconoscimento assoluto dell’importanza della pubblicazione. Un volume, ha aggiunto Angelucci, “che permette di conoscere l’infanzia del più grande regista del Novecento e di trovare una Rimini scomparsa”.
Un’opera che fa luce su quel cono d’ombra del Premio Oscar, di Fellini prima di diventare Fellini: un viaggio nella sua infanzia distribuita, ha raccontato Bagnaresi, “in cinque o sei case a Rimini. Un bambino come tanti altri che frequentava il cinema, la scuola e la chiesa”. Ed è proprio nelle sue uscite “dentro le mura” che incontra persone bizzarre che ha preso e reso immortali. Persone che sono diventati personeggi dei suoi film: Don Gaetano Baravelli, il “Don balosa” di “Amarcord”, “Giudizio”, che girava per il Corso d’Augusto dicendo “Posso, voglio, comando”.
L’infanzia di Fellini “aiuta a capire molte sfumature dei suoi film”. Come la sua passione per il circo e i clown: “Per tre anni Federico ha abitato in via Gambalunga e dietro la sua casa c’era il Politeama che dal 1926 al 1929 aveva una programmazione in larga parte dedicata ai bambini” ha svelato l’autore del libro.