Da 30 anni L’Antincendio Sammarinese è il punto di riferimento in Repubblica e nelle regioni limitrofe, nel settore dell’antinfortunistica e DPI, segnaletica stradale, cantieristica e aziendale, estintori, gas tecnici, porte tagliafuoco, materiale per saldatura, medicazione, defibrillatori e naturalmente dell’antincendio. In occasione del “compleanno” l’azienda ha voluto accendere un’ulteriore candelina: il 18 settembre infatti è stato inaugurato il defibrillatore semiautomatico (DAE), installato esternamente al capannone, visibile anche dalla strada e posto in teca climatizzata e a tenuta stagna, a disposizione della comunità secondo i principi enunciati dalla Legge 197/2020.
Assieme a Jader Tosi, Amministratore Unico di L’Antincendio Sammarinese, ripercorriamo quindi la storia dell’azienda.
Trent’anni fa il settore era davvero agli arbori…
“La scelta di aprire una mia azienda è nata nel 1990: prima avevo collaborato in due imprese, un’esperienza che mi ha fatto maturare il sogno di mettermi in proprio. Volevo sviluppare la sicurezza nelle imprese e così, nel 1991, ho aperto la prima attività a Borgo Maggiore, più o meno davanti alla chiesa del Michelucci: uno spazio ridotto, circa 3 metri per 9. Avevo una piccola base di clienti che si erano già dotati di presidi di sicurezza: parliamo di un periodo in cui le normative attualmente in vigore stavano iniziando ad affacciarsi ma non erano così stringenti come oggi. Così ho cominciato a informarmi, a guardare fuori dai confini della Repubblica per capire cosa chiedeva il mercato. Nel tempo siamo cresciuti e quindi ci siamo spostati in un edificio più ampio, sempre a Borgo Maggiore e sempre lungo la ‘Superstrada’. Nel 2004 abbiamo traslocato nella sede che attualmente ci ospita: 1.200 metri quadrati di spazi interni a cui si aggiungono 700 metri quadrati di esterni e di deposito”.
Com’è cambiato il mercato dagli anni Novanta ad oggi?
“Siamo partiti dagli estintori e oggi siamo in grado di offrire tutto quello che si applica nel settore della sicurezza: abbigliamento, calzature, DPI, ma anche manutenzione di impianti di rivelazione incendi, reti idranti e impianti di pompaggio, compartimentazione, eccetera. Il mercato si è trasformato sotto la spinta degli operatori: la prevenzione e il controllo dei potenziali rischi si sono rivelati approcci economicamente e socialmente più efficaci ed efficienti. I nuovi percorsi normativi hanno cambiato notevolmente l’approccio, in una prospettiva di maggiore sicurezza. Il mondo del lavoro richiede di conseguenza sempre più professionalità e certificazioni. I nostri collaboratori sono certificati e abilitati per le relative competenze tecniche tramite Accredia. Questo permette di avere una gestione della qualità e di far crescere il capitale umano della nostra azienda e valorizzare le competenze del nostro staff, con l’obiettivo di migliorare al contempo il servizio verso la clientela”.
Da qualche giorno avete inaugurato il DAE.
“Un gesto, un regalo che ci siamo voluti fare e abbiamo voluto fare alla collettività del Titano. Il defibrillatore era già presente in azienda, come in tante altre strutture, solo per uso interno. Abbiamo voluto essere partecipi, nella direzione espressa dalla Legge 197/2020, per contribuire noi stessi alla creazione di una rete territoriale di cardioprotezione. Siamo strutturati per fornire il servizio di controllo defibrillatori alle aziende del territorio, al contempo anche a noi stessi, per questo ci siamo dotati di un contratto interno di manutenzione, per ottemperare all’obbligo di legge”.
Lavorate nella Repubblica di San Marino ma anche in Italia.
“Il nostro fatturato proviene per una percentuale significativa e in crescita continua dall’Italia, e una parte – ahinoi decrescente – in San Marino. Ovviamente per lavorare fuori confine bisogna essere compliant, ovvero essere conformi alle normative europee. Tutti i nostri prodotti sono marchiati CE, e tramite il nostro ufficio tecnico-commerciale, diretto dal mio socio Oliviero Alessandrini, proponiamo soluzioni su misura per ogni ambito applicativo, con rimando alle norme UNI EN di riferimento e al know-how maturato in trent’anni d’esperienza”.
Tra i tanti lavori che vi hanno impegnato fuori confine ce n’è uno, a Milano.
“Tre anni fa abbiamo operato una seduta di prove delle vie d’esodo della Torre Isozaki, la Torre Allianz: un’esperienza, come altre, sempre più frequenti negli ultimi anni, che ci ha permesso di misurarci con la gestione cantieristica in grandi strutture. Recentemente siamo stati chiamati anche a occuparci della manutenzione programmata anche nell’ambito di beni culturali di alto valore storico-artistico, come per esempio il Castello Estense di Ferrara. Lavorare in situazioni così diverse: torri moderne, edifici storici, piccole attività, condomini e industrie anche ad alto rischio, è per noi piacevolmente sfidante, e ci permette di arricchire un bagaglio di competenze ormai trasversale”.