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In materie prime siamo “secondi”

da Daniele Bartolucci

Il prezzo della benzina ai massimi dal 2014 è solo uno dei tanti indicatori di questa rinnovata corsa delle materie prime, il cui prezzo sta salendo velocemente a livelli straordinari, con conseguenze molto preoccupanti per i mercati, ma soprattutto per chi necessita quotidianamente di approvvigionamenti. Come le industrie e, di conseguenza, la filiera successiva, sui cui vengono scaricati poi aumenti di costi e ritardi nelle consegne. L’effetto finale, di cui si vedono i primi segnali d’allarme, è che molti ordini e appalti presi solo qualche mese fa non riescano più a rientrare nei budget, perché quanto si era ipotizzato di spendere per le forniture  oggi non basta più e il rischio è che i costi superino i ricavi.

Se questo è un problema post pandemico a livello globale, a San Marino potrebbe venire aggravato dall’isolamento dai canali nazionali o sovranazionali che invece hanno i Paesi dell’UE o gli Stati Uniti, per esempio. Tutte le potenze mondiali stanno infatti ragionando e intervenendo per garantire ai propri sistemi economici un certo grado di autonomia. Un tema che a San Marino, purtroppo, riguarda sia le materie prime – che ovviamente non ha sotto al Monte Titano – sia tutti gli energetici, dall’acqua al gas, sia come si è visto sul ciclo dei rifiuti. Un tema spesso bypassato dalla politica, che diventa invece sempre più urgente e strategico per il futuro. Non si prenda a scusa che tutto ciò riguardi un futuro lontano: le difficoltà delle aziende non saranno domani, ma sono già evidenti oggi: occorre agire subito, anche a livello diplomatico, per non restare esclusi.

Per non essere “secondi”, dopo tutti gli altri.

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