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ANIS ha incontrato il FMI: “IVA e UE sono passaggi strategici”

da Daniele Bartolucci

La parola d’ordine resta “riforme”: quelle necessarie a rilanciare lo sviluppo economico e al tempo stesso evitare che le dinamiche attuali continuino ad appesantire il Bilancio dello Stato. Su questa necessità, che ormai è diventata un’urgenza, si è sviluppato il confronto tra i vertici di ANIS e gli esperti del FMI, nell’ambito dell’annuale missione di valutazione di San Marino. Anche gli Industriali, infatti, sono stati chiamati a rendicontare la situazione economica, i problemi e gli interventi fatti, ma soprattutto quelli che non sono stati fatti e che servirebbero: “Dall’incontro con gli esperti del FMI”, spiegano quindi da ANIS, “emerge ancora più netta l’urgenza di completare le riforme per rendere sostenibile lo sviluppo del Paese. Un futuro che non può prescindere da IVA e Accordo con l’UE: sono passaggi strategici, su cui la politica deve avere una posizione chiara e netta”

ANIS: “IVA E UE SONO PASSAGGI STRATEGICI”

Partendo dall’impatto della pandemia sulle imprese associate – che è anche il tema su cui l’Osservatorio ANIS ha costruito le ultime analisi, fornendo dati puntuali allo stesso FMI – durante l’incontro di mercoledì pomeriggio al Begni sono stati analizzati i punti di forza del sistema economico, ma soprattutto quelli di debolezza, individuando le possibili soluzioni e gli interventi necessari da approntare nell’immediato futuro.

In premessa i rappresentanti dell’ANIS hanno evidenziato come le scelte, condivise tra categorie economiche, sindacati e la politica, hanno permesso al sistema economico di superare la fase più acuta della pandemia, allo stesso modo dell’organizzazione a livello sanitario. “Ora però è indispensabile riconcentrarsi sul come dare stabilità al sistema paese”, hanno avvertito gli Industriali. In questo senso i rappresentanti di ANIS hanno illustrato agli esperti del FMI la propria richiesta avanzata a Governo e parti sociali “affinché venga finalmente condiviso un progetto strategico di stabilità e sviluppo in grado di rappresentare una concreta visione futura per il Paese, definendo la cornice nella quale collocare tutti gli interventi con la relativa scala delle priorità e tempistiche, impiegando al meglio le risorse reperite attraverso l’indebitamento estero affinché nulla di questa opportunità vada sprecato”.  Tutto questo, hanno ribadito, “coerentemente con le indicazioni già espresse anche in passato dal FMI con le raccomandazioni volte ad attuare una vera spending review, riassestare il sistema pensionistico per ridare stabilità al Bilancio dello Stato, rendere efficiente il mercato del lavoro, realizzare investimenti infrastrutturali per favorire la crescita economica, come passaggi strategici per rendere più competitivo tutto il sistema sammarinese. Ma soprattutto”, rimarcano i vertici di ANIS all’indirizzo del Governo, della politica e di tutte le parti sociali, “che venga chiarita, una volta per tutte, la scelta su IVA e Unione Europea, perché da queste scelte dipende il futuro economico, ma anche sociale di tutta San Marino”. Se sull’Accordo di Associazione “è in corso una trattativa della quale non sono stati pienamente condivisi gli obiettivi”, ribadiscono da ANIS, “sull’IVA invece manca una chiara volontà di introdurre questo strumento nel nostro sistema di imposte indirette”. Sul tema si è quindi aperto un approfondimento con gli esperti del FMI che, al pari di ANIS, sollecitano San Marino da tempo (dal 2014 in pratica) ad abbandonare il sistema monofase attuale e passare ad un sistema VAT come in tutti gli altri Stati con cui normalmente si opera sui mercati. Anche perché, come tutte le altre riforme, hanno lasciato intendere gli esperti del FMI, queste aumenteranno il clima di fiducia nei confronti di San Marino se dovesse ricorrere ancora in futuro a nuovo debito estero. Insomma, doppiamente strategico: per oggi e per il futuro.

PRIMI FEEDBACK SU BANCHE E FINANZA

In attesa del report e della conferenza stampa della delegazione guidata da Borja Gracia (che si svolgerà oggi, giorno dell’uscita del nostro settimanale, ndr), qualche primo feedback è già trapelato dagli incontri svolti in settimana. In particolare quelli riguardanti la finanza, oggetto da sempre delle maggiori attenzioni del FMI. Attenzioni aumentate nell’ultimo anno anche per via del finanziamento estero che l’antica Repubblica ha avviato per la prima volta nella sua storia. Si tratta come noto di 340 milioni di euro di titoli di stato e di 150 milioni di prestito ponte con una grande società americana, di cui gli esperti hanno chiesto conto sia di come sono stati impiegati, sia di come il Governo ha previsto il rimborso (anche dei corposi interessi). Nel mentre, l’attenzione è anche sul settore bancario, dove sono stati diversi gli interventi di questi mesi, a partire dalla “soluzione 5-ter” per Cassa di Risparmio, con i cosiddetti titoli irredimibili, ma soprattutto con le due ultime leggi per la cartolarizzazione degli NPL e per le nuove procedure civili. Passaggi importanti su cui pesa il giudizio finale del FMI, anche se a quanto è dato a sapersi, proprio il FMI ha avuto modo di confrontarsi più volte con il Governo prima e durante l’elaborazione dei testi delle leggi. “La messa in sicurezza del sistema bancario e finanziario”, ha spiegato anche il Segretario alle Finanze Marco Gatti al termine dei primi incontri, “è stata affrontata in maniera massiva” e il FMI sembra averne dato atto. Mentre restano le altre riforme (pensioni, IVA, revisione dell’IGR e riforma del mercato del lavoro) su cui lo stesso Gatti ha premesso che “hanno bisogno di una condivisione”, palesando che al momento questa volontà di andare avanti, da parte di tutti, non ci sia ancora. Ma il tempo stringe, come hanno ricordato gli Industriali, e il Paese deve andare avanti su quella strada.

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