Home Dal giornale Dalla visita del FMI attese risposte su IVA, UE e riforme

Dalla visita del FMI attese risposte su IVA, UE e riforme

da Daniele Bartolucci

Sviluppo economico, sostenibilità (dei conti pubblici soprattutto) e implementazione delle riforme, a iniziare da quella delle pensioni ma anche e soprattutto dall’introduzione dell’IVA per le imposte indirette. Sono questi i temi caldi al vaglio degli esperti del Fondo Monetario Internazionale, giunti a San Marino per “interrogare” Governo, Enti, Istituzioni e parti sociali sullo stato del Paese a livello sociale, economico e finanziario. E’ infatti iniziata in questi giorni l’annuale visita del FMI, ai sensi dell’art. 4 del relativo Statuto, guidata dal Capo Delegazione, Dott. Borja Gracia. La missione si concluderà il prossimo 24 settembre con la presentazione alle Istituzioni di una dichiarazione finale contenente le valutazioni e le raccomandazioni da parte della delegazione FMI, a cui seguirà una conferenza stampa.

LA VERIFICA PARTIRÀ DALLE  MISURE ADOTTATE

“Quest’anno”, spiega una nota della Segreteria di Stato agli Esteri, “la missione, tenuto conto dell’evolversi della situazione sanitaria a livello mondiale, si svolgerà in formato ibrido, vale a dire la prima settimana, dal 13 al 17 settembre p.v., mediante un ciclo di incontri virtuali con le Istituzioni e la seconda settimana, dal 20 al 24 settembre  con la presenza in territorio del team di esperti dell’FMI”. “Nel corso degli incontri previsti con le Istituzioni e con i rappresentanti delle varie categorie sociali coinvolte”, anticipano dunque dalla Segreteria di Stato, “saranno discusse molteplici tematiche di natura economica, finanziaria, sociale e istituzionale, nonché gli sviluppi, anche in tema di riforme strutturali, che caratterizzeranno nel prossimo periodo il nostro Paese”. “L’obiettivo della missione”, aggiungono, “è quello di esaminare le misure adottate da San Marino per sostenere la propria economia, tenuto conto anche degli impatti legati alla pandemia da Covid, nonché gli interventi adottati o che si prevede di implementare nel settore bancario e finanziario, al fine di rendere maggiormente resiliente il sistema nel suo complesso.

Con riferimento a tale ultimo aspetto, gli esperti di FMI potranno anche suggerire indicazioni per individuare le migliori soluzioni possibili per attuare un programma di riforme che sia “in primis” sostenibile per le dimensioni e le peculiarità del nostro Paese”.

LE “RICETTE” DEL FMI: IVA E UNIONE EUROPEA

Se per il sistema bancario c’è stato un continuo confronto in questi mesi per dare corpo ai primi passi della “soluzione NPL”, su altri settori gli attesi passi avanti non sono ancora stati concretizzati. Del resto, anche le nuove leggi per le cartolarizzazioni e le procedure civili non completeranno la riforma, ma sono già degli ottimi punti di partenza per dare alle banche strumenti efficaci che prima non esistevano nell’ordinamento sammarinese (e in altri paesi sono anni che li utilizzano). Lo stesso dicasi sulla “soluzione Cassa di Risparmio”, altro tema caldo, ripetuto più volte dagli esperti del FMI nei loro report. L’evoluzione del 5-ter con i titoli irredimibili sembra essere piaciuta al FMI, che invece non aveva mai lesinato critiche sullo “spalmamento” di quel corposo debito.

Settore bancario a parte, l’attenzione si sposta sul sistema economico in generale, messo a dura prova dalla pandemia (soprattutto turismo e commercio, come si è visto nei numeri di questi mesi), ma anche e soprattutto dalle difficoltà, storiche, di un sistema troppo isolato dal contesto di riferimento, che è quel mercato europeo in cui giocoforza le imprese sammarinesi operano quotidianamente. Un mercato che ha le sue regole di ingaggio e soprattutto di ingresso, che si trasformano per gli operatori sammarinesi in oneri e punti di competitività persi per strada a causa di limitazioni e costi aggiuntivi. Motivo per cui – come ha ben espresso la Presidente ANIS, Neni Rossini, nell’intervista della settimana scorsa sul nostro giornale – risulta sempre più strategico per lo sviluppo del Paese arrivare ad un Accordo di Associazione che liberi le imprese sammarinesi su quel mercato. Un Accordo che, però, deve anche tener conto di tutte le peculiarità di uno Stato di dimensioni ridotte e con capacità minori rispetto ai grandi paesi europei, anche in chiave di adempimenti e direttive particolari. Su questo fronte la discussione è però ferma, almeno a livello interno, da mesi, ma ora con l’arrivo del FMI potrebbero arrivare delle novità. Anche perché gli esperti del Fondo Internazionale hanno sempre appoggiato la scelta di trovare un Accordo con l’Unione Europea e sicuramente chiederanno conto degli sviluppi della trattativa.

Come è certo che chiederanno conto dell’IVA: la loro posizione sull’introduzione di un sistema di imposte indirette basato sul modello internazionale VAT è netta: San Marino deve abbandonare la monofase e passare all’IVA. Una decisione che la politica sembrava in un primo momento aver preso, ma che dopo tanti anni non è ancora così chiara. Nel frattempo, però, i problemi continuano ad aumentare e le difficoltà dello stesso interscambio – a maggior ragione ora che si passerà alla fatturazione elettronica con l’Italia – non sono certo diminuite. Anche su questo fronte ci si aspetta una posizione chiara da parte del Governo, chiamato, inoltre, a disegnare anche le altre grandi riforme: pensioni, mercato del lavoro e spending review per ridurre il peso della spesa corrente, evitare nuovi indebitamenti e aumentare la capacità di fare investimenti per la crescita.

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