Puntuale come ogni anno sta per arrivare a San Marino la delegazione del Fondo Monetario Internazionale e con essa scatta “l’esame” per il Governo. Se l’anno scorso c’era stata una certa tolleranza sui ritardi con cui si stavano improntando le riforme, dovuta alla pandemia soprattutto, ma anche al fatto che era passato meno di un anno dall’insediamento, stavolta c’è da aspettarsi un giudizio meno benevolo. E’ anche vero che diversi passi in avanti, soprattutto sul sistema bancario e finanziario sono stati fatti. E, anzi, pare che il confronto con il Fondo sia stato costante per quanto riguarda sia la “soluzione Cassa di Risparmio” con i titoli irredimibili, sia per le due nuove leggi su cartolarizzazioni e procedure civili (il cosiddetto “pacchetto NPL”). Su questo sicuramente si farà leva per portare a casa un voto positivo. Sul resto, però, di grandi passi in avanti non se ne sono visti, come ha diplomaticamente ammonito anche ANIS, non pienamente soddisfatta dalla lentezza con cui va avanti il piano delle riforme. C’è più di una partita aperta che interessa il FMI: il debito pubblico, ad esempio, è sostenibile? L’Accordo di Associazione con l’UE a che punto è? Le pensioni sono a posto? L’introduzione dell’IVA come imposta indiretta quando arriverà? Sono temi che da tempo gli esperti del FMI pungolano i Governi (al plurale, visto che sono anni ormai) sammarinesi. Visto che anche nell’incontro con le parti sociali non ci sono aggiornamenti effettivi su questi temi, cosa gli risponderanno questa volta? Del resto, siamo già in tempi di finanziaria o quasi, quindi o ci sono novità adesso, o forse non ci saranno fino al 2022.
Si entra in “zona Fondo Monetario”: cosa dirgli?
Articolo precedente