Home Dal giornale Vendemmia 2021, Michele Margotti: “Anno impegnativo a causa della siccità”

Vendemmia 2021, Michele Margotti: “Anno impegnativo a causa della siccità”

da Alessandro Carli

“Sia benedetto chi per primo inventò il vino che tutto il giorno mi fa stare allegro”. Anche in questo frammento il poeta Cecco Angiolieri (1260-1312 circa) conferma la sua freschissima attualità, quel pizzico di goliardia (che entusiasmò anche il cantautore Fabrizio De André) e l’importanza del nettare di Bacco sulla sua tavola. Una conferma, soprattutto quest’ultima, che si diffonde anche nella Cantina San Marino. Qui ci accoglie l’enologo Michele Margotti: siamo a settembre, uno dei mesi della vendemmia. Il profumo del vino riempie la stanza. L’aria è fresca ma è impossibile dimenticare l’afa estiva e la mancanza di pioggia. “Quella di quest’anno è una vendemmia impegnativa” esordisce. “Una stagione che ci ha dato molto da fare: tutte le perturbazioni si sono sviluppate nel Nord Italia e quelle che sono scese si sono fermate nella bassa pianura, oppure nel mare. Abbiamo avuto tre mesi secchissimi: a San Marino la pioggia di agosto ha dato respiro alle piante che stavano soffrendo”. La siccità ha avuto quindi ricadute sulla produzione del vino. “Rispetto al 2020 il calo della produzione è stimato, a seconda delle varietà, tra il 40 e il 50%. Di contro però avremo prodotto interessanti sui quali stiamo lavorando bene”. La raccolta delle uve è iniziata il 10 agosto. “Siamo partiti dallo Chardonnay, dal Moscato e dal Merlot, ora (i primi dieci giorni di settembre, ndr) è il turno del Sangiovese, della Ribolla e del Biancale”. Un anno non semplice, il 2021. Soprattutto per la quantità. “Indicativamente dovremmo arrivare a 6-7 mila quintali di uve” prosegue Michele prima di soffermarsi sulla qualità dei vini. “La gradazione alcolica sarà importante ma non eccessiva: le uve sono state raccolte, infatti, al momento giusto. I vini saranno equilibrati, con un’ottima bevibilità e la giusta freschezza, quelli  appunto che richiede il mercato attuale. Sono oramai superati i vini iperconcentrati con alcool elevato di qualche anno fa”.

Già da qualche anno la Cantina San Marino (che vede al suo interno circa 100 soci che lavorano 120 ettari di terra coltivata a vigna) sta “spingendo” sugli autoctoni, ovvero con le varietà locali: Ribolla quindi, ma anche il Moscato, il Sangiovese, il Biancale. Ribolla che quest’estate si è presentata anche con un’altra veste, è nato infatti “APE”. “Si tratta di un prodotto molto versatile che può essere degustato in tanti modi, liscio ghiacciato, con una tonica ricercata, con uno spruzzo di seltz, oppure come base per uno spritz sammarinese. La base è quella della Ribolla che è stata aromatizzata con botaniche locali. Le prime mille bottiglie sono quasi terminate quindi lo riproporremo”.       

A ciò che scrisse Galileo Galilei – “Il vino è un composto di umore e luce” – mancano quindi solo una manciata di particolari: “umore e luce”, certo, ma oggi servono anche tanto amore e altrettanta professionalità e formazione.

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