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Il Cammino del Titano: i mulini e la forra di Canepa

da Alessandro Carli

Giovedì 12 agosto, caldo becco. Il termometro segna 34 o 35 gradi ma la tentazione e la volontà di esplorare, ammirare e percorrere uno degli otto itinerari del “Cammino del Titano” è più forte dell’afa. Si parte da Rimini, in macchina. “Johnny”, Gianmario Baldassarri, accetta l’invito: l’intenzione è quella di scendere sino ai mulini e alla forra di Canepa. Un giro ad anello breve (più o meno quattro chilometri) con un dislivello moderato, poco più di 200 metri. Gli chiedo di fotografare il percorso: le immagini sono tutte sue.
Il primo dubbio arriva già al parcheggio davanti alla Casa di Fabrica: quale strada scegliere? Domandiamo e ci viene risposto che, vista la siccità, è meglio partire dal Centro Tennis, località Fonte dell’Ovo, sul lato di San Marino che guarda la Carpegna: la discesa che parte dal Museo della Civiltà Contadina (Casa di Fabrica), visto che la terra è secca e dura, può essere scivolosa.

Il giro che inizia poco dopo il Centro Tennis (ben segnalato) si presenta sulla cartina come una curva. La percorrenza non presenta asperità né difficoltà: si cammina spesso sottobosco, quindi all’ombra. Dopo un quarto d’ora il primo bivio: tiriamo dritto (la svolta a destra non è evidenziata) per poi tornare indietro. Ci immettiamo in un canale secco, lo attraversiamo (in salita ci si può aiutare con alcune corde messe lì per aggrapparsi) e proseguiamo il percorso.

Dopo un’ora circa scorgiamo una chiesetta. Pausa per bere (non ci sono fontanelle, meglio portarsi dietro un litro d’acqua) e poi ci rimettiamo in moto per arrivare ai Mulini e alle cascate. Dopo la chiesetta giriamo a destra, sbagliando strada: un signore ci spiega che la direzione è quella opposta. Si scende ancora e dopo 10 minuti si incontra il primo mulino, e poi ancora il secondo, in disuso e in condizioni critiche. La piccola vasca d’acqua che si staglia sotto le mura è meravigliosa: ci si può immergere i piedi mentre i girini e tante piccole rane si muovono. Un piccolo paradiso di quiete e refrigerio.

Per il ritorno scegliamo la strada che non abbiamo percorso all’andata ma già dopo i primi minuti di risalita capiamo che abbiamo sbagliato giro: tira senza pause, e il caldo complica l’impresa visto il poco sottobosco. Dopo mezzora si incrocia una strada asfaltata. Qui le indicazioni sono poco visibili ma con un pizzico di fortuna e di intuito, decidiamo di tirare dritto – quindi attraversarla verticalmente – e non lasciarci ingolosire girando a sinistra, verso la naturale (e comoda) ascesa. La vista della Casa di Fabrica è un miraggio che prende forma: dopo 45 minuti (con tre brevi pause per riprendere fiato e bere) si arriva al parcheggio.

La camminata vale la fatica: le cascatelle di Canepa sono uno squarcio bellissimo, incantato, univo. Se volete immergervi anche voi, fare l’anello in senso antiorario, quindi con partenza dal Museo della Civiltà Contadina (la strada va giù dritta) e con ritorno che fa tappa alla chiesetta e termina al Centro Tennis. L’anello si fa in un paio d’ore, pausa alle cascatelle esclusa.

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