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Perilli e Berti, grandissime emozioni olimpiche

da Redazione

Il bronzo di Alessandra Perilli a Tokyo non è passato inosservato: a ogni latitudine è arrivata la notizia che la più antica Repubblica al mondo aveva vinto, per la prima volta nella sua storia, una medaglia olimpica. Un’impresa considerando i suoi 30.000 cittadini. Impresa diventata ancora più “titanica” quando nella specialità di trap a squadre Alessandra Perilli e Gian Marco Berti sono stati premiati con l’argento conquistando la seconda medaglia della Repubblica. Tornati in patria, li abbiamo raggiunti allo stand di tiro a volo alla Ciarulla per raccogliere le loro emozioni. E quelle del loro allenatore Luca Di Mari e del Presidente della Federazione Tiro a Volo, Adriano Felici.

A cosa avete pensato quando avete realizzato di aver vinto la medaglia olimpica?

Perilli: “Dopo otto anni di duri allenamenti, sofferenze e pianti ho provato da subito un grande sentimento di rivalsa”.

Berti: “L’emozione è stata incredibile, dopo tanta fatica e sacrifici ce l’avevamo fatta. Mi sono girato a guardare il nostro allenatore Luca Di Mari e non sapevo chi abbracciare: se lui o Alessandra”.

I successi di Tokyo possono avvicinare i giovani a questa disciplina?

Perilli: “Penso di sì, la notorietà che si è guadagnato questo sport grazie ai risultati delle Olimpiadi penso abbia suscitato la curiosità nei giovani”.

Berti: “Se non si avvicinano ora, sono matti! Questo è il momento giusto, sia per fare una prova sia per tentare di approfondire il rapporto con questa disciplina”.

Felici: “Innanzitutto, in qualità di presidente della Federazione Sammarinese Tiro a Volo, voglio esprimere la mia più grande gratitudine a entrambi gli atleti. Hanno reso tutti orgogliosi di appartenere allo Stato di San Marino. Per quanto riguarda l’avvicinamento dei giovani assolutamente sì, ci muoveremo per agevolare i giovani che lo vorranno”.

In virtù dei successi di Tokyo, la Federazione ha in programma di potenziare l’avvicinamento e la formazione dei giovani?

Felici: “Certamente, abbiamo già pensato di potenziare i corsi di tiro già esistenti per permettere a chiunque di avvicinarsi o approfondire questa disciplina. Inoltre stiamo valutando di allestire una linea di tiro alla manifestazione ‘Sport in Fiera’, usando due testimonial particolarmente conosciuti in questo ultimo periodo: Alessandra e Gian Marco”.

La pandemia ha influito sul vostro allenamento?

Perilli: “La pandemia è stata la responsabile dello slittamento dei Giochi Olimpici, un appuntamento per cui stavo preparandomi dando il massimo. Il cambiamento di date mi ha abbattuto, tuttavia abbiamo avuto ancora un anno per allenarci al meglio. Dovermi allenare senza pubblico non ha pesato sulle mie prestazioni, anzi, talvolta sparavo meglio”.

Berti: “Sembra strano dirlo ma, tra virgolette, per me è stata una fortuna. Ho avuto l’occasione per poter riposare dal lavoro e concentrarmi sull’allenamento per Tokyo”.

E per quanto riguarda la Federazione?

Felici: “Non è stato facile, tuttavia abbiamo lavorato al massimo per potere pianificare gli allenamenti”.

Qual è stato il percorso agonistico di avvicinamento alle olimpiadi di Tokyo?

Perilli: “Ci sono stati più appuntamenti molto importanti, su tutti voglio ricordare Minsk e l’oro vinto in Coppa del Mondo a Lonato del Garda”.

Qual è stata l’eredità del quarto posto di Londra?

Perilli: “Lì per lì il quarto posto mi ha suscitato amarezza, ho pianto molto. Se invece penso a come ha influito su quest’ultima Olimpiade, posso dire che mi ha ‘caricato’. Era la mia rivincita personale, che ho realizzato con questo doppio podio storico”.

Ci pensavi mentre sparavi durante la finale?

Perilli: “Mentre ero in pedana no, tuttavia nei momenti dove non sparavo il quarto posto di Londra riaffiorava in mente”.

Quanto ha “pesato” nella finale mista il bronzo conquistato da Alessandra?

Berti: “Io vinco meno di Alessandra, tuttavia ogni medaglia che si vince, sia io o Alessandra a vincerla, rende orgogliosi tutti, non ci sono gelosie. Viviamo l’attività agonistica insieme e ogni successo è attribuibile a tutta la squadra. La voglia di rivalsa dopo non essere andato in finale per un solo piattello nella specialità in singolo era tanta”.

Di Mari: “Allenare questo gruppo è fantastico, ci sono legami affettivi molto forti. Invidia e gelosia non hanno spazio qui. La medaglia di Alessandra non ha fatto altro che aumentare l’attenzione di Gian Marco sulla gara: seppur rammaricato dai risultati del singolo, è rimasto focalizzato al 100%”.

Come si svolgono gli allenamenti di un tiratore? Quanto è importante la componente mentale?

Di Mari: “Parto col dire che la nostra realtà ci rende molto fortunati, viviamo lo sport come un privilegio, anche se non mancano le pressioni che riceviamo a causa delle indiscutibili abilità e capacità dei nostri tiratori. Il vivere lo sport in modo sereno e tranquillo e il divertirci nel fare ciò che facciamo è di importanza fondamentale. La vera forza di questa squadra è l’armonia che si è stabilita per cui ogni risultato ottenuto è un risultato per tutti noi”.

Emanuele Zonzini

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