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Green Pass valido in EU, ma lo Sputnik resta un problema

da Daniele Bartolucci

Da una parte i numeri dei positivi Covid-19 che tornano a salire (una settantina i positivi in questi giorni) e preoccupare tutta la macchina sanitaria, dall’altra le difficoltà diplomatiche nel far riconoscere lo Sputnik come vaccino valido ai fini del Green Pass specialmente in Italia, poi, come un fulmine a ciel sereno, le dimissioni del Direttore Generale dell’ISS, Alessandra Bruschi, che ha vinto un concorso in Italia per un altro ruolo dirigenziale, che dice addio a San Marino non solo per le legittime aspettative di carriera, ma anche e soprattutto per le resistenze riscontrate dentro e fuori dall’ISS ai suoi piani di rilancio della sanità sammarinese. Una tempesta perfetta, insomma.

ISS SENZA GUIDA: L’ADDIO DELLA BRUSCHI

Alessandra Bruschi ha assunto l’incarico il 18 maggio 2020, “con molto entusiasmo e spirito di servizio per l’importante ruolo che avrei ricoperto nel rilancio e sviluppo di questo importante patrimonio pubblico”, come ricorda lei stessa. Ma “a più di un anno di distanza, senza essermi mai risparmiata sui tanti fronti, in particolare nella gestione dell’emergenza pandemica, della campagna vaccinale e dei progetti di rilancio dell’istituto, quando la parte più dura dell’emergenza era ormai alle spalle e ci si concentrava sulle aree critiche e di sviluppo, ho dovuto purtroppo constatare che – nonostante mesi di incontri e colloqui – non sussistevano più le condizioni professionali per portare avanti l’incarico affidatomi”. Da qui la “decisione a lungo ponderata e sofferta che mi ha portato, dopo aver incontrato in più occasioni rappresentanti di governo e maggioranza, a formalizzare nei giorni scorsi le mie dimissioni dopo averle precedentemente preannunciate al Congresso di Stato”. Nel merito, la Bruschi presenterà una relazione al Governo in cui “saranno meglio dettagliate tutte le problematiche emerse”. Nel frattempo, “sarà mia cura garantire, con il solito impegno, passione e determinazione nella gestione, la massima disponibilità per il passaggio di consegne verso un nuovo Comitato Esecutivo che certamente darà continuità alle azioni e ai progetti di rilancio avviati per la salvaguardia della sanità pubblica”. Tra questi ci sono come noto il Piano Sanitario e Socio-Sanitario da cui conseguire anche il nuovo Fabbisogno. Nel mezzo, c’è poi il progetto per un nuovo Ospedale di Stato, funzionale al rilancio (anche economico) dell’ISS, su cui c’è continuità di visione tra il vecchio e il nuovo Governo, tanto che la Segreteria di Stato alla Sanità  ha appena  annunciato la candidatura del progetto ai finanziamenti della UNGSII (www.ungsii.org), la fondazione che ha come mission l’accelerazione di progetti che aumentino la sostenibilità ambientale attraverso il reperimento di finanziamenti internazionali destinati alla realizzazione di opere ecosostenibili.

RICONOSCIUTO IL GREEN PASS MA NON LO SPUTNIK

Con la firma della presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, del 30 luglio scorso e pubblicata oggi sulla Gazzetta Ufficiale, l’UE ha formalmente riconosciuti i certificati sammarinesi (realizzati grazie al lavoro di squadra tra Segreteria, Ufficio Informatico ISS e San Marino Innovation) e quindi validità all’interno dell’area di Schengen, cioè di tutti i paesi UE a cui si aggiungono anche  Svizzera, Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Vaticano. “All’interno di questa area”, spiega una nota governativa, “i tamponi molecolari e antigienici, i certificati di guarigione da COVID-19 e i certificati vaccinali prodotti da San Marino hanno piena validità. E sono letti quindi, dalle varie applicazioni capaci di scansionare il codice stampato sui green pass”.

Il problema però non è affatto risolto, perché il via libera dell’UE non è omnicomprensivo ma “ogni Paese determina le regole di utilizzo del green pass all’interno del proprio territorio, riconoscendo o meno determinate vaccinazioni anti-Covid o anche le dosi necessarie (l’Italia per esempio consente l’emissione del green pass anche a chi ha effettuato una sola vaccinazione). Quindi”, spiega sempre il Governo, “per le vaccinazioni anti COVID-19 eseguite attraverso il vaccino Sputnik V, ogni Paese UE può decidere se riconoscerle o meno. Ad oggi l’Italia non riconosce lo Sputnik V, mentre tale vaccino è riconosciuto in molti altri paesi come Grecia, Ungheria, Slovenia, Croazia, Malta, Cipro e l’elenco è in continuo aumento”. Il pressing sul Ministro Speranza è costante da parte di San Marino così come dal territorio limitrofo e anche in Parlamento c’è chi vuole aprire allo Sputnik, in primis la Lega, che ha presentato sul Green Pass, 900 emendamenti alla Camera e uno di questi prevede l’estensione del “certificato verde” anche a chi ha ricevuto il vaccino russo, previo test sierologico per accertare la presenza degli anticorpi.

A questo punto, la domanda sorge spontanea: come e dove i sammarinesi dotati di green pass potranno andare? Premesso che le limitazioni sono ordinate a livello dei singoli Paesi, al momento sono pochi quelli che le hanno disciplinate, tra cui appunto l’Italia: nel Belpaese, infatti, dal 6 agosto saranno in vigore alcune restrizioni a determinati servizi non essenziali, quali ristoranti (ma solo al chiuso), musei ed eventi vari. Fermo restando che i sammarinesi – anche senza green pass – possono liberamente circolare in tutta Italia essendo in fascia A insieme al Vaticano, cosa comporterà? Salvo cambiamenti, potranno utilizzare il green pass in Italia solo i sammarinesi vaccinati con Pfizer, che sono una minoranza. Per gli altri, dove previsto, occorrerà fare il tampone preventivo. Un problema ulteriore, che si aggiunge all’ondata ferragostana di contagi, che sta tenendo con il fiato sospeso istituzioni e società, soprattutto in vista della riapertura delle attività e delle scuole tra fine agosto e inizio settembre. Più del green pass, insomma, preoccupa il futuro: a livello epidemiologico per tutto il Paese, così come a livello manageriale (chi sarà il nuovo DG?)  per quanto riguarda l’ISS.

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