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Covid-19, il monte salari totale diventa una “collina”

da Alessandro Carli

Il “sentore” era nitido, ma adesso sono arrivati i numeri: l’impatto dell’emergenza sanitaria ha avuto ricadute profonde anche nel mondo del lavoro. Nei giorni scorsi l’Ufficio Contributi ISS e l’Ufficio Informatica, Tecnologia, Dati e Statistica (che ha elaborato i dati) ha pubblicato i “monte salari” del settore pubblico e di quello privato, ovvero l’ammontare complessivo delle retribuzioni lorde percepite dai lavoratori dipendenti nel 2020, evidenziando complessivamente una “perdita”, rispetto all’anno prima, di oltre 31 milioni di euro (da 561.065.350 euro a 529.934.809 euro).  

IL SETTORE PRIVATO, IL MOTORE DEL PAESE

Nonostante il Covid e la vistosa contrazione comunque, il settore privato ha ribadito, attraverso i numeri reali, la sua importanza strategica per la Repubblica di San Marino sia come “motore” di sviluppo che come capacità di generare “benessere” per i dipendenti che lavorano. Nel privato, complessivamente (la “categoria” vede l’agricoltura, la manifattura, le forniture di energia e acqua, le costruzioni, il commercio, il trasporto e l’immagazzinaggio, alloggio e ristorazione, informazione e comunicazione, attività finanziarie e assicurative, immobiliare, attività professionali, scientifiche e tecniche, noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese, amministrazione pubblica e difesa, istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche, servizi, attività di famiglie e organizzazioni e organismi extraterritoriali) lo scorso anno i lavoratori hanno percepito un assegno lordo di 410.810.731 euro, in diminuzione di circa 25 milioni rispetto al 2019 quando era stato di 436.112.134 euro.

Un anno difficile, il 2020, come in tutto il mondo del resto, che si “infila”, a livello di retribuzioni lorde,  tra i risultati del 2017 (397 milioni) e del 2018 (419 milioni circa). Nel 2016, per completezza di informazioni, il monte salari aveva toccato i 388 milioni.

Covid che si è abbattuto anche sul numero delle imprese presenti e operanti sul Monte Titano – al 31 dicembre 2020, era pari a 4.836 unità registrando, rispetto al 31 dicembre 2019, un decremento di 98 aziende – e di conseguenza sull’occupazione. I lavoratori dipendenti del settore privato difatti, in un anno, sono diminuiti di 252 unità: alla fine dello scorso anno sono risultati essere poco più di 16 mila, 16.067 per la precisione.

IL MANIFATTURIERO E GLI OCCUPATI

L’industria manifatturiera ha saputo arginare, almeno parzialmente, la crisi sanitaria. A fronte di una diminuzione delle attività (da 513 di fine 2019 a 495 di fine 2020), l’occupazione ha tenuto: i 6.496 dipendenti di fine dicembre 2019 sono diventati 6.447 dodici mesi più tardi (-0,8%) con la conseguenza che il “monte salari” è sceso da 189 milioni del 2019 a 184 milioni del 2020.

GLI ALTRI SETTORI: CHI SALE, CHI SCENDE

Al secondo posto, per numeri e per capacità di dare lavoro, il “Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e di motocicli” che in un anno ha “lasciato per strada” 15 attività (da 2.709 a 2.694) e altrettanti lavoratori (al 31/12/2020 erano 1.056). Settore che, alla voce “monte salari”, è passato da 66 milioni e 216 mila euro del 2019 a 61 milioni di fine 2020. Prima di passare al “pubblico”, ci soffermiamo su tre settori che per diversi motivi rappresentano un’importante spina dorsale del Paese: le costruzioni, le attività finanziarie e assicurative, l’alloggio e la ristorazione.

Per le costruzioni, che in un anno hanno perso 5 attività (a dicembre 2020 erano 379) e due lavoratori (925 a fine 2020), il “monte salari” è passato da 24 milioni e 197 mila euro a 23 milioni.

Viaggiano in territorio alternativamente positivo invece le attività finanziarie e assicurative: quattro in più nel raffronto anno su anno ma meno dipendenti rispetto al 2019 (da 678 a 634) e un “lordo” che è sceso da 32 milioni e 900 mila euro a 30 milioni e 253 mila euro.

In difficoltà invece, come era facile immaginare, le attività dei servizi di alloggio e ristorazione con meno imprese (194 contro le 198 dell’anno prima), meno 116 dipendenti (876 a fine 2020) e con un monte salari che è precipitato da quasi 19 milioni e 14 milioni e 383 mila euro.

IL SETTORE PUBBLICO: GIÙ DIPENDENTI E “MONTE”

L’ammontare complessivo delle retribuzioni lorde percepite dai lavoratori statali non è mai stato così basso dal 2016: dopo essere cresciuto ed essersi compresso con regolarità – 122 milioni nel 2016, 124 nel 2017, 122 nel 2018, 124 nel 2019 – lo scorso anno si è fermato a 119 milioni. L’unico settore che è rimasto in linea con il 2019 è stato l’ISS, l’Istituto per la Sicurezza Sociale con 41 milioni, nonostante un aumento dei lavoratori, passati da 1.061 a 1.077.

PUBBLICO E PRIVATO: LA FORBICE “LORDA”

Al 31 dicembre 2020 il totale dei dipendenti del settore privato ammontava a 16.067 lavoratori, 3.564 invece quello del settore pubblico.  Preso il “monte” dei primi – 410 milioni diviso il totale -, il “lordo” medio è di 25 mila e 500 euro. Nel pubblico (lordo di 119 milioni per meno di 3.600 statali) invece è di 33 mila e 424 euro. Rispetto al del 2019, la “forbice” è cresciuta di 1.000 euro, attestandosi nel 2020 a circa 8 mila euro.

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