Home Dal giornale “Vogliamo poter vaccinare anche i frontalieri”

“Vogliamo poter vaccinare anche i frontalieri”

da Daniele Bartolucci

Da una parte l’effetto della campagna vaccinale, che ha di fatto azzerato i positivi ospedalizzati e ridotto drasticamente la diffusione del contagio, dall’altra l’effettivo rischio che il sistema San Marino e in particolare le imprese private hanno “in casa”, dovuto alla presenza di migliaia di persone che quotidianamente si muovono nel Paese senza essere immunizzate. “Stiamo parlando di circa il 20% della popolazione presente ogni giorno a San Marino”, hanno spiegato i Segretari di Stato Beccari, Ciavatta, Lonfernini e Pedini Amati in conferenza stampa, “e non possiamo permetterci che non siano vaccinati, proprio ora che i sammarinesi e tutto il nostro sistema economico e sociale sta rialzando la testa”.

L’ACCORDO CON L’ITALIA DIVENTA PRIORITARIO

Il problema non sarebbero nemmeno le forniture di vaccini, visto che ora l’ISS dispone di quantità sufficienti anche ad avviare la vaccinazione ad altre categorie di persone oltre a quelle interne (dai sammarinesi residenti all’estero fino appunto al “turismo vaccinale”, che partirà il 17 maggio): “Serve ovviamente un accordo con l’Italia”, ha ribadito il Segretario agli Esteri Luica Beccari, “ed è ciò a cui stiamo lavorando da diverse settimane, all’interno di un percorso ben avviato che come noto ci ha già permesso di stipulare il protocollo per le forniture del vaccino Pfizer, che ci è servito a coprire le altre fasce di popolazione che non abbiamo previsto con lo Sputnik. E’ un accordo a cui vogliamo arrivare in tempi brevi, perché ci permetterebbe di guardare ai prossimi mesi con maggiore tranquillità”.

GREEN PASS: SI TRATTA CON L’UNIONE EUROPEA

L’altro fronte riguarda la mobilità da e per San Marino, soprattutto in vista dell’entrata in vigore del Green Pass europeo: “E’ chiaro che il futuro della mobilità sarà caratterizzato da queste certificazioni”, ammette il Segretario alla Sanità, Roberto Ciavatta, “ma crediamo che questo non si dovrà basare sul tipo di vaccino bensì sullo sviluppo degli anticorpi. Questo tenendo anche conto del fatto che ci sono svariati Paesi nel mondo che non utilizzano i prodotti validati dall’EMA e quindi sarebbe impossibile gestire la mobilità con tali paletti. Nel merito, noi utilizziamo per la maggior parte Sputnik, come noto, e gli studi effettuati finora, anche se non sono conclusi, stanno dando risultati importanti, con percentuali di efficacia maggiori delle aspettative”. “Questi sono i temi che stiamo portando avanti con gli altri piccoli Stati europei sul tavolo di confronto con l’Unione Europea”, aggiorna Beccari, “perché ci troviamo tutti in questa situazione e tutti auspichiamo di venire inseriti nel Green Pass europeo, sia per quanto riguarda le certificazioni sia a livello tecnico, come avviene con i passaporti e altri documenti”.

Sempre riguardo alla mobilità all’estero, invece, “non è prevista”, spiega Beccari, “una discriminante di scelta tra Pfizer e Sputnik rispetto all’utilizzo dei vaccini per quanto riguarda chi per ragioni economiche, diplomatiche o altre necessità, deve spostarsi in Italia e in Europa. Continueremo a erogare i vari tipi di vaccino unicamente in base alla scelta sanitaria”.

“TURISMO VACCINALE”: REGOLAMENTO PRONTO

Nel frattempo, si parte con il turismo vaccinale: “Il regolamento è pronto”, ha annunciato Federico Pedini Amati, “si potranno gestire le prenotazioni dal 17 maggio. Il costo per la vaccinazione con lo Sputnik sarà di 50 euro per la doppia dose e vi sarà l’obbligo di prenotazione di almeno due turni di pernottamenti di tre giorni, a distanza tra loro per un minimo di 21 giorni e un massimo di 28 giorni. Ci saranno controlli rigorosi, ma crediamo che possa essere un’opportunità anche per rilanciare il nostro sistema turistico e commerciale, intercettando visitatori che probabilmente mai avremmo intercettato. Dovremo essere comunque bravi ed efficaci nel comunicarlo e su questo lavoreremo nei prossimi giorni”. Resta inteso che tale possibilità, al momento, esclude i residenti in Italia, nell’ottica dei rapporti diplomatici che si sono costruiti in questi mesi di pandemia. Anche perché l’obiettivo è arrivare ad altri accordi con Roma, come detto, quindi non ci si può permettere né di forzare la mano, né di fare scivoloni proprio in questa fase.

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